Scuola Don Bosco, farsa senza fine…


Come in un surreale “gioco dell’oca”, dopo 6 anni si torna al punto di partenza, con una nuova verifica di vulnerabilità sismica affidata il 21 ottobre scorso con determina n. 3777. Obiettivo trasformare l’intervento di demolizione e ricostruzione in un semplice adeguamento sismico

Nella sempre più indecorosa telenovela sulla sicurezza delle scuole, la surreale vicenda della scuola Don Bosco, che nei giorni scorsi si è arricchita di una nuova paradossale puntata, è probabilmente quella che fotografa al meglio la confusione che regna sovrana in Comune, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Con determina n. 3777 del 21 ottobre scorso, pubblicata sull’albo pretorio on line nel fine settimana scorso, l’amministrazione comunale ha affidato “i servizi di ingegneria ed architettura relativi alla verifica sismica della struttura esistente con individuazione delle carenze strutturali dell’edificio scolastico Don Bosco di via Kennedy”. Sono passati più di 6 anni dall’ordinanza del commissario straordinario che individuava le scuole su cui intervenire, 5 anni e mezzo da quella che confermava il finanziamento di 4,1 milioni di euro per l’intervento alla scuola Don Bosco (ordinanza del commissario straordinario del 10 maggio 2018), poco meno di 3 anni dall’avvio dell’iter progettuale, 1 anno e mezzo dall’assegnazione dell’incarico di progettazione dell’intervento alla Exuup srl di Umbertide  e solo ora ci si rende conto della necessità di effettuare una verifica sismica?

In realtà il paradosso è ancora maggiore perché la verifica di vulnerabilità sismica sulla scuola è stata già effettuata ed ha fornito un risultato inequivocabile: la Don Bosco è tra le 5 scuole cittadine con la situazione peggiore, nella fascia più critica di massimo rischio (classe G). Questo era stato l’esito delle verifiche di vulnerabilità sismica effettuate ad inizio 2021 nelle scuole cittadine che, in quadro generale piuttosto preoccupante, avevano sancito che la Don Bosco, insieme alla primaria di via Napoli, la Tofare, Poggio di Bretta e l’infanzia primaria Don Giussani di Monticelli erano le scuole con la situazione peggiore. Proprio per questo si era deciso, per quanto riguarda la scuola Don Bosco, per la demolizione e ricostruzione, la soluzione migliore per garantire al meglio la futura sicurezza della scuola stessa. E, allora, che bisogno c’è di effettuare una nuova verifica sismica?

Come vedremo la risposta in qualche modo la fornisce la stessa amministrazione comunale in uno dei tanti atti ufficiali inerenti la Don Bosco: l’incredibile ritardo accumulato ha fatto lievitare il costo dell’intervento, quindi si cerca un qualche appiglio per poter effettuare un semplice adeguamento sismico invece che demolizione e ricostruzione. E chi se ne frega della massima sicurezza… Un tentativo semplicemente imbarazzante a cui l’amministrazione comunale arriva attraverso un percorso surreale, da farsa. Come anticipato partito nel luglio 2017 con la prima ordinanza del commissario straordinario e proseguito il 10 maggio 2018 con la successiva ordinanza che confermava il finanziamento di 4,1 milioni di euro per l’intervento.

Bisognerà aspettare quasi 3 anni, però, per l’avvio dell’iter procedurale, prima con la delibera n. 25 del 2 febbraio 2021 che approvava il documento preliminare alla progetta poi con la determina n. 612 del 5 marzo 2021 con la quale è stata indetta la procedura telematica per l’affidamento della progettazione definitiva dell’intervento di demolizione e ricostruzione degli edifici scolastici D’Azeglio e Don Bosco. Come da tradizione del Comune di Ascoli (almeno per quanto riguarda gli interventi per la messa in sicurezza delle scuole), la procedura telematica si è protratta per tantissimo tempo, tanto che solo dopo poco più di un anno si è finalmente giunti, con la determina n. 957 del 1 aprile 2022, all’assegnazione dell’incarico di progettazione dell’intervento presso la scuola Don Bosco all’Exup srl di Umbertide (Pg). Finalmente si parte con la progettazione, almeno così sembra. Invece, a sorpresa, 5 mesi dopo, con nota inviata al Comune il 16 settembre 2022 l’Exup srl richiede “un’approfondita campagna di indagini geologiche allo scopo di effettuare una progettazione più circostanziata che permetta la minimizzazione di eventuali varianti future, stante la natura dell’intervento di demolizione e ricostruzione”.

