Ultras e giornalisti scatenati, formula 1 e moto peggio del calcio


I week end di Monza in formula 1 e di Misano nel motomondiale hanno dimostrato che, purtroppo, certi comportamenti antisportivi nel nostro paese non sono più esclusiva del calcio. Compresa l’imbarazzante “guerra” di Sky contro Romano Fenati

Una volta era il calcio. Ora le esasperazioni tipiche della società italiane, le continue divisioni tra ultras (e non semplicemente tifosi) si riversano in ogni sport, anche in quelli nei quali fino ad ora era quasi impensabile di assistere a “risse da bar” o intemperanze da tifosi. La conferma, purtroppo, si è avuta nelle settimane scorse quando in Italia ha fatto tappa prima il mondiale di Formula 1 (a Monza), poi quello delle moto (a Misano).

Due occasioni per mostrare al mondo intero che certi comportamenti che con lo sport non hanno nulla a che fare non sono più esclusiva del calcio nel nostro paese, con il consistente contributo anche di una buona parte della nostra stampa, sempre meno preoccupata di informare e riportare i fatti e sempre più propensa a seguire le distorsioni dei peggiori ultras. Si era partiti 15 giorni fa a Monza dove la parte più calda della tifoseria Ferrari aveva dato il peggio di sé fischiando sul podio il pilota inglese Hamilton, reo di essere arrivato davanti al proprio beniamino Vettel. In una sorta di sfida a chi si comporta peggio, la settimana successiva è toccato ai tifosi di Valentino Rossi (almeno ad una parte di loro).

Già nei giorni precedenti la gara, alla notizia che il loro beniamino non sarebbe stato presente a Misano, molti di loro hanno messo in vendita i biglietti già acquistati, mostrando quindi la loro grande passione per la MotoGP. E poco importa che in testa al mondiale ci fosse un pilota italiano su moto italiana. Quelli che invece hanno deciso di andare comunque hanno fatto anche peggio. Durante il warm up Marquez è scivolato e i tifosi hanno reagito esultando quasi come ad una vittoria di Rossi. In gara poi, quando è caduto Lorenzo, che stava vincendo a bordo di una moto italiana, l’esultanza è stata ancora più grande.

Come se non bastasse a fine gara sono arrivati i classici fischi rivolti a Marquez sotto al podio. Insomma ci sono state scene brutte che da troppo tempo si ripetono in MotoGP. Per fortuna, però, non tutti i tifosi si sono dimostrati così anti sportivi, anzi, unaparte della tifoseria di Rossi, sentiti i fischi, ha deciso giustamente di dissociarsi ed è riuscita a zittire gli ultras con cori di sostegno al proprio idolo che hanno coperto gli ignobili fischi. Ma se sono gravi certi comportamenti dei tifosi, peggio ancora è se ad avere atteggiamenti antisportivi è la stampa.

Il primo a mettersi in mostra, in un fine settimana davvero nero per il giornalismo sportivo italiano, è stato il vicedirettore della Gazzetta, Umberto Zapelloni, che, dopo l’infortunio di Rossi, ha condiviso una foto di Marquez che si allena facendo motocross definendola  provocatoria, in pratica facendo credere che il pilota spagnolo aveva pubblicato quella foto solo per “irridere” il campione di Tavullia. E poco importa se poi, in realtà, Rossi si è infortunato facendo Enduro che è una cosa diversa rispetto al motocross. Evidentemente il vicedirettore del principale giornale sportivo italiano ignora la differenza.

Il guaio è che la sua “bufala” è stata subito rilanciata dal quotidiano online Libero, che ha pubblicato un articolo “farneticante” in cui si invitava Rossi a tornare al più presto dall’infortunio solo per potersi schiantare contro Marquez, aiutando così Dovizioso a vincere il titolo. Non soddisfatti hanno, poi, pubblicato un altro articolo in cui sono state messe in bocca a Jorge Lorenzo dichiarazioni che il pilota spagnolo nega categoricamente di aver fatto e  che contengono insulti rivolti al pilota della Ducati. Alla vigilia della gara, poi, la storica voce del motomondiale, Guida Meda, su twitter ha finalmente ammesso quello che in realtà tutti sapevano da anni, cioè di essere tifoso e palesemente parziale nei confronti di Rossi.

Poco male se non fosse che, poi, subito dopo la gara di Motogp lo stesso Meda ha dimostrato cosa significa per un giornalista quando il tifo prende il sopravvento. Di fronte ai tifosi di Rossi che fischiavano Marquez sul podio ha provato in ogni modo a scagionare i fans del campione marchigiano, scaricando le colpe sui tifosi di Dovizioso e della Ducati. Che, come tutti sanno. si presentano alle gare di Motogp vestiti di giallo ed esibendo il numero 46…

Il tifo “accecante” per un pilota italiano in lotta contro piloti stranieri non può certo giustificare certe esasperazioni, ma almeno si può umanamente comprendere che in tutto ciò ci sia un qualcosa di vagamente patriottico. Del tutto incomprensibile, invece, è la campagna anti Fenati e pro Bulega che è proseguita anche a Misano su Sky. Tanti, troppi gli episodi sconcertanti in quest’ottica. Prima c’era stato lo spot sugli italiani al Mugello dal quale, guarda il caso, era stato escluso il solo Fenati.

Che, poi, dai commentatori di Sky era stato palesemente snobbato mentre era in lotta per la vittoria sia a Barcellona che ad Assen, mentre le attenzioni si erano concentrate su Bulega in lotta per un preziosissimo decimo posto. In un crescendo imbarazzante, in Germania una delle voce di Sky (Mauro Sanchini) non si è addirittura fatto scrupoli di dichiarare durante la telecronaca che sperava in un calo delle gomme di Fenati così che Bulega potesse sorpassarlo. A Brno Loris Reggiani, altro opinionista di Sky, ha definito deludente la straordinaria gara di Fenati. Ancora Sanchini a Misano in qualifica ci ha, poi,”deliziato” con la teoria secondo la quale la direzione gara avesse sbagliato a segnare il tempo in qualifica di Bulega e che il pilota del team Sky in realtà dovesse partire “casualmente” proprio davanti a Fenati.

In gara c’è stato poco da dire contro l’ascolano, troppo competitivo per poter essere criticato, ma ogni volta che veniva inquadrato Bulega mentre veniva sorpassato il commento dei telecronisti era “grande Bulega che va all’attacco”. Il vero e unico “grande” a Misano è stato il pilota ascolano. Ma non si può certo pretendere da ultras mascherati da cronisti che rendano omaggio e si alzino ad applaudire la sua straordinaria prova…  (DDS)

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