La capitale delle “bufale”


L’estate ascolana caratterizzata da annunci, proclami, successi virtuali, improbabili record e autocelebrazioni dell’amministrazione comunali. Dal fantasmagorico Biparco ai lavori “fantasma” sul ponte di San Filippo. Per non parlare dei numeri su cultura e turismo

Che quella che si avvia a terminare sarebbe stata per il capoluogo piceno un’estate folle e surreale, lo si era capito sin dai primi giorni estivi. Quando era emerso, in seguito a due differenti indagini de “Il Sole “4 Ore”, che il capoluogo piceno può vantare un sindaco da podio (terzo posto nell’annuale graduatoria dei sindaci dei capoluoghi di provincia) ma, al tempo stesso, è il fanalino di coda della regione (e tra i peggiori del centro Italia) nella graduatoria per la qualità della vita.

Un succoso e singolare antipasto per un’estate che, tra annunci, proclami, improbabili successi, record virtuali e le solite stucchevoli autocelebrazioni del sindaco e dell’amministrazione comunale, candida autorevolmente Ascoli al riconoscimento di “capitale italiana delle bufale” (sperando che poi arrivi quello, sicuramente più difficile da ottenere, di “capitale italiana della cultura 2024”). Naturalmente il principale artefice di questo possibile riconoscimento è senza discussioni il primo cittadino che, magari anche a causa del caldo torrido di questa estate, in questi mesi ha addirittura esagerato, “sparandone” alcune davvero grosse. Basterebbe pensare all’improbabile record di eventi culturali, per non parlare del fantasmagorico Bioparco a Relluce, finendo con l’ultima surreale “panzanza” degli oltre 40 mila turisti per “Ascoliva”.

Ma un importante contributo l’ha dato tutta l’amministrazione comunale, tra annunci sull’avvio di lavori puntualmente non rispettati e autocelebrazioni fondate sul nulla, e buona parte dell’informazione locale, sempre pronta a fare da cassa di risonanza ai proclami del Comune, senza mai preoccuparsi di verificare l’attendibilità dei proclami stessi (e in qualche caso, in realtà, neppure ci sarebbe la necessità di verificare…).

Partendo proprio dal sindaco Fioravanti che aveva iniziato l’estate (il 15 giugno scorso) con l’annuncio, con la solita enfasi, della presunta “rivoluzionaria rimodulazione della sosta” che in realtà, ammesso che il Comune trovi l’accordo con la Saba (che continua ad avere “il coltello dalla parte del manico”), non cambia affatto la situazione, con la riduzione della tariffa oraria (per le prime 2 ore) che di fatto è il compenso per l’aumento delle zone blu e delle tariffe per residenti (vedi articolo “Parcheggi: la paradossale rivoluzione nel regno di Ugualos”).

Il 22 luglio scorso, poi, rispondendo in Consiglio comunale ad un’interrogazione del consigliere comunale Francesco Ameli, il sindaco Fioravanti ha sostenuto che negli ultimi 3 anni il Comune aveva realizzato oltre 2 mila eventi culturali. Un numero a dir poco impressionante che, però, assume proporzioni inimmaginabili se si pensa a quanto accaduto negli ultimi 2 anni, con mesi di lockdown e di zone rosse e arancioni, nei quali ovviamente non era possibile organizzare alcun evento. Questo significa che, in concreto, nel capoluogo piceno praticamente si sarebbero svolti 3-4 eventi culturali al giorno, un record inavvicinabile per qualsiasi Comune.

Lo stesso Fioravanti aveva anche sottolineato che nella sezione eventi del sito internet del Comune di Ascoli erano elencate quelle 2 mila manifestazioni. Peccato però che, seguendo il consiglio del primo cittadino (cioè sfogliando la sezione eventi del sito comunale) si scopre che, anche contando come tali eventi che neppure con un immane sforzo di fantasia possono essere considerati “culturali”, non solo negli ultimi 3 anni non ci si avvicina neppure ai 2 mila eventi ma, addirittura, siamo lontani anche dalla metà di quella cifra (vedi articolo “Il miracolo della moltiplicazione degli eventi culturali”).

Il 12 agosto scorso, poi, mentre infuriavano le polemiche per le discutibili scelte del Comune in tema di rifiuti, dalla propria pagina facebook Fioravanti con un video svelava il progetto per quella che ironicamente la sindaca di Appignano, Sara Moreschini, ha definito “la Gardaland della vallata del Tronto”, il fantasmagorico Bioparco con il “Bosco dei Ricordi”, labirinti a tema, un parco della ricerca e giardini botanici. Peccato, però, che nelle 54 pagine della relazione sul Biodigestore di Relluce, presentata da Ascoli Servizi comunali, non c’è traccia e neppure mezza parola che faccia anche solo riferimento al mega progetto annunciato dal primo cittadino ascolano (vedi articolo “Allucinazioni estive: arte e pic nic in discarica a Relluce”).

Due giorni fa, poi, quella che è lecito definire “la regina delle panzane estive”, con il post di Fioravanti, sulla propria pagina facebook, in cui il sindaco esalta “Ascoliva” e parla di 40 mila turisti nelle strutture ricettive cittadine. Che quel dato sia del tutto irrealistico dovrebbe essere immediatamente evidente, non fosse altro per il semplice fatto che in tutto il 2019 (cioè nell’anno non ancora condizionato dal covid) il capoluogo piceno aveva fatto segnare complessivamente meno di 40 mila arrivi turistici (per l’esattezza 37.058). Se non bastasse, basterebbe pensare che, secondo i dati riportati nel sito del Comune, complessivamente, tra alberghi, residence e B&B, il capoluogo piceno può contare su quasi 800 posti letto. E anche considerando non solamente i giorni di “Ascoliva” ma tutto il mese di agosto, pur ipotizzando un ricambio giornaliero di quegli 800 posti non si arriverebbe mai, anzi non ci avvicina neppure, ai 40 mila turisti citati da Fioravanti.

Se Fioravanti è stato il grande protagonista dell’estate, un contributo fondamentale l’ha dato tutta l’amministrazione comunale. In particolare per quanto riguarda la programmazione e le scadenze di importanti lavori, attesi da tempo. Come quelli per l’ennesimo intervento per la messa in sicurezza del ponte di San Filippo. Ad inizio estate (esattamente il 24 giugno), un comunicato stampa dell’amministrazione comunale annunciava l’avvio dei nuovi lavori di messa in sicurezza (a poco più di 4 anni dalla fine di quelli precedenti…) e la conseguente chiusura del ponte San Filippo a partire dal 1 luglio 2021 (con termine dei lavori previsto entro il 31 dicembre 2021).

Quasi 2 mesi dopo, esattamente il 26 agosto, il ponte continua ad essere regolarmente aperto senza alcuna limitazione (e lo è sempre stato nel corso di tutta l’estate…), del cantiere che doveva essere installato non si hanno notizie, così come non si sa più nulla dei lavori che dovevano iniziare 50 giorni fa. In tema di lavori pubblici, anche l’informazione locale ha fatto la sua parte. Basterebbe pensare, ad esempio, ai lavori di riqualificazione di corso Trieste. A metà estate alcuni quotidiani locali hanno annunciato con entusiasmo che l’amministrazione comunale aveva guadagnato 2 mesi nel lungo iter del progetto stesso, sostenendo che entro fine anno sarebbero terminati gli interventi per i sottoservizi. Peccato, però, che quegli stessi quotidiani locali, quando l’estate scorsa l’amministrazione comunale aveva annunciato l’avvio dell’iter del progetto, scrivevano che entro fine anno (fine 2020) o al massimo ad inizio 2021 sarebbero terminati quegli stessi interventi per i sottoservizi.

Tornando all’amministrazione comunale, a proposito di “bufale”, impossibile dimenticare quella messa “nero su bianco” nella Relazione Performance 2020 secondo cui gli straordinari dirigenti comunali avrebbero messo a segno un record inavvicinabile, riuscendo a raggiungere nel corso del 2020 154 dei 157 obiettivi fissati ad inizio anno. Peccato, però, che basta analizzare nel dettaglio quella relazione per scoprire una serie incredibile di forzature, distorsioni e anomalie che rendono quell’incredibile dato assolutamente inattendibile.

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