Al di là dei tempi (dopo 5 mesi l’aggiudicatario dell’incarico si è resa conto che servono quelle indagini?), come è possibile che quelle indagini geologiche non siano state effettuate insieme alla verifica di vulnerabilità sismica eseguita nel 2021? Mistero, uno dei tanti in questa surreale vicenda, destinato a rimanere senza risposta (e inevitabilmente ad alimentare i dubbi su come sono state effettuate quelle verifiche di vulnerabilità sismica). In ogni caso il 1 ottobre 2022, con determina n. 3214 viene affidato alla dott. geol. Valeria Mari l’incarico per la redazione della relazione geologica, per la quale sono però prima necessarie indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche che il 6 ottobre 2022, con determina n. 3278, vengono affidate alla ditta Opere Speciali srl.

Da segnalare che in quella determina, con sprezzo del ridicolo, le indagini vengono definite “propedeutiche alla progettazione” che, però, teoricamente sarebbe iniziata un anno e mezzo prima… Comunque il 25 novembre la dott.ssa Mari segnala al Comune la regolare esecuzione dei lavori da parte della ditta Opere Speciali e la conseguente consegna dei report relativi alle indagini svolte. Dovranno, però, passare altri 6 mesi (23 maggio 2023) prima che la dott.ssa Mari trasmetta al Comune la relazione geologica con relativa analisi della risposta sismica locale, il cui contenuto, però, resta inspiegabilmente top secret.

E all’amministrazione comunale serviranno altri 4 mesi per prendere atto, con determina n. 3063 del 9 settembre 2023, che “alla luce dei risultati delle nuove indagini geologiche effettuate e delle prime stime economiche inerenti i lavori di demolizione e successiva ricostruzione dell’immobile, è stata manifestata dalla struttura sub commissariale sisma la volontà di eseguire una verifica sismica spinta della struttura esistente con individuazione delle carenze strutturali al fine di procedere ad un’eventuale rettifica della tipologia di intervento post sisma”. Per la prima volta emerge la vera motivazione alla base di questa volontà, altrimenti inspiegabile, di procedere ad una nuova verifica di vulnerabilità sismica.

D’altra parte nella stessa determina n. 3063 viene esplicitamente affermato che, mentre si eseguivano quegli studi, si susseguivano “interlocuzioni e sopralluoghi da parte della struttura sub commissariale sisma al fine di valutare la convenienza economica di procedere con una demolizione e ricostruzione dell’edificio” anche perché “nell’ultimo biennio si è verificato un consistente aumento del costo dei materiali da costruzione e soprattutto degli oneri di demolizione e smaltimento”. Quasi superfluo sottolineare che, se non si fosse perso tutto quel tempo, non ci sarebbe stato alcun aumento del costo… “Inizialmente – si legge ancora nella determina n. 3063 – la scelta della demolizione e ricostruzione era stata considerata vantaggiosa, anche se più onerosa, in quanto avrebbe prodotto un nuovo edificio adeguato sia dal punto di vista sismico che dal punto di vista funzionale”.

La conferma che le motivazioni economiche sono considerate prioritarie rispetto alla sicurezza. Così con la determina n. 3777 del 21 ottobre scorso viene affidato sempre all’Exup srl “il servizio tecnico di verifica sismica della struttura esistente con individuazione delle carenze strutturali dell’edificio scolastico Don Bosco”  per un costo complessivo di 45.638m59 euro. Nella determina 3777 viene ribadito che la nuova verifica sismica è finalizzata ad “un’eventuale rettifica della tipologia di intervento che potrebbe consistere nell’adeguamento sismico dell’edificio”. Visto che si è perso così tanto tempo e sono lievitati i costi, dopo oltre 6 anni si riparte da zero, come se nulla fosse accaduto. E naturalmente i bookmakers neppure quotano il fatto che quella verifica sismica stabilirà che è consono l’adeguamento sismico e non sono necessarie la demolizione e la ricostruzione dell’edificio.

Anche perché, in caso contrario, saