Il governo Meloni si accanisce contro il territorio marchigiano e piceno, niente Zes per le Marche


Nel colpevole e inaccettabile silenzio del governatore Acquaroli e del sindaco Fioravanti, che ancora una volta non hanno difeso come dovevano il territorio, il governo e la maggioranza di destra bocciano l’emendamento dell’on. Curti che chiedeva la Zes anche per le Marche

Nel vergognoso silenzio della Regione, dell’amministrazione comunale del capoluogo piceno e dei politici del Piceno, il governo Meloni e la sua maggioranza di destra hanno assestato un nuovo pesantissimo schiaffo alle Marche e, in particolare, al territorio piceno. E’ stato, infatti, bocciato l’emendamento presentato dai parlamentari marchigiani del Pd Curti e Manzi che chiedeva di istituire la Zona economica speciale (Zes) nelle Marche o, in alternativa, di agganciare la nostra regione alla Zes unica del mezzogiorno istituita nei mesi scorsi dal governo. In questo caso oltre al danno si aggiunge la beffa perché nel corso del 2022 politici e amministratori regionali hanno più volte celebrato l’importanza dell’istituzione della Zes per le Marche che sembrava cosa fatta.

Basterebbe ricordare, ad esempio, l’incontro del marzo 2022 con Camere di commercio, categorie e sindacati presieduto dagli assessori regionali Castelli (oggi senatore e commissario straordinario per il sisma) e Aguzzi, con la partecipazione dei consiglieri regionali di destra Ciccioli, Marcozzi, Marinelli e Putzu, che esaltavano tutti i vantaggi che sarebbero derivati per la nostra regione dalla Zes. Per non parlare, poi, del comunicato stampa stile Istituto Luce della Regione qualche settimana dopo nel quale si raccontava del viaggio a Bruxelles dei vertici regionali per parlare della futura Zes. Per certi versi, però, si può dire che la beffa è doppia perché, proprio nelle stesse ore in cui stava perpetrando questa ennesima pesante penalizzazione per la nostra regione, la presidente del Consiglio Meloni scendeva nelle Marche, precisamente ad Acqualagna, insieme al ministro Fitto per prendere in giro i marchigiani, rivendicando come successo del governo l’erogazione dei fondi per la coesione che in realtà come sempre vengono assegnati dall’Unione europea.

In questo caso per certi versi ancora più grave il comportamento del governatore marchigiano Acquaroli che, nell’annunciare la visita della Meloni, ha parlato di “accordo storico nelle Marche”, fingendo di non sapere che in realtà si trattava di un normalissimo atto dovuto di routine, con i fondi per lo sviluppo e la coesione che ogni 5 anni vengono assegnati dall’Unione europea e poi distribuiti tra le varie regioni. Naturalmente lo stesso Acquaroli non ha proferito parola sull’esclusione delle Marche dalla Zes, né si è degnato di prendere posizione in favore dell’emendamento presentato da Curti e Manzi per sostenere le ragioni e gli interessi dei marchigiani. Però non scopriamo certo ora che per il governatore marchigiano prima di tutto vengono gli interessi del suo partito e della sua parte politica per i quali si possono tranquillamente sacrificare le legittime richieste del territorio regionale.

D’altra parte lo stesso Acquaroli a sua volta beneficia dello stesso trattamento di favore da parte del sindaco di Ascoli e suo compagno di partito Marco Fioravanti che, dopo essersi autoproclamato “paladino” degli ascolani in difesa dell’ospedale cittadino e della sanità ascolana quando ancora la Regione era governata dal centrosinistra, in silenzio e senza mai protestare o rivendicare quei diritti che aveva promesso di tutelare ha supinamente accettato tutte le pesantissime penalizzazioni che la Regione di Acquaroli ha imposto alla nostra sanità, di “mazzata” in “mazzata” praticamente ormai “alla frutta”. E naturalmente il sindaco Fioravanti si è ben guardato dal sostenere la richiesta della Zes che, se per le Marche era fondamentale, per il territorio piceno era di vitale importanza visto che a pochi chilometri di distanza (nell’Abruzzo inserito invece nella Zes) sono previsti aiuti e agevolazioni che nel Piceno non ci saranno.

