L’Ascoli sprofonda tra errori, scelte discutibili e un pizzico di sfortuna


Quella con il Sudtirol doveva essere la partita della svolta, invece si è trasformata in una pesante debacle che ha confermato i limiti e le lacune di questa squadra, con l’aggravante delle discutibili scelte, iniziali e a partita in corso, di mister Castori

Doveva essere la partita della svolta, per tornare dopo tanto tempo fuori dalla zona playout. Invece nella sfida diretta contro il Sudtirol al Del Duca è arrivata una pesantissima sconfitta che fa malissimo, che fa scattare l’allarme e che getta pesanti ombre sul futuro dell’Ascoli. Innanzitutto per la classifica, ora davvero preoccupante, ma soprattutto perché la partita con il Sudtirol ha spazzato via l’ottimismo e le sensazioni positive sul mercato di gennaio, confermando che, nonostante i 9 innesti, la rosa bianconera continua ad avere evidenti limiti e lacune, ora non più sanabili. E poi perché dopo questa brutta partita tornano forti i dubbi su mister Castori che davvero domenica non ne ha azzeccata una, dalla formazione iniziale mandata in campo alle scelte a partita in corso, semplicemente incomprensibili.

Infine per l’infortunio che ha tolto di mezzo praticamente sin dai primi minuti Pedro Mendes e che ora tiene in ansia i tifosi bianconeri poiché c’è il rischio che il portoghese debba fermarsi per diverse settimane. E con anche Nestorovski fermo ai box per problemi muscolari sarebbe davvero un grandissimo problema. Certo l’Ascoli non è stato neppure troppo fortunato. E’ davvero girato tutto storto, dall’infortunio iniziale di Pedro Mendes al controverso episodio del possibile rigore nel recupero del primo tempo (le immagini alimentano i dubbi, sarebbe interessante sapere cosa ha spinto il Var a confermare la decisione presa sul campo dall’arbitro), pochi attimi prima del gol del vantaggio degli ospiti.

Ma la presunta malasorte non può far passare in secondo piano le responsabilità di società, allenatore e squadra. Che partono da un mercato di gennaio nel quale sicuramente la società ha fatto molto, senza però riuscire a porre rimedio alla più grande ed evidente lacuna di questa squadra: la mancanza di qualità da centrocampo in avanti. E’ dall’inizio della stagione che lo ripetiamo e che, purtroppo, i fatti lo confermano. Non c’è in rosa un centrocampista che sappia dettare i tempi della manovra, che sappia far girare palla, in grado di verticalizzare e di servire adeguatamente le punte. Non c’è un giocatore in grado di saltare l’uomo, né esterni offensivamente incisivi, in grado di mettere in area con continuità cross pericolosi. E con simili carenze inevitabilmente la manovra offensiva ne risente pesantemente, quando sono costretti a fare la partita (come con il Sutirol) i bianconeri ruminano calcio, non sono in grado di costruire trame di gioco ficcanti e, ancor più, faticano ad arrivare alla conclusione o a creare qualcosa che assomigli ad occasioni da gol.

Le uniche armi offensive che l’Ascoli ha a disposizione sono i calci da fermo e la capacità di sfruttare qualche errore avversario, come nel caso dell’azione che ha portato al pareggio (con la palla persa dagli ospiti al limite dell’area, anche grazie al pressing bianconero). Per certi versi il primo tempo contro il Sudtirol è l’esatta fotografia dei limiti della squadra. In una partita che doveva cercare a tutti i costi di vincere, l’Ascoli nei primi 45 minuti non ha mai tirato in porta, non ha mai impensierito Poluzzi, non ha costruito uno “straccio” di opportunità da gol. E, d’altra parte, come avrebbe potuto farlo con un centrocampo muscolare e di corsa (Di Tacchio, Valzania e Giovane), con due esterni sicuramente applicati e di buona corsa ma non con grande qualità, per giunta ben controllati dagli avversari, e senza un giocatore in grado di “strappare”, di creare superiorità numerica, di dare vivacità.

Nel mercato di gennaio qualche opportunità per sopperire a questa lacuna c’era (basterebbe pensare a Gaston Pereiro finito alla Ternana o Jagiello preso dallo Spezia), ma la società ha seguito altre strade, probabilmente con l’avvallo dell’allenatore che evidentemente non considera fondamentale per il suo tipo di gioco giocatori con determinate caratteristiche. Con Pablo Rodriguez che non riesce mai ad incidere, l’unico giocatore che in qualche modo riesce a dare una scossa e a portare un briciolo di vivacità nella manovra offensiva bianconera è D’Uffizi che, però, per chissà quale motivo viene messo in campo solo nelle situazioni disperate o nei minuti finali.

