Capitale della Cultura e Giovanni Allevi, il festival delle occasioni perdute


Per corriere dietro a Russel Crowe, con la stucchevole telenovela sui presunti avi ascolani, il sindaco Fioravanti a Sanremo ha praticamente ignorato Giovanni Allevi, che ascolano lo è per davvero, che ha commosso e catalizzato l’attenzione dei media

Alla fine, dopo una settimana “martellante” in tv e anche sui media e sui social, il festival di Sanremo lo abbiamo anche sognato. E nel nostro sogno nella serata finale, quella che con oltre il 70% di share rappresenta indiscutibilmente la vetrina migliore, Amadeus sul palco dell’Ariston parlava di Ascoli Capitale italiana della cultura 2024, presentando il progetto culturale che aveva consentito al capoluogo piceno di ottenere quell’importante e prestigioso riconoscimento. Sempre nel sogno, qualche giorno prima, uscendo dal teatro lo stesso Amadeus era stata fermato dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, in versione Paolini (il noto disturbatore tv), che davanti ai microfoni di diverse tv gli aveva ricordato con orgoglio che l’ospite principale della serata, il maestro Giovanni Allevi, è cittadino ascolano, nato nel capoluogo piceno e vero vanto della nostra città e del nostro territorio.

Certo anche in sogno è decisamente imbarazzante vedere un sindaco che si comporta come il più noto disturbatore televisivo, se non fosse che è comprensibile la voglia di rivendicare con orgoglio il legame con la nostra città di uno straordinario personaggio come Allevi verrebbe quasi voglia di chiedergli di togliersi quella fascia perché Ascoli e gli ascolani, nonostante tutto, non meritano simili umiliazioni. Sempre nel sogno, poi, il primo cittadino ascolano aveva diffuso sui social un video dell’incontro che aveva avuto in un locale di Sanremo con Allevi, nel quale insieme annunciavano che la data zero della tournée, dopo oltre 2 anni di forzato stop, dell’artista ascolano naturalmente si sarebbe svolta a settembre ad Ascoli, probabilmente in piazza del Popolo o anche al teatro Ventidio Basso.

Al di là di tutto, a parte lo show alla Paolini di Fioravanti davvero un bel sogno. Peccato, però, che come sempre la realtà è purtroppo completamente differente (e l’unica parte che corrisponde è la peggiore, quella dell’imbarazzante show da molestatore tv di Fioravanti) e, per quanto riguarda il capoluogo piceno, la settimana di Sanremo ha raccontato tutta un’altra storia, per certi versi si potrebbe dire la solita storia, su quello che poteva essere e, per gli evidenti limiti degli amministratori, invece non è stato. Perché al posto di Pesaro come Capitale italiana della cultura 2024 poteva esserci Ascoli, se solo il sindaco e l’amministrazione comunale avessero fatto le scelte giuste (a partire dalla composizione di un comitato che definire “sgangherato” è un eufemismo…), affidandosi e coinvolgendo le personalità e le risorse adeguate che sono presenti nel territorio ascolano, in modo da presentare un progetto serio e credibile invece che quell’umiliante “pastrocchio”, inevitabilmente bocciato dalla commissione.

Ma soprattutto perché per correre dietro, in maniera incredibilmente imbarazzante, a Russel Crowe, con la stucchevole e surreale telenovela sulla cittadinanza onoraria, il sindaco ha praticamente ignorato chi cittadino indiscutibilmente lo è e che davvero poteva rappresentare una straordinaria vetrina per la nostra città, anche e soprattutto in considerazione del fatto che Giovanni Allevi è indiscutibilmente risultato il personaggio delle prime serate del festival, con la sua struggente ed emozionante confessione, al punto da catalizzare per giorni l’attenzione di tutti i media. In altre parole, per quanto riguarda l’immagine e la promozione della città, è come se il fato avesse regalato al capoluogo piceno l’opportunità di tirare un rigore a porta vuota ma il sindaco Fioravanti, incaricato del tiro, l’avesse malamente calciato fuori… Non è in discussione la volontà comunque di sfruttare l’inattesa opportunità rappresentate dalle presunte origini di Russel Crowe (piuttosto, però, va sottolineato l’indecente e il vergognoso comportamento degli ultras del primo cittadino che hanno riempito di offese e insulti chi, come l’Archivio di Stato, ha avuto l’unico demerito di aver svolto il proprio lavoro con serietà e correttezza…), quanto piuttosto il fatto che ancora una volta è stata fatta una scelta sbagliata.

