Un comunicato sul sito del Commissario straordinario sisma annuncia uno stanziamento ulteriore di 300 milioni, celebrato poi con enfasi dal governatore Acquaroli e dalla sottosegretaria Albano. In realtà non è un finanziamento aggiuntivo ma, addirittura, un pesante taglio di fondi…
Qualche anno fa era divenuta famosa una rubrica di Marco Travaglio dal titolo sin troppo emblematico, “Ci pisciano in testa e ci dicono che piove”, nella quale il direttore de “Il Fatto Quotidiano” in sostanza parlava e portava alla luce tutte quelle situazioni in cui i nostri politici di fatto prendevano in giro i cittadini, cercando di far passare per estremamente positivi anche provvedimenti e comportamenti che in realtà erano invece particolarmente penalizzanti. Il titolo di quella rubrica è la prima cosa che ci è venuta in mente nelle ore scorse dopo aver ascoltato i trionfalistici annunci dei politici locali (ovviamente di destra) sul presunto nuovo maxi finanziamento per la SS Salaria, come al solito amplificati e rilanciati senza preoccuparsi minimamente di verificare da parte della stampa locale.
A dare il via alle celebrazioni un comunicato stampa pubblicato martedì 8 ottobre sul sito del Commissario straordinario ricostruzione sisma. “Il governo, attraverso un apposito decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell’economia, ha stanziato ulteriori 300 milioni in favore della SS4 Salaria che si aggiungono alla provvista finanziaria già precedentemente riconosciuta all’antica strada consolare che attraversa il cuore del cratere sismico” si legge nel comunicato che poi nel dettaglio rende noto che quel soldi serviranno per finanziare il secondo lotto della variante di Trisungo-Acquasanta (per un totale di 201.545.631 euro), il secondo lotto della variante di Monterotondo scalo nel Lazio (32.519.320) e l’adeguamento a 4 corsie per un totale di 6 km nel territorio ricadente nella provincia di Rieti (65.048.000).
Poco dopo la pubblicazione di quel comunicato, lo stesso commissario sisma Guido Castelli, sui social, ha subito rilanciato la notizia, naturalmente approfittando per “incensare” gli esponenti politici del suo partito (Fratelli d’Italia), naturalmente a partire dalla presidente del Consiglio. “Grazie al governo Meloni – scrive Castelli sui social – prende forma e diventa realtà l’ammodernamento della Statale Salaria tra Acquasanta e Quintodecimo. Un intervento atteso da oltre 40 anni che potrà contare su un finanziamento complessivo di 357 milioni. Un altro segnale importante della ricostruzione che procede spedita e di quel gioco di squadra portato avanti in sinergia con il governo, il presidente Regione Marche Acquaroli, il sottosegretario Albano, l’on. Trancassini”.
Immediatamente in scia del commissario straordinario sisma, tutti gli esponenti politici da lui citati. “La Salaria è un’arteria fondamentale per il collegamento tra le Marche, il Lazio e Roma e questo ulteriore e importantissimo segnale da continuità all’azione del governo volta a combattere l’isolamento a cui eravamo condannati” sottolinea il governatore Acquaroli. “La riqualificazione della SS4 Salaria rappresenta un’opera di fondamentale importanza per le Marche e per l’intero Centro Italia, attesa da decenni e fortemente voluta dal governatore Acquaroli. Un traguardo che testimonia ancora una volta la vicinanza del governo Meloni alle popolazioni colpite dal sisma” aggiunge la sottosegretaria all’economia Albano che addirittura parla già di traguardo, come se quel finanziamento possa di fatto essere sufficiente per completare l’intervento. “Dopo anni di battaglie finalmente il governo Meloni dà risposte concrete su un’infrastruttura strategica come la Salaria. Ringrazio i ministri Giorgetti e Salvini per i fondi stanziati e tutta la nostra filiera istituzionale per questo traguardo raggiunto” commenta l’on. Trancassini.
