Brividi e qualche rimpianto, l’Ascoli riparte bene da Parma


I bianconeri rischiano di andare sotto nel primo tempo e nel finale di gara vengono salvati da Viviano e dalla traversa ma rimpiangono l’occasione del raddoppio fallita da Pablo Rodriguez. Segnali positivi da i nuovi arrivati ma servono altri innesti

Può sembrare paradossale uscire dal campo con un po’ di rammarico dopo aver ottenuto un pareggio in casa della lanciatissima capolista. Ancor più dopo che il tuo portiere negli ultimi minuti per 2 volte ha miracolosamente evitato il 2-1, che nell’ultimo assalto solo la traversa ha fermato gli avversari che, nell’arco di tutta la partita, complessivamente hanno creato una decina di occasioni da gol. Però è innegabile che quando Botteghin ha realizzato lo splendido gol del vantaggio bianconero, è stata forte la sensazione che ancora una volta l’Ascoli potesse espugnare il Tardini. Anche perché fino a quel momento tutta stava girando per il meglio per la formazione di Castori. Che, grazie agli errori sotto misura del Parma (e ad un paio di interventi di Viviano), era riuscita ad arrivare all’intervallo sullo 0-0, dopo un primo tempo nel quale la formazione di Pecchia, pur senza fare nulla di trascendentale, aveva avuto le occasioni per ipotecare la partita. E che, anche per i discutibili cambi operati da Pecchia ad inizio secondo tempo (una follia togliere il regista della squadra Hernani), nel primo quarto d’ora della ripresa improvvisamente aveva smesso di correre rischi, dando la sensazione di poter controllare la gara.

A completare il quadro l’evidente momento di smarrimento dei padroni di casa, di fatto colpiti alla prima vera opportunità (su una punizione dalla trequarti trasformata nel vantaggio bianconero dalla prodezza di Botteghin). Quella sensazione probabilmente si sarebbe trasformata in realtà se Pablo Rodriguez, pochi minuti dopo il gol di Botteghin, non si fosse divorato il raddoppio, al termine di un fulmineo contropiede dei bianconeri. Sicuramente bravo nell’occasione il portiere del Parma Chichizola a respingere con il piede la conclusione ravvicinata dell’attaccante bianconero che, però, da quella posizione non doveva fallire l’opportunità. Per questo è giustificato un po’ di rammarico perché per certi versi quell’occasione è stato lo “sliding doors” della partita. Sarebbe stato il 2-0 e, con meno di mezzora da giocare, anche se non certa la vittoria dell’Ascoli sarebbe stata molto probabile.

Alla fine invece è arrivato il pareggio, con brividi finali, che resta un risultato tutt’altro che disprezzabile, anche in considerazione dei risultati delle altre formazioni in lotta per la salvezza, e che rappresenta una fondamentale iniezione di fiducia per la formazione di Castori. Che pure aveva rischiato tantissimo in un primo tempo giocato sicuramente con coraggio ma con un atteggiamento tattico non molto avveduto. Per certi versi è sembrato di rivedere l’Ascoli di Venezia, una squadra coraggiosa che pressa altissima ma che, inevitabilmente, lascia troppi spazi ogni volta che gli avversari riescono a superare la pressione. In effetti in quel primo tempo il Parma ha sicuramente faticato nell’impostazione ma, ogni volta che è riuscita a superare la pressione alta dei bianconeri, è arrivato con estrema facilità nell’area avversaria, soprattutto con le incursioni di Man a destra (la fascia sinistra dell’Ascoli) che ha messo in grandissima difficoltà Falasco e Quaranta.

In realtà la prima grande occasione per sbloccare la gara, dopo poco più di 5 minuti, è nata da quell’altra fascia, con l’accelerazione di Mihaila sul cui cross radente fortunatamente Benedyczak, a due passi dalla porta sguarnita, ha mancato il facile appoggio. Dopo quel primo pericolo, però, da quella parte Falzerano, aiutato da un attentissimo Bellusci, ha preso le misure all’avversario ed è riuscito a contenerlo bene. E allora i pericoli del Parma sono arrivati tutti dall’altra parte con lo scatenato Man, imprendibile per i difensori bianconeri. A fermarlo ci ha pensato per due volte Viviano, prima con una coraggiosa uscita fuori area (respinta di piede), poi con un grande intervento sulla conclusione ravvicinata dell’attaccante rumeno, dopo un ubriacante slalom, con il successivo tap-in vincente di Benedyczak annullato dal Var per un evidente fuorigioco. E proprio l’attaccante polacco, poco prima, aveva fallito la più facile delle occasioni, calciando incredibilmente alto da dentro l’area, dopo l’ennesimo affondo di Man.

Considerando anche un altro paio di conclusioni sbagliate dai ducali da ottima posizione (con Bernebè e con lo stesso Man), pur senza dominare il Parma aveva comunque creato i presupposti per andare all’intervallo almeno in vantaggio, con l’Ascoli che di contro solo in un paio di circostanze si era fatta vedere dalle parti di Chichizola (una difficile conclusione volante di Falzerano, finita altissima, ed una buona opportunità per Giovane, per altro su un’azione viziata da un fuorigioco di Pablo Rodriguez). Come anticipato i cambi operati nell’intervallo da Pecchia, insieme ad un atteggiamento un po’ più prudente dei bianconeri (che hanno abbassato il baricentro della squadra di una ventina di metri), hanno cambiato l’inerzia della gara, con l’Ascoli che nel primo quarto d’ora della ripresa ha controllato senza affanni i tentativi dei padroni di casa.

Poi lo splendido gol di Botteghin e l’occasionissima di Pablo Rodriguez che avrebbe potuto indirizzare probabilmente definitivamente la partita. Scampato il pericolo il Parma, pur se con una certa confusione, ha ripreso a spingere alla ricerca del pareggio, trovato poco dopo su un’azione rocambolesca, con l’evidente complicità di Falasco (che nell’occasione probabilmente aveva commesso fallo da rigore) e la mancata chiusura di Quaranta su Bernabè. Nel finale di partita, poi, i bianconeri hanno seriamente rischiato di subire la beffa, con Viviano bravissimo prima a respingere di piede una conclusione ravvicinata di Partipilo (male, nell’occasione, Adjapong) poi a togliere dall’angolino una perfetta punizione, ancora di Partipilo. Nell’occasione era stato anche espulso (secondo giallo) Bellusci, costretto ad intervenire alla disperata sull’attaccante del Parma lanciato a rete, dopo una brutta palla persa a centrocampo da Nestoroski.

Poi, proprio all’ultimo assalto, la traversa a salvare l’Ascoli da quella che sarebbe stata una punizione troppo severa per i bianconeri. Che possono guardare al futuro con un pizzico di ottimismo in più, sempre nella consapevolezza che servono comunque ulteriori innesti dal mercato per poter raggiungere l’obiettivo salvezza. I primi due nuovi arrivati sono stati utilizzati solo nella seconda parte della ripresa ma hanno già mostrato di poter essere molto utili alla causa. D’altra parte le qualità di Valzania si conoscono e, se in condizione, sicuramente contribuirà ad aumentare il valore del centrocampo bianconero. Quanto a Celia la sensazione (e la speranza, vista la prestazione di Parma di Falasco) è che molto presto sarà lui a presidiare la fascia sinistra bianconera.

L’urgenza più importante in questo momento è almeno un centrale difensivo, possibilmente già in condizione perché domenica contro il Bari mancherà lo squalificato Bellusci (fino all’espulsione probabilmente il migliore dei bianconeri). Ma anche a centrocampo serve un altro innesto di qualità, sperando che in avanti recuperi una forma accettabile Nestoroski e diventi un po’ più concreto Pablo Rodriguez. Al di là della soddisfazione per il pareggio in casa della capolista, non c’è tempo da perdere perché la classifica resta molto preoccupante (terz’ultimo posto con la Ternana), anche se la salvezza diretta resta comunque ad “appena” 3 punti (i 21 punti del Cosenza).

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