L’inaugurazione “farsa” di via Trieste e la città incompiuta di Fioravanti


Duro atto di accusa del gruppo “Dipende da noi” contro il sindaco Fioravanti per il surreale spettacolo, “con tanto di fanfara e saltimbanchi”, messo in scena per l’inaugurazione della fine dei lavori di riqualificazione di via Trieste, avvenuti con un anno di ritardo…

Nel meraviglioso mondo virtuale del regno di Ugualos la settimana scorsa è andato in scena uno degli spettacoli più surreali e sconcertanti degli ultimi decenni, l’inaugurazione “in pompa magna” di via Trieste che, per chi non è di Ascoli e non vive nell’incanto mondo di Ugualos, non è una nuova via ma semplicemente una delle arterie principali della città che era in condizioni pietose e, dopo continui rinvii e “figuracce”, è stata semplicemente risistemata “a tempo di record”. Ma non nel senso positivo dell’espressione, in altre parole la riqualificazione non è terminata in tempo rapidi ma, anzi, si è conclusa (forse, perché in realtà c’è più un dubbio che i lavori siano davvero terminati…) con incredibile ritardo, praticamente un anno. E sul fatto che i lavori si siano conclusi (o quasi conclusi…) con incredibile ritardo non ci sono dubbi, è certificato inequivocabilmente da atti e fatti.

Infatti da contratto, e come si leggeva con estrema chiarezza nei cartelloni all’ingresso del cantiere, i lavori di riqualificazione di via Trieste dovevano svolgersi in 292 giorni. Quindi, considerando che la consegna dei lavori (come è riportato nei cartelloni stessi) è avvenuta il 27 giugno 2022, gli stessi dovevano concludersi, e via Trieste doveva essere completamente riaperta, nell’aprile 2023. In qualsiasi posto “normale” il sindaco, invece di mettere in scena quel surreale spettacolino, avrebbe umilmente chiesto scusa alla città e ai cittadini per i gravi problemi arrecati con la mancata riapertura nei tempi previsti dell’importante arteria, cercando di spiegare come era stato possibile accumulare così tanto ritardo. Invece nel meraviglioso mondo di Ugualos non solo l’amministrazione comunale mette in scena quell’imbarazzante spettacolo ma nessuno si sogna di disturbare il “sovrano” anche solo provando a chiedergli le ragioni del ritardo di un anno.

Ci sarebbe l’informazione locale che dovrebbe farlo ma, non è certo una novità, ormai la stampa locale si limita, nella maggior parte dei casi, si limita a fare da cassa di risonanza dei proclami del sindaco e della sua amministrazione comunale. Per certi versi si può dire che la surreale di via Trieste rappresenta l’emblema di quella che è la situazione nel capoluogo piceno. A sottolinearlo, in un lungo comunicato stampa, è il gruppo “Dipende da noi” che, alle prossime elezioni comunali, sostiene il candidato sindaco Emidio Nardini.

La recente inaugurazione di corso Trento e Trieste – si legge nel comunicato – è fortemente rappresentativa del modo di agire dell’attuale amministrazione: si organizza una festa con tanto di fanfara e saltimbanchi, per inaugurare una strada (finita con 4 anni di disagi conto i tre previsti) ma rimangono i cartelli che indicano invece il completamento dei lavori. Perché   inaugurare   se   la   via   non   è   davvero   e   fino   in   fondo   completata?  Abbiamo un’amministrazione che lascia tutto a metà come dice il sindaco stesso nella sua, una volta tanto veritiera, campagna elettorale, nel senso che non porta a termine mai nulla di quello che promette; si danno per fatte cose per cui a malapena sono state indette gare di appalto o i cui lavori sono appena iniziati, guarda caso proprio in campagna elettorale (Stadio, scuole, bonifica Carbon…),   una   situazione   che   sarebbe   ridicola   se   la   cittadinanza   non   si   fidasse   quasi ciecamente delle dichiarazioni fatte.

L’amministrazione   uscente   elenca   come   fatte   le   opere   di   ordinaria   amministrazione spacciandole per straordinarie e, con esse, tante promesse che non è riuscita a mantenere e pretende altri 5 anni per continuare a promettere, stringere mani e dispensare sorrisi illusori mentre Ascoli è lasciata ad un inesorabile declino caratterizzato da spopolamento, chiusura delle attività commerciali e una completa mancanza di prospettive per il futuro e per i giovani e le giovani della città. L’elenco delle incompiute è, di fatto una dichiarazione di fallimento e inconcludenza. Ora Ascoli ha la possibilità di cambiare, ha la possibilità di dire no al nulla, alla superficialità, all’approssimazione, all’apparenza senza sostanza, alla finta partecipazione, all’arroganza e mancanza di comunicazione con i cittadini, alla strutturale mancanza di un progetto per la città. C’è una coalizione forte, determinata e coesa con un progetto aperto e democratico pronto ad accogliere le proposte di tutte le persone che vorranno dare il loro contributo. Cittadine e cittadini di buona volontà pronti a mettersi in gioco per risollevare le sorti della città.

Stiamo incontrando le persone stufe della decadenza a cui è condannata la città stiamo ascoltando bisogni, interessi, proposte per costruire un programma partecipato per una città accogliente dal punto di vista turistico, intelligente e aperta sul piano culturale, pronta a valorizzare tutti i talenti del territorio offrendo loro la possibilità di sviluppare il proprio progetto di vita in una città, la propria, che sia sostenibile che diventi un modello per il contrasto al cambiamento climatico e solidale a misura di tutte le persone giovani adulte anziane e con disabilità”.

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