E non bisogna certo essere dei fini analisti per comprendere ciò che questa situazione determinerà per il nostro territorio. “Un imprenditore se deve aprire ad Ascoli o ad Ancarano secondo voi dove apre?” chiedeva retoricamente il consigliere comunale della Lega Alessio Rosa nell’illustrare la mozione sulla Zes presentata in Consiglio comunale. Nell’occasione il sindaco aveva assicurato che “a livello relazionale ci sto lavorando”, proponendo poi la costituzione di una commissione permanente (Consulta) che doveva riunirsi una volta al mese per seguire la vicenda. Naturalmente quella commissione ancora non è stata costituita, intanto però la possibilità della Zes per le Marche e per il Piceno di fatto è definitivamente tramontata. A dimostrazione di come il primo cittadino ascolano, sempre più “perso” nel suo mondo virtuale, abbia ormai perso ogni contatto con la realtà.

La bocciatura del mio emendamento che richiedeva l’inserimento delle Marche nella Zona economica speciale unica è un atto grave che costituisce una pesante zavorra sul processo di sviluppo – accusa l’on. Curti – un no che rischia di pregiudicare il rilancio economico e produttivo della nostra regione. Il governo anche in questa occasione volta le spalle ai marchigiani, nel silenzio assordante della giunta regionale e dei rappresentanti del centrodestra”.

Nella più totale indifferenza del governo della Regione in queste ore è stato perpetrato uno dei più grandi tradimenti alla comunità marchigiana da parte del governo Meloni. La bocciatura dell’emendamento per l’istituzione della Zes è un danno grave per la nostra economia e soprattutto per il Piceno che soffrirà di più la competizione con i confinanti territori abruzzesi che saranno invece avvantaggiati da sgravi fiscali e incentivi che permetteranno alle imprese di investire al confine, a danno della nostra provincia” aggiunge la consigliera regionale ascolana Anna Casini, mentre in una nota il Pd regionale ricorda tutti i vantaggi che “grazie al governo delle destre” la nostra regione perderà: benefici fiscali, credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali all’attività d’impresa, aiuti per ricerca e sviluppo, aiuti per la formazione dei dipendenti, incentivi all’occupazione, detassazione e sconto/rimborso di vecchi debiti fiscali con l’erario, riduzione dei dazi doganali di importazione, differimento dei dazi sui beni importati, esenzione da dazi di importazione per materie prime e semilavorati trasformati in loco, esenzioni iva su importazioni correlate ad esportazioni e servizi forniti in loco o esportati, riduzione del 50% dell’imposta sui redditi e sui profitti societari per le imprese che avviano una nuova attività o aziende operative che avviano un’attività diversa e non esercitata fino a quel momento fino a sei periodi di imposta successivi.

Agevolazioni importanti e determinanti che le Marche e il Piceno non avranno, mentre il vicino Abruzzo si. Una mazzata senza precedenti per il territorio piceno che rischia di subire il “colpo di grazia”, abbandonato da chi avrebbe dovuto difenderlo e tutelarlo. Parliamo naturalmente del governatore Acquaroli, della sua giunta e della sua maggioranza di destra, del sindaco Fioravanti, della sua giunta comunale e della sua maggioranza di destra ma anche dei parlamentari delle Marche che non hanno accettato e avallato questa indecente penalizzazione: i deputati  Ste­fa­no Ma­ria Go­sto­li, An­to­nio Bal­del­li, Lu­cia Al­ba­no di Fra­tel­li d’I­ta­lia, Mir­co Car­lo­ni, Au­gu­sto Mar­chet­ti e Gior­gia La­ti­ni del­la Lega, di Fran­ce­sco Bat­ti­sto­ni di For­za Ita­lia e dei se­na­to­ri Gui­do Ca­stel­li (FdI), An­to­nio De Poli (Udc) ed Ele­na Lom­bar­di (FdI).

Non accetteremo che il governo si disimpegni limitandosi ad approvare in maniera generica gli ordini del giorno sul tema – afferma ancora Curti – in sede di discussione della prossima legge di bilancio rinnoveremo l’istanza per la creazione di una Zes per le Marche”. In realtà, però, il governo ha già fatto sapere che è intenzionato a porre la fiducia per l’approvazione della legge di bilancio per evitare che emergano le forti divergenze che ci sono tra i vari partiti della maggioranza di destra. E a pagarne le spese sarà ancora una volta il nostro territorio…

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