Evidentemente l’entusiasmo, addirittura da fine intervento per qualcuno, del commissario e degli altri politici deve aver contagiato l’informazione locale che, nelle ore successive, ha rilanciato con toni per certi versi ancora più trionfali la (presunta) grande notizia. Quei pochi (pochissimi, forse si contano sulle dita di una mano…) che negli ultimi anni hanno seguito l’iter per la riqualificazione della Salaria e che conoscono gli atti si sono fatti immediatamente due conti. Considerando che nell’ultima finanziaria (2022) del governo Draghi erano stati previsti per la Salaria finanziamenti per poco meno di 500 milioni (489,68 milioni per l’esattezza), gli annunciati 300 milioni, che per il comunicato del commissario straordinario e per tutti gli altri esponenti della destra non c’è alcun dubbio che sono un ulteriore stanziamento, porterebbero la dotazione finanziaria complessivamente a disposizione per la riqualificazione di questa importante arteria stradale a poco meno di 800 milioni, non ancora sufficienti a coprire l’intero costo previsto per l’intervento (1,1 miliardi di euro) ma indiscutibilmente si tratterebbe di un grandissimo passo avanti, praticamente quasi tre quarti dell’opera sarebbe finanziata.
Già, il condizionale in questo caso è quanto mai d’obbligo perché, come purtroppo avviene sempre più di frequente, basta analizzare gli atti ufficiali per scoprire l’amara sorpresa. E rendersi conto che la realtà è completamente differente, anzi, opposta a quella raccontata dal comunicato e dai commenti successivi degli esponenti di destra: con il decreto n. 225/2024 del 4 settembre scorso, firmato dai ministri delle infrastrutture e delle economie, rispettivamente Salvini e Giorgetti, non vengono stanziati ulteriori fondi anzi, c’è una riduzione dei finanziamenti già previsti.
Infatti l’art. 2 comma 2 di quel decreto certifica come per quei 300 milioni si debba fare riferimento alla legge 197 del 29 dicembre 2022 (la legge finanziaria 2023, la prima del governo Meloni). Che, all’art. 1 comma 515 prevede esattamente lo stanziamento complessivo di 300 milioni di euro per la SS. Salaria. Non possono esserci dubbi, quindi, sul fatto che si tratta di un nuovo stanziamento. In realtà approfondendo ulteriormente è altrettanto chiaro che piuttosto siamo di fronte ad un clamoroso e pesante taglio di fondi, perché nel Documento di Economia e Finanza del 2022 approvato dal governo Draghi per la riqualificazione e il potenziamento della SS. Salaria era stato previsto un finanziamento di 489,68 milioni, sceso appunto a 300 milioni con il governo Meloni.
Altro che finanziamento aggiuntivo, passo avanti o addirittura traguardo, siamo di fronte ad un pesante passo indietro, con un taglio di poco meno di 200 milioni di euro. “Nonostante questo taglio ingiustificato – accusa l’on Curti – assistiamo con un certo imbarazzo all’esultanza incontenibile dei rappresentanti del centrodestra che, anziché richiedere spiegazioni, partecipano entusiasti al coro dei ringraziamenti per il ministro Salvini. Siamo di fronte all’ennesima opera di mistificazione della realtà. Il potenziamento di un’arteria strategica come la Salaria richiede, al contrario, un impegno serio e risorse adeguate. Oggi, infatti, una delle direttrici di collegamento a Roma più importanti del paese manifesta una drammatica perdita di efficienza che incrementa i tempi di percorrenza e crea problemi di sicurezza. L’enfasi con cui è stata accompagnata questa non notizia ricorda molto da vicino quella riservata alla presunta misura di salvaguardia delle classi scolastiche in area sisma. Anche in quel caso, infatti, vi fu la corsa ad intestarsi il risultato. Oggi sarebbe sufficiente chiedere a qualche sindaco del cratere per conoscere i risultati prodotti: zero classi in più”.
E se, nell’interpretazione propagandistica degli esponenti della destra al governa, i fantomatici 300 milioni in più testimonianza “la vicinanza del governo Meloni alle popolazioni colpite dal sisma”, ora che la situazione è chiara capovolgendo il discorso è giusto sottolineare come il pesante taglio dei fondi testimonia la distanza (quasi il menefreghismo…) del governo Meloni da quelle popolazioni…