Ascoli tra rinnovate speranze e qualche rimpianto


Il pareggio contro il Venezia, unito ai risultati della giornata, lascia intatte le possibilità dei bianconeri di evitare il peggio, anche se alimenta qualche rimpianto sia perché si poteva ottenere qualcosa in più, sia pensando a quanto accaduto contro lo Spezia

Lo avevamo scritto dopo la “sciagurata” sconfitta a La Spezia, non possiamo che ribadirlo dopo il non disprezzabile pareggio e la buona prestazione contro il Venezia: nonostante tutto è ancora possibile evitare il peggio in questa “disgraziata” stagione. Quando mancano 6 giornate al termine l’Ascoli continua ad occupare il terz’ultimo posto in classifica (che vorrebbe dire retrocessione diretta in Lega Pro), con un solo punto di vantaggio sul Feralpi penultimo ma anche ad un punto dai playout (Ternana 33 punti), con la salvezza diretta che resta a tre punti di distanza (Bari, Cosenza, Spezia 35 punti).

Con un pizzico di necessario ottimismo si può aggiungere che ci sono alcuni fattori che possono alimentare le speranze bianconere. Partendo dal fatto che, sulla base di quanto visto nell’ultima giornata di campionato, nessuna delle squadre in coda sembra attraversare un gran momento di forma. Il Bari (2 punti nelle ultime 5 partite) ha perso al San Nicola molto più largamente di quanto non dica il 2-1 finale contro la Cremonese, lo Spezia ha sciupato la grande occasione di allungare non andando oltre l’1-1 contro il fanalino di coda, praticamente ormai in LegaPro, Lecco (per giunta in 10 per quasi tutta la ripresa). Il Cosenza si è salvato solo nel finale da una possibile sconfitta contro il Feralpi, mentre la Ternana ha evitato la sconfitta casalinga contro il Modena solo grazie ai “miracoli” di Iannarilli e ad alcuni clamorosi errori sotto porta dei canarini.

Per certi versi si potrebbe addirittura sostenere che, relativamente all’ultimo turno, la prestazione migliore tra le formazioni invischiate nella lotta per evitare la retrocessione sia stata quella dell’Ascoli che ha sofferto quasi nulla contro il Venezia terzo in classifica e che probabilmente nel complesso ha meritato di più della formazione di Vanoli. Ad alimentare le speranze c’è, poi, il calendario di queste ultime 6 giornate che vede le rivali dei bianconeri tutte alle prese con sfide molto difficili e delicate. Naturalmente va sempre ricordato come in serie B non esistano partite facile come dimostrano anche i risultati delle ultime giornate e, quindi, certe considerazioni sul calendario vanno prese con le dovute precauzioni. Però è innegabile che l’ultima giornata sulla carta era la peggiore per l’Ascoli, con i bianconeri alle prese con una sfida molto difficile e alcune rivali che potenzialmente avevano l’occasione per allungare.

Parliamo in particolare con lo Spezia che, in casa con l’ormai retrocesso Lecco, sembrava destinato a vincere e portarsi così momentaneamente fuori dalla zona playout. Ma anche la Ternana, in casa con un Modena in evidente crisi di risultati (3 punti nelle ultime 5 giornate), aveva una ghiotta occasione per guadagnare posizioni e mettere un margine maggiore con il terz’ultimo posto. Gli umbri ora, prima dello scontro diretto con l’Ascoli, sono attesi da due difficili trasferte contro Cremonese e Sudtirol, mentre lo Spezia sabato prossimo sarà sul campo della capolista Parma e, più in generale, ha un calendario durissimo (almeno sulla carta) fino al termine del campionato. Ovviamente nessuno si illude che per l’Ascoli sarà semplice la prossima partita (sabato 13 aprile alle 14) a Cittadella né tanto meno quella successiva con il Modena al Del Duca.

Ma si può quanto meno sperare che i bianconeri possano poi presentarsi al doppio scontro diretto contro Ternana (in trasferta) e Cosenza (al Del Duca) in una posizione migliore rispetto a quella attuale. Ed è sin troppo facile immaginare sin da ora che, se non ci saranno sconvolgimenti particolari nei prossimi due turni, quei due scontri diretti consecutivi saranno lo snodo cruciale del campionato dell’Ascoli. Che esce dalla partita contro il Venezia con qualche rimpianto, per la gara in se e pensando anche alla precedente sfida contro lo Spezia. Al netto degli errori singoli, è innegabile che, per chissà quale motivo, in Liguria, in quello che era uno scontro diretto importantissimo, i bianconeri non sono scesi in campo con la stessa cattiveria agonistica che hanno invece messo in mostra contro il Venezia. E che necessariamente dovrà accompagnare le prossime 6 gare della formazione di Carrera.

Anche la stessa gara contro i veneti può legittimamente dar adito a qualche rammarico perché, pur in una partita nel complesso molto equilibrata, alla fine è stato l’Ascoli a provare a fare qualcosa di più, soprattutto in alcuni frangenti della gara (il finale di primo tempo e i primi 20 minuti della ripresa). Il problema, non certo una novità, è che anche nei momenti migliori, quando i bianconeri spingevano e il Venezia sembrava in difficoltà, non sono state create tante occasioni gol. Due nel finale di primo tempo, con Zedadka che di testa, a due passi dalla porta, ha vanificato una bella combinazione Masini-Falzerano e, poi, con lo spunto di Pablo Rodriguez che ha creato scompiglio ma che non ha portato a nulla di concreto. Nei primi 20 minuti della ripresa, il momento di maggior pressione, sono invece arrivati diversi angoli, alcune mischie in area ma l’unica limpida occasione è nata dall’affondo sulla sinistra del neo entrato D’Uffizi, con il quasi autogol del difensore del Venezia.

Poco dopo l’ultimo pericolo costruito dall’Ascoli, con l’azione personale di Duris che ha concluso dal limite di poco fuori. Di contro gli ospiti, che pure hanno il miglior attacco del campionato, hanno costruito un’unica grande occasione, per altro su un’uscita avventata di piedi di Vasquez, con il salvataggio sulla linea di Bellusci che ha evitato il peggio. Per il resto il portiere bianconero non solo non è mai stato chiamato in causa ma non ha neppure mai corso alcun rischio. Purtroppo quello della scarsa incisività di questa squadra è un problema, ormai irrisolvibile, che si trascina dall’inizio del campionato. Per altro non si può dimenticare che, proprio nel momento decisivo della stagione, Carrera non può avere a disposizione Pedro Mendes (per il resto della stagione) e Nestorovski (non si sa fino a quando…) e deve necessariamente fare di necessità virtù.

Constatato sul campo che non ci si può certo affidare a Streng, l’allenatore bianconero praticamente in questo momento è costretto a schierare al centro dell’attacco Duris che non è certo una prima punta, insieme a Pablo Rodriguez. La cui sostituzione ad inizio ripresa ha destato non poche perplessità, scacciate via nel post partita da Carrera che ha parlato di qualche problema fisico per l’attaccante spagnolo. Proprio in considerazione delle difficoltà nel costruire gioco dei bianconeri non si capisce il motivo per cui, come contro lo Spezia, non sia stato proposto dal primo minuto Caligara, decisivo nella sfida vinta contro il Lecco e indiscutibilmente il centrocampista in grado di dare un pizzico di qualità in più al centrocampo bianconero.

Qualcosa di più, in chiave offensiva, si dovrebbe chiedere a Zedadka che fino ad ora ha profondamente deluso. Contro il Venezia è stato sicuramente più attento in fase difensiva ed ha corso molto sulla fascia sinistra, senza però trovare mai la giocata di qualità, lo spunto decisivo. E se nell’occasione avuta sul finire del primo tempo non era comunque semplice, con il pallone leggermente arretrato, concludere meglio di testa, grida ancora vendetta un contropiede a metà secondo tempo in superiorità numerica che l’esterno offensivo francese ha malamente sprecato, sbagliando il passaggio sulla tre quarti. Sicuramente positiva, invece, la prestazione della retroguardia bianconera che non ha concesso nulla, con Mantovani e Bellusci praticamente impeccabili. Peccato che quest’ultimo proprio nel finale ha commesso la sciocchezza che gli è costata l’ennesimo rosso e che lo terrà fuori dalla sfida di sabato a Cittadella.

Un’ultima considerazione merita l’arbitraggio, che definire discutibile è un eufemismo, del pessimo Pezzuto. In particolare nel primo tempo ha tollerato il gioco falloso dei veneti, non ha estratto il cartellino giallo almeno in 2-3 circostanze e, soprattutto, non ha concesso tre punizioni dal limite inequivocabili (clamorosa la gomitata del difensore veneto, proprio poco prima dell’ingresso in area, nei confronti di Pablo Rodriguez che andava punita con punizione e giallo. Non c’è piaciuto nasconderci dietro l’alibi degli arbitraggi ma davvero l’arbitro pugliese si è dimostrato assolutamente inadeguato per una sfida così importante. Sempre senza voler comunque cercare giustificazioni, c’è da sperare che in queste ultime decisive 6 giornate non diventino un fattore decisivo gli arbitraggi…

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