A complicare la situazione ci ha, poi, pensato mister Castori le cui scelte questa volta hanno suscitato grosse perplessità (per usare un eufemismo). Da quelle iniziali, con quel centrocampo così muscolare e senza qualità, a quelle a partita in corso. Detto di D’Uffizi, che in una partita da vincere contro un avversario ovviamente chiuso poteva essere una soluzione, difficile capire le ragioni per cui l’allenatore bianconero non ha schierato dall’inizio e, addirittura, non ha neppure fatto entrare Masini, assente a Como per squalifica e nelle ultime partite indiscutibilmente il migliore dell’Ascoli. Sottolineato che con un attaccante come Streng, forte fisicamente e nel gioco areo ma con piedi non proprio “educatissimi”, servirebbero esterni che mettono tanti palloni in area, altrimenti l’attaccante finlandese diventa praticamente inutile, il vero capolavoro al contrario Castori l’ha compiuto nella ripresa, dopo che i bianconeri erano comunque riusciti a pareggiare la partita e, addirittura, avevano anche sfiorato il 2-1 (unico pericolo, oltre l’autogol, costruito dall’Ascoli).

Una vera e propria “follia”, nel momento decisivo della partita, togliere un non brillante Di Tacchio per inserire Caligara, affidandosi ad un centrocampo a due con Valzania, non ancora al meglio ed evidentemente in difficoltà fisica (pochi attimi prima della sostituzione di Di Tacchio aveva rinunciato ad inseguire un avversario che gli era andato via…), e allo stesso Caligara, fermo da un paio di mesi ed ovviamente non ancora con il ritmo partita (e nei minuti in cui è stato in campo si è visto chiaramente). Tutto questo sempre con Masini desolatamente in panchina… Poi il doppio cambio nell’ultimo quarto d’ora, con l’inserimento di due difensori come Vaisanen e Quaranta per Mantovani e Celia, che ha definitivamente stravolto e mandato in confusione la squadra, schierata in campo senza criterio e senza più le necessarie distanze tra i reparti.

Si è molto parlato, nel post partita, dell’errore di Pablo Rodriguez che ha dato il via all’azione del decisivo 2-1 degli ospiti ed ovviamente sono innegabili le colpe dell’attaccante spagnolo. Però, solo qualche istante prima, c’era stata un’azione praticamente simile, con Falzerano che aveva perso palla a centrocampo sulla destra e Rauti che, indisturbato tra le “statuine” bianconere, era arrivato fino in area, fortunatamente concludendo poi addosso a Botteghin. Per altro, ribadite le evidenti responsabilità di Pablo Rodriguez, quando l’attaccante bianconero ha perso malamente palla l’Ascoli non era certo sbilanciato ma la retroguardia bianconera era posizionata malissimo e si è fatta superare con troppa facilità. Come già in occasione del primo gol, anche quello con la difesa schierata ma immobile e disattenta sia su Davi, sia sull’inserimento a centro area di Tait. Disattenzioni che non possono e non devono esserci in una partita così importante e che non sono ammesse per una squadra che, con i citati problemi in fase di costruzione del gioco, deve necessariamente aggrapparsi alla solidità e all’attenzione difensiva.

Come anticipato la sconfitta complica notevolmente la classifica dell’Ascoli, sempre quint’ultima ma ora a 5 punti dalla salvezza diretta (i 27 punti di Bari, Sampdoria, Pisa e Sudtirol), con alle spalle Ternana, Spezia e Feralpi ad un punto e il Lecco ultimo in classifica a 2. Evitare i playout è, quindi, ora più complicato e, per giunta, si accentua il rischio retrocessione diretta. A complicare le cose un calendario non certo amico, con i bianconeri attesi ora dalla difficilissima trasferta a Catanzaro, per poi ospitare al Del Duca la Cremonese seconda in classifica e in grandissima condizione (4 vittorie di fila). La speranza è che ancora una volta i bianconeri diano il meglio proprio contro le avversarie più quotate. Ma per farlo, anche in considerazione della quasi certa assenza di Pedro Mendes, la squadra dovrà evitare cali di tensione, errori e disattenzioni, mentre mister Castori dovrà ritrovare lucidità nelle scelte, iniziali e a partita in corso.

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