Perché senza forzature e mistificazioni doveva essere Giovanni Allevi il nostro fiore occhiello, il nome su cui puntare subito per dare lustro alla nostra città, a prescindere da quanto poi è accaduto e dall’incredibile impatto mediatico che ha avuto la presenza dell’artista ascolano sul palco di Sanremo. C’è un particolare che meglio di tante parole fotografa in maniera sin troppo eloquente quanto accaduto. Nelle stesse ore in cui, con la solita stucchevole enfasi, il sindaco Fioravanti annunciava che a luglio Russel Crowe avrebbe fatto tappa anche ad Ascoli (ovviamente in piazza del Popolo) nella tournée con la sua band, i sindaci di Fermo e di Ancona con orgoglio sottolineavano i prossimi concerti nei rispettivi teatri cittadini  (teatro dell’Aquila a Fermo, teatro Muse ad Ancona) di Giovanni Allevi, definito “vero orgoglio marchigiano”.

Anche in questo caso, nessuno vuole mettere in discussione il concerto dell’attore neozelandese ad Ascoli, va benissimo che tra le varie tappe dei concerti che Russel Crowe terrà in Italia si è riusciti a far inserire anche il capoluogo piceno. Però non si capisce perché invece il primo cittadino, anche approfittando della sua “gita” a Sanremo, non abbia pensato che non poteva esserci miglior luogo che la città natale di Allevi per dare il via, dopo 2 anni di assenza dai teatri italiani, alla nuova serie di concerti del maestro ascolano. Al di là del fatto che è sin troppo chiaro che a spingere Fioravanti non c’è certo l’amore e l’interesse per la crescita della città, ma solamente l’eventuale ritorno per la sua immagine in vista delle elezioni del prossimo giugno, quello che più sconcerta è che il primo cittadino possa davvero essere convinto che il “mondo intero” possa invidiarci per il molto presunto trisavolo dell’attore neozelandese piuttosto che per l’appartenenza alla nostra comunità di un artista come Giovanni Allevi.

Dal mondo virtuale e irreale in cui vive ormai da quasi 5 anni, incensato dai suoi “servi sciocchi” pronti ad osannarlo sempre e comunque, Fioravanti non si rende conto che, al di fuori delle mura cittadine, della presunta origine ascolana di Russel Crowe praticamente non interessa a nessuno. Mei giorni sanremesi solo i media ascolani ne hanno parlato, su quelli nazionali solo qualche rarissima menzione. Per altro chi ne ha parlato (come Mediaset e “Il Giornale”) lo ha fatto certamente non in modo particolarmente lusinghiero, sottolineando piuttosto il fatto che in realtà dagli atti ufficiali risulta chiaramente che l’avo a cui si fa riferimento era di Fidenza. Tutti i quotidiani e i media nazionali, invece, hanno a lungo parlato e dato grandissimo risalto, dopo il suo commovente intervento sul palco dell’Ariston, al fatto che Allevi tornerà a fare concerti.

E non bisogna essere dei geni o dei grandi esperti in materia per capire che tipo di vetrina e di promozione per la città sarebbe stato se, sempre dal palco dell’Ariston, fosse arrivata la notizia che il via al nuovo tour sarebbe avvenuto dalla sua città natale, da Ascoli Piceno. In realtà ci sarebbe ancora il tempo per far si che ciò avvenga concretamente, la prima data del nuovo tour di Allevi è fissata per il prossimo 1 ottobre (xxx). Sarebbe bello e importante se il sindaco Fioravanti e la sua amministrazione si impegnassero concretamente per provarci davvero. Anche senza il palcoscenico di Sanremo a fare da cassa di risonanza, questo si che sarebbe un gran colpo per il capoluogo piceno di cui andare fieri…

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