L’Ascoli riparte ma la classifica fa paura


Contro la Cremonese seconda in classifica i bianconeri conquistano un buon pareggio, al termine di una prestazione più che sufficiente. Ma i risultati delle rivali per la salvezza spingono l’Ascoli al terz’ultimo posto in classifica, a 5 punti dalla salvezza diretta

Ci sono 13 gare a disposizione per evitare il disastro, la retrocessione in Legapro. Se finisse ora il campionato l’Ascoli, terzultimo, dovrebbe salutare la serie B insieme a Lecco e Feralpi, con Spezia e Ternana che disputerebbero il palyout per decretare la quarta retrocessione. I risultati negativi (per i bianconeri) del sabato, con la conseguente classifica che ne è scaturita, hanno reso molto più amaro il pareggio casalingo contro la Cremonese seconda in classifica che, in assoluto, non sarebbe certo da disprezzare. Si sapeva che il 25° non era un turno favorevole all’Ascoli, piuttosto i rimpianti scaturiscono dalle ultime due sconfitte (in casa con il Sudtirol, a Catanzaro) che potevano e dovevano essere evitate. In realtà, visto l’andamento della gara, qualche rammarico lo lascia anche la partita con i grigiorossi, nonostante alla fine lo 0-0 è indiscutibilmente il risultato più giusto.

Però l’opportunità finale che ha avuto il lentissimo Streng (che si è fatto recuperare da un difensore ospite) grida ancora vendetta e, prima ancora, ad inizio ripresa, dopo l’ingresso di D’Uffizi (al posto di un Caligara ancora lontano da una condizione accettabile), è sembrato che l’Ascoli potesse pensare concretamente al “colpaccio”. In quella fase, infatti, la squadra di Stroppa è andata in grandissima difficoltà a destra (la fascia sinistra offensiva dell’Ascoli) dove Pablo Rodriguez e D’Uffizi, supportati da Celia, dialogavano efficacemente, creando superiorità numerica. Non a caso proprio su quell’asse l’Ascoli ha costruito l’occasione migliore della sua partita, con il perfetto assist di Pablo Rodriguez per Falzerano che, dall’altezza del dischetto del rigore, contrastato da un difensore grigiorosso ha mancato di pochissimo la porta.

Subito dopo, però, Castori ha inspiegabilmente deciso di togliere proprio l’attaccante spagnolo e Celia , inserendo Zedadka e Streng, e di fatto la Cremonese ha potuto tirare un sospiro di sollievo, con lo stesso D’Uffizi che, non più supportato adeguatamente, pian piano si è spento. Sarebbe stato interessante nel post partita sentire Castori spiegare un doppio cambio a dir poco difficile da comprendere e che, di fatto, ha aiutato gli avversari in quel momento in difficoltà. Per altro già a Catanzaro l’allenatore bianconero aveva effettuato lo stesso cambio (Zedadka al posto di Celia), purtroppo con risultati disastrosi. Questa volta fortunatamente i danni sono stati minori, anche se nella mezzora in cui è rimasto in campo Zedhadka non ha lasciato il segno e si è fatto notare solo per un paio di facili passaggi clamorosamente sbagliati.

Discorso a parte merita Pablo Rodriguez, giocatore che continua a far discutere perché sicuramente non ha propriamente il fiuto del gol ma, al tempo stesso, è innegabile che è l’unico che prova a dare un po’ di vivacità in avanti, per altro venendo spesso a prendere palla nella propria metà campo. Contro la Cremonese nel primo tempo ha mostrato entrambi gli aspetti, le sue indiscusse qualità (velocità, dribbling, capacità di prendere punizioni) ma, al tempo stesso, i suoi limiti sotto porta. Ma in quella prima parte della ripresa era indiscutibilmente l’uomo più pericoloso dei bianconeri e, con il supporto di Celia e D’Uffizi, stava provocando grossi problemi alla difesa lombarda. In quel momento per nulla al mondo lo avremmo cambiato, ancor meno per mettere in campo Streng che, a voler essere magnanimi, per caratteristiche è giocatore poco o per nulla adatto a questa squadra.

