Esame di immaturità


Pubblicati lunedì 26 novembre, sul sito del ministero della pubblica istruzione, i quadri per l’esame di maturità del prossimo giugno. Ma bisognerà attendere almeno fino al prossimo febbraio per avere il quadro completo della situazione, prova orale compresa

 “Sarebbe palesemente ingiusto, oltre che illegale cambiare le regole in corso d’opera” “Si ascoltino gli insegnanti sul campo, non i cervelloni che si innamorano delle loro acrobazieUn bel pastrocchio, non c’è che dire. Intanto studenti e prof. Che dovrebbero farli allenare avrebbero un quadrimestre scarso. Ma di chi è stata la brillante idea?” “Meglio cancellarla e farla sostenere a chi si candida per diventare parlamentare, magari riducendo e semplificando i quesiti” “Per sostenere l’esame bisogna iscriversi entro il 30 novembre, dopo aver letto i quadri forse è meglio che non mi iscrivo così evito questa buffonata”.

Quelli riportati sono alcuni dei tantissimi commenti che da lunedì pomeriggio, dopo la pubblicazione sul sito del ministero dell’istruzione dei quadri di riferimento per l’esame di maturità del prossimo giugno, stanno inondando i social e i vari siti, la quasi totalità molto critici, ai limiti dell’indignazione. Che è difficile non condividere di fronte a quello che definire un “pastrocchio” è riduttivo e che conferma quanto poco interessa ai nostri politici il mondo della scuola.

Un disinteresse reso evidente dalla superficialità e l’approssimazione con cui si prendono provvedimenti e decisioni così importanti. Ma che, meglio di tanti altri discorsi, è dimostrato da un semplicissimo ma emblematico dato di fatto. Da anni, di governo in governo, il ruolo di ministro dell’istruzione è stato affidato a personaggi palesemente incompetenti, a dimostrazione di come l’istruzione purtroppo sia considerata qualcosa di fastidiosamente secondaria, quasi superflua.

Il precedentemente governo ci aveva “regalato” la Fedeli, una “sventura” di proporzioni bibliche a cui, non a caso, vanno i “meriti” per aver partorito questa schifezza di riforma dell’esame di maturità (le nuove regole sono state approvate dal decreto legislativo 62 del 2017). Dopo di lei era praticamente impossibile fare di peggio ma il nuovo governo ci si è messo d’impegno tirando fuori dal cilindro Marco Bussetti, docente di educazione fisico della scuola media che in questi mesi ci ha già regalato delle vere e proprie “perle”. E che forse, visto come se la sta prendendo comoda, ignora che l’esame di maturità si svolge ogni anno al termine dell’anno scolastico, a giugno.

Perché, prima di vedere nel dettaglio cosa prevedono i quadri di riferimento pubblicati sul proprio sito dal ministro, preliminarmente è giusto sottolineare che neppure in un paese del terzo mondo potrebbe accadere che a fine novembre i ragazzi che dovranno sostenere la maturità a fine anno scolastico non sappiano ancora con esattezza come si svolgerà l’esame.

E, ben che vada, dovranno aspettare febbraio 2019 quando il ministro Bussetti, che quando parla della scuola italiana sembra “Alice nel paese delle meraviglie”, ha promesso che con decreto chiarirà definitivamente tutti i dubbi e stabilirà (meglio tardi che mai…) definitivamente come saranno strutturate tutte le prove.

Avevano già sottolineato ad inizio anno scolastico come una tale situazione non sia ammissibile e sia a dir poco vergognosa  (“Solo in quel me­ra­vi­glio­so e sin­go­la­re pae­se che è l’I­ta­lia può ac­ca­de­re che, ad anno sco­la­sti­co ini­zia­to, non si sap­pia an­co­ra come sarà strut­tu­ra­to l’e­sa­me di ma­tu­ri­tà per gli ol­tre mez­zo mi­lio­ne di stu­den­ti che a giu­gno 2019 do­vran­no af­fron­ta­re la pro­va con­clu­si­va del pro­prio per­cor­so sco­la­sti­co” sottolineavamo allora nell’articolo “Esame di maturità 2019: non ci resta che piangere”).

In un paese “normale”, con rappresentanti istituzionali con un pizzico di “sale in zucca”, non ci sarebbero stati dubbi in proposito i primi studenti a cimentarsi con il nuovo esame di stato sarebbero stati coloro che hanno iniziato il triennio a partire dall’anno scolastico 2017/2018 (cioè in concomitanza con l’approvazione del decreto che stabilisce le nuove regole).

Anche un bambino capirebbe che cambiare e stravolgere le regole in corsa è una cosa assolutamente insensata e che, quanto meno, l’esame di maturità 2019 doveva (dovrebbe, teoricamente siamo ancora in tempo per prendere la decisione più logica) restare così come era fino allo scorso anno. Un errore grave, un’incomprensibile superficialità la cui responsabilità è innanzitutto del precedente governo. Ma anche l’attuale esecutivo ha le sue gravi colpe perché avrebbe potuto (e dovuto) rinviare tutto almeno di un anno, guadagnando per altro tempo per preparare con serietà e con attenzione le novità.

