Un medico al capezzale di una città moribonda: Emidio Nardini candidato sindaco dell’opposizione e di movimenti e associazioni


A sostegno della sua candidatura tutti i gruppi dell’opposizione consiliare (Pd, M5S e Ascolto & Partecipazione) ma anche altri movimenti, partiti, liste civiche e associazioni del territorio (come Partito Socialista, “Dipende da noi”, “Attivamente”, “Territori e Sviluppo”

La battuta è sicuramente scontata ma, allo stesso tempo, altrettanto calzante: serve un medico al capezzale di una città malata, quasi moribonda. E chi meglio di Emidio Nardini, cardiologo conosciuto e apprezzato e consigliere comunale uscente di “Ascolto & Partecipazione”, può cimentarsi in questo che per svariati motivi è un compito molto arduo. Innanzitutto perché il capoluogo piceno è davvero ridotto in condizioni desolanti, in coma quasi irreversibile, messo ko dai tragici e straordinari eventi dell’ultimo decennio (prima il terremoto, poi il covid) ma, soprattutto, da anni di pessima (per essere magnamini…) amministrazione, con i sindaci che si sono succeduti (prima Castelli, ora Fioravanti) indiscutibilmente straordinari “piazzisti”, insuperabili nel raccontare le inesistenti virtuose gesta di una città che non esiste e nel mascherare la reale situazione di un capoluogo che di anno in anno sprofonda sempre più, al punto che non può più essere definito tale.

E proprio l’indiscussa capacità dell’attuale primo cittadino e della sua amministrazione di raccontare “favole” ad una città e a cittadini sprofondati in un interminabile letargo rende l’impresa ancora più ardua. I fatti e i dati parlano chiaro, Ascoli è sempre più fanalino di coda delle Marche in ogni settore (dal turismo alla sanità), è stata superata da San Benedetto per residenti e per universitari. Negli ultimi 5 anni è andata incontro a pesanti figuracce e cocenti bocciature (su tutte quella per la candidatura a Capitale della Cultura 2024), con l’amministrazione comunale attuale che non è stata in alcun modo di tenere neppure lontanamente fede alle promesse fatte in campagna elettorale (scuole e curva sud solo per citare le più clamorose), ha commesso pasticci di ogni genere accumulando incomprensibili ritardi negli interventi più importanti (basterebbe ricordare il ponte di San Filippo e via Trieste che da contratto doveva essere pronta l’aprile scorso). Una serie infinita di debacle che in qualsiasi posto normale avrebbero portato ad un tondo del gradimento del primo cittadino (e della sua amministrazione) che, invece, nella classifica per il gradimento dei sindaci dei comuni capoluogo risulta incredibilmente al secondo posto.

E se in questi 4 anni la macchina propagandistica dell’amministrazione comunale, con il generoso aiuto di gran parte della stampa locale che da tempo immemorabile ha smesso di svolgere il proprio compito (cioè informare correttamente i cittadini), ha lavorato h24 a pieno regime, è sin troppo facile immaginare che nei mesi che ci separano dalle elezioni comunali della primavera 2024 il sindaco e la destra ascolana scenderanno in campo con tutta la propria forza ed incrementeranno ulteriormente la campagna propagandistica per rivendicare successi che non esistono, per raccontare gli inesistenti fasti di una città che invece sta morendo (in realtà l’irreale show è già iniziato, come dimostrano i manifesti di Fratelli d’Italia sul riacquisto dei parcheggi da parte del Comune che, ammesso che avrà reale seguito, avverrà non prima del 2025).

E’, quindi, del tutto evidente che Nardini è chiamato ad una sfida improba e molto complicata che, per certi versi, rappresenta l’ultima spiaggia per il capoluogo piceno per non sprofondare definitivamente. Nella quale, però, il candidato sindaco non sarà solo perché, per la prima volta nella storia degli ultimi 25 anni di questa città, avrà il sostegno e l’appoggio di tutti i gruppi dell’opposizione consiliare (dal Pd al Movimento 5 Stelle, oltre naturalmente il suo) ma anche di altri movimenti politici e partite, liste civiche e associazioni del territorio (dal Partito Socialista, “Dipende da Noi”, “Attivamente”, “Territori e Sviluppo”).

Per altro, come sottolineato alla presentazione che si è svolta venerdì scorso alla “Rinascita” di fronte ad una sorprendente folla di persone, è una candidatura che arriva al termine di un percorso che è partito in Consiglio comunale tra le forze di opposizione, subito dopo le elezioni del 2019. “Ci sono due cose fondamentali che ci uniscono – ha spiegato Massimo Tamburri del Movimento 5 Stelle – la prima è la comune enorme preoccupazione per una città che continua a sprofondare, con l’economia che soffre, i posti che diminuiscono, i giovani che se vanno perché senza prospettive. La seconda è proprio la figura di Mimmo (Emidio Narducci), persona per cui nutro e nutriamo tutti una profonda stima”. “Per la prima volta dall’assise comunale è uscito qualcosa di nuovo” ha aggiunto Angelo Procaccini del Pd. Novità che ci ha tenuto subito a sottolineare un emozionatissimo Nardini.

La novità sta nel come siamo arrivati a questa candidatura – ha affermato –  che è il risultato di una sintesi tra i vari partiti, gruppi, movimenti e organizzazioni”. Ma la vera e più importante novità sta nel voler estendere tale modello anche a tutti i cittadini, in modo che non siano deleganti o addirittura sudditi di un potere da loro stessi demandato ma diventino non solo partecipi, anche protagonisti delle scelte importanti per la loro città e la loro vita. In altre parole, la novità è non pensare di indicare un candidato sindaco come gestore insieme a pochi altri ma proporre l’accordo da tutti i componenti (ed altri che vorranno aderire) della coalizione a tutti i cittadini perché la città è un bene comune a cui tutti hanno diritto e a cui tutti possono e devono partecipare per renderla migliore.

Stiamo perdendo, non riusciamo più a vivere – afferma Nardini – la percezione di tutti è quella di una città che viene abbandonata, umiliata da lustri e lustri di stravolgimento. Ascoli è una città bellissima, posta in un luogo bellissimo, un gioiello in cui sarebbe magnifico vivere deturpato da anni di incuria che hanno arrestato ogni possibilità di crescita culturale, di avanzamento sociale, di aspettativa di lavoro per i giovani, nostra speranza per il futuro, che ogni anno se ne vanno a frotte. Tutto questo nel nome di uno pseudo sviluppo di un’accezione economica dominante che è un vantaggio per pochi che man mano sta rendendo sempre meno desiderabile vivere in questa città. E’ necessario che i cittadini diventino protagonisti nelle scelte per la città, dobbiamo capire che Ascoli è nostra, è un bene comune che tutti insieme dobbiamo tutelare”.

Quindi una richiesta non di consenso ma di assunzione di responsabilità che non sarà quella del sindaco o di gruppo, partiti e associazioni di categoria ma di tutti gli ascolani che diventeranno artefici del proprio destino. “La novità assoluta – conclude Nardini – sarà far diventare la città una realtà non solo culturale e sociale ma anche creare ad Ascoli una politica da esportare, aperta alle aspettative e alle prerogative di tutti, in particolare di giovani e donne” In altre parole “una città nuova per ascolani nuovi”. Un’opportunità, forse l’ultima, per il capoluogo piceno per provare ad evitare un triste destino che sembra già scritto e ineluttabile…

bookmark icon