Per altro se proprio per qualche arcano motivo bisognava fare entrare il finlandese sarebbe stato più logico togliere un encomiabile Pedro Mendes, sceso in campo non al meglio per aiutare la squadra in un momento così importante, che però ha mostrato di essere palesemente in difficoltà ed è rimasto sempre ai margini della partita. Oltretutto, con l’ingresso di Streng, Castori l’ha spostato sulla sinistra dove il portoghese si è definitivamente eclissato. Ha fatto discutere anche la decisione di lasciare in panchina capitan Botteghin. “Scelta tecnica” ha replicato un infastidito Castori nel post partita, anche se resta il sospetto che il difensore brasiliano (entrato poi nel finale di gara) si stato preservato per la delicatissima sfida con il Feralpi, considerato anche che era diffidato.

In realtà anche senza il suo indiscusso leader la difesa bianconera ha retto egregiamente contro uno degli attacchi più forti della serie B, anche se non sono mancate un paio di disattenzioni che potevano costare carissimo. Nel primo caso, a metà primo tempo, è stato bravissimo Bellusci a rinviare sulla linea di porta il pallonetto di Zanimacchia che aveva superato Viviano, nel secondo (nella ripresa) a salvare i bianconeri è stato il fuorigioco considerato giustamente attivo di un giocatore della Cremonese che ha spinto l’arbitro Marchetti, dopo consulto Var, ad annullare il gol dell’ex Tsadjout.

E’ andata bene, anche se nel complesso aver concesso così poco alla Cremonese (oltre le due occasioni citate un colpo di testa di Vasquez deviato in angolo da Viviano) è un indiscutibile merito dell’Ascoli. Che ha avuto anche la bravura di indirizzare la partita nella direzione più consona ai bianconeri. Che non hanno qualità e uomini per giocare un calcio brillante e produttivo ma che, quando sono attenti e concentrati, hanno la capacità di far giocare male qualsiasi avversario. Così è stato nel primo tempo, con i due lampi isolati della formazione di Stroppa (il salvataggio di Bellusci e il colpo di testa di Vasquez) e un paio di errori della stessa difesa grigiorossa non sfruttati adeguatamente da Pablo Rodriguez e Pedro Mendes.

Poi, come detto, in avvio di ripresa il momento migliore dell’Ascoli, con l’occasionissima di Falzerano, svanito dopo le citate e discusse sostituzioni di Castori. Da quel momento è stata la Cremonese a prendere in mano la partita e a provare a spingere, anche se, gol annullato a parte, Viviano non ha corso particolari pericoli. Nel finale il regalo della difesa grigiorossa (posizionata come peggio non si poteva) non sfruttato da Streng (ben servito da Falzerano). Al netto di tutte le altre considerazioni, sarebbe servito un pizzico di cinismo all’Ascoli per concretizzare una prova comunque positiva in un’importantissima vittoria, che avrebbe consentito ai bianconeri di essere a pari punti con Ternana e Spezia, a 3 punti da quella salvezza diretta (Sudtirol e Sampdoria 28 punti) che ora è distante 5 punti. Inutile nascondere che la situazione è critica ma è altrettanto innegabile che c’è tutto il tempo per rimediare e per uscirne fuori.

Naturalmente un bivio importantissimo sarà la partita di sabato prossimo a Piacenza contro il Feralpi penultimo, a 2 punti dai bianconeri. Considerando che poi resterebbero comunque 12 partite, sarebbe eccessivo considerarla una sfida da “ultima spiaggia” ma di certo è una partita da non sbagliare e, possibilmente, da vincere. Perché un pareggio consentirebbe di tenere dietro i lombardi ma rischierebbe di allontanare ulteriormente l’Ascoli sia dalla zona playout che dalla salvezza diretta. Dopo lo scontro diretto contro il Feralpi, i bianconeri avranno un fondamentale doppio turno casalingo (martedì 27 febbraio contro il Brescia, domenica 3 marzo contro la Reggiana) assolutamente da mettere a frutto per risalire la china. Sperando che per queste decisive sfide Castori possa avere a disposizione in buona condizione giocatori che potrebbero rilevarsi fondamentali (come Nestoroski, Valzania, Caligara) in questo lungo sprinto finale.

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