Invece, dopo rinvii e temporeggiamenti, lunedì è arrivato il primo passo ufficiale verso il nuovo esame di maturità Che, è confermato, prevede 2 scritti e non più 3, con importanti variazioni anche per quanto riguarda le due prove confermate. I quadri pubblicati dal ministero descrivono caratteristiche e obiettivi in base ai quali saranno costruiti sia il primo scritto, italiano, che la seconda prova diversa per ciascun indirizzo di studi.

Sono il frutto del lavoro di esperti delle varie discipline che hanno contribuito alla loro stesura” ci tiene a far sapere il ministero (e per fortuna che sono esperti…). Che, poi, annuncia che a partire dal mese di dicembre (cioè i prossimi giorni, almeno in teoria) metterà a disposizione tracce tipo per accompagnare verso il nuovo esame ragazzi e insegnanti. Che, ben che vada, avranno meno di un quadrimestre per esercitarsi e prepararsi…

Lo stesso ministero sottolinea che per la prima volta verranno rese disponibili anche apposite griglie nazionali di valutazione che consentiranno alle commissioni di garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti.

A gennaio saranno pubblicate le materie per la seconda prova, a febbraio la complessiva ordinanza sugli esami che negli anni passati normalmente veniva emessa a maggio” afferma un sempre più imbarazzante ministro Bussetti. Che ignora (o finge di ignorare) che negli anni passati l’ordinanza poteva anche essere emessa pochi giorni prima, visto che l’esame era lo stesso degli ultimi decenni.

Cosa ben diversa quest’anno con tutte le novità previste che, quanto meno, dovevano essere regolate e oggetto di specifica ordinanza ad inizio anno scolastico, non certo a febbraio. Ed è sconfortante anche solo doverlo ricordare al ministro… Polemiche a parte, vediamo nel dettaglio come si svolgeranno le due prove scritte, secondo quanto riportato sul sito del ministero.

Prima prova

Il prossimo 19 giugno, data della prima prova, i maturandi dovranno innanzitutto dimostrare di “padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti” e, per la parte letteraria, di aver raggiunto un’adeguata competenza sull’”evoluzione della civiltà artistica e letteraria italiana dall’Unità ad oggi”. I testi prodotti saranno valutati in base alla loro coerenza, alla ricchezza e alla padronanza lessicali, all’ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali, alla capacità di esprimere giudizi critici e valutazioni personali. La prova avrà una durata di sei ore. I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove (tipologia A, due tracce – analisi del testo; tipologia B, tre tracce – analisi e produzione di un testo argomentativo; tipologia C, due tracce – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità) in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico“.

Seconda prova

La seconda prova scritta del 20 giugno potrà riguardare una o più discipline caratterizzanti gli indirizzi di studio, come previsto dalla nuova normativa. La scelta delle discipline su cui i maturandi dovranno mettersi alla prova avverrà a gennaio. Intanto i quadri pubblicati oggi consentono di avere uno schema chiaro di come sarà composto lo scritto, indirizzo per indirizzo, materia per materia.

Per il Liceo classico, ad esempio, la prova sarà articolata in due parti. Ci sarà una versione, un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata. Seguiranno tre quesiti relativi alla comprensione e interpretazione del brano e alla sua collocazione storico-culturale. Il Ministero, secondo quanto previsto dalla nuova normativa, potrà optare anche per una prova mista, con entrambe le discipline caratterizzanti, Latino e Greco. Un altro esempio, per lo Scientifico la struttura della prova prevede la soluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto proposte. Anche in questo caso la prova potrà riguardare ambedue le discipline caratterizzanti: Matematica e Fisica.

Per i Tecnici la struttura della prova prevede una prima parte, che tutti i candidati sono tenuti a svolgere, seguita da una seconda parte, con una serie di quesiti tra i quali il candidato sceglierà sulla base del numero indicato in calce al testo. Anche qui potranno essere coinvolte più discipline. Ad esempio per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing l’elaborato consisterà in una delle seguenti tipologie: analisi di testi e documenti economici attinenti al percorso di studio; analisi di casi aziendali; simulazioni aziendali.

Per i Professionali la seconda prova si comporrà di una parte definita a livello nazionale e di una seconda parte predisposta dalla Commissione, per tenere conto della specificità dell’offerta formativa dell’Istituzione scolastica.

I quadri di riferimento di tutte le materie sono pubblicati a questo indirizzo (http://www.miur.gov.it/web/guest/news/-/asset_publisher/ubIwoWFcqWhG/content/esami-di-stato-del-secondo-ciclo-di-istruzione-a-s-2018-2019-d-m-769-del-26-novembre-2018)

Per quanto concerne la prova orale “le indicazioni complete saranno fornite nel decreto con le discipline scelte per la seconda prova che sarà emanato a gennaio” ci fa sapere il ministero. Che spiega anche come verrà dato spazio anche alle esperienze di alternanza Scuola-Lavoro svolte (che inizialmente invece sembravano essere escluse) e che “accerterà anche le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione”. Che la maggior parte delle scuole (a voler essere ottimisti…) non ha mai o quasi mai fatto.  Davvero superfluo aggiungere altro

bookmark icon