Sanità sempre più a picco, nuovi tagli per gli ospedali di Ascoli e San Benedetto


Mentre i sindaci Fioravanti e Spazzafumo, sempre muti di fronte alle ripetute penalizzazioni subite, ritrovano la parola per celebrare e accreditarsi la stabilizzazione di 108 precari, continuano i tagli e, di conseguenza, aumentano i disservizi nei due ospedali piceni

Miracolo nella provincia di Ascoli. Dopo anni di assoluto e totale mutismo, improvvisamente, praticamente all’unisono, i sindaci di Ascoli e San Benedetto, Fioravanti e Spazzafumo, hanno ritrovato la parola in merito alla situazione della sanità locale. E, guarda caso, il miracolo è avvenuto all’indomani della prima parzialissima buona notizia, la stabilizzazione di 108 precari (tra infermieri e Oss assunti durante il covid) che, lo capisce anche un bambino, cambia poco o nulla della disastrosa situazione generale dell’Ast di Ascoli.  Però i due primi cittadini, che in questi anni non hanno mai speso neppure mezza parola mentre la sanità picena andava “a rotoli”, con i due nosocomi ridotti ad ospedaletti neppure di secondo livello, non hanno voluto perdere l’occasione per provare ad intestarsi un presunto successo.

Anche perché, almeno per quanto riguarda il capoluogo piceno, con l’approssimarsi delle elezioni (e la mancanza di concreti risultati da rivendicare), ogni occasione è buona per il primo cittadino per fare un po’ di propaganda (anche se in realtà non che ne abbia bisogno…). Così quello che è semplicemente il risultato di una lunga lotta e di un duro confronto tra i sindacati e la Regione, nella quale, per altro, non si è mai registrato neppure per sbaglio un intervento, una presa di posizione da parte dei due sindaci, viene “venduto” come un successo per tutta la sanità locale, ottenuto anche e soprattutto grazie ad un presunto e molto ipotetico intervento dei due sindaci. Il tutto mentre si cerca di far passare sotto silenzio nuove pesanti e gravissime penalizzazioni e nuovi tagli agli ospedali di Ascoli e San Benedetto che rendono ancora più precaria, praticamente al limite, la situazione della sanità picena.

E’ il risultato del nostro impegno e della collaborazione con la Regione” ha commentato con entusiasmo Spazzafumo. “E’ un grande risultato che conferma il sinergico lavoro che l’amministrazione comunale sta portando avanti l’azienda sanitaria territoriale ascolana e con la direttrice generale Nicoletta Natalini. E’ il frutto della nostra collaborazione con la Regione” ha sottolineato Fioravanti. Ribadito che si tratta di un “contentino”, per quanto sicuramente apprezzabile, per altro con la beffa che i fondi necessari per la stabilizzazione (1,2 milioni di euro) compensano solo parzialmente il taglio di 1,8 milioni di euro per il personale sanitario dell’Ast di Ascoli stabilito per il 2023 dalla Regione (che ha invece aumentato i fondi per tutte le altre Ast), se i due sindaci sostengono che riescono ad incidere sulle decisioni in campo sanitario della Regione, allora bisognerebbe concludere che anche loro sono pienamente e pesantemente responsabili delle scelte fatte da Acquaroli e C. che in questi anni hanno umiliato e devastato la sanità picena, relegandola sempre più al ruolo di “Cenerentola” delle Marche.

Per altro mentre da un lato viene concesso questo “contentino”, dall’altro si continua ad accanarsi nei confronti dei due ospedali del territorio. Infatti mentre Fioravanti cercava di accreditarsi la stabilizzazione dei precari, arrivava la conferma della soppressione di 2 dei 5 posti letto di neonatologia dell’ospedale Mazzoni. “Abbiamo avuto la conferma del taglio, mentre ormai da tempo manca un primario di ostetricia. Questo ci induce a pensare che, dopo le elezioni comunali, il dipartimento verrà trasferito a San Benedetto, con buona pace del sindaco Fioravanti e dell’assessora Ferretti” accusa la responsabile sanità del Pd Manuela Marcucci. Anche l’Usb Pubblico impiego denuncia “le gravi criticità del dipartimento materno infantile” dell’ospedale di Ascoli, definendo “inaccettabile e assurda la riduzione di posti letto nell’U.O. Pediatria/Patologia Neonatale” e chiedendo “l’assunzione di personale ostetrico a copertura dei posti vacanti presenti”.

Si parla tanto di denatalità e di incentivare la natalità nel nostro territorio, ebbene queste scelte di depotenziare di professionalità e di posti letto non aiuta certamente ad incentivare e quindi aumentare la natalità del nostro territorio” aggiunge l’Usb che chiede risposte concrete e tangibili alla dirigenza dell’Ast e sottolineando come tutto ciò è tra le motivazioni dello sciopero proclamato per il prossimo 22 marzo. Se Ascoli (inteso come ospedale) piange, non sta certo meglio San Benedetto dove sabato scorso, nel corso di una manifestazione organizzata dall’opposizione (in concomitanza con il Consiglio comunale) sono stati denunciati “i tagli del personale medico e infermieristico del Pronto Soccorso, la riduzione dei posti letto della Medicina d’urgenza, le sempre maggiori difficoltà per i cittadini di prenotare esami e visite, le interminabili liste di attesa”.

La notizia della stabilizzazione dei dipendenti precari – hanno aggiunto i consiglieri comunali sambenedettesi – ha acceso l’entusiasmo a nostro avviso ingiustificato del sindaco. In realtà non si è trattato di una gentile concessione della Regione o di un nuovo investimento per rafforzare la sanità picena, bensì ha visto coinvolti dipendenti che già lavoravano presso i nostri ospedali e hanno garantito da anni, nonostante i contratti precari, i servizi e le prestazioni”. C’è poco da rivendicare e ancora meno motivi per esultare, quindi, la situazione è sempre più preoccupante e purtroppo di conferme ne arrivano praticamente in continuazione. Nei giorni scorsi, ad esempio, sono state rese note le classifiche degli ospedali di eccellenza redatte sulla base delle indagini effettuate dall’Istituto Tedesco di Qualità insieme al Media Partner Salute. Ed in almeno una delle classifiche delle varie aree cliniche nei primi 100 posti si trovano gli ospedali di tutto il territorio marchigiano, di tutte le province della nostra regione.

Naturalmente con l’eccezione della provincia di Ascoli, con gli ospedali di Ascoli e San Benedetto che non sono presenti tra i primi 100 nosocomi in nessuna delle aree cliniche. Purtroppo un risultato che da queste parti non stupisce nessuno, sindaci di Ascoli e San Benedetto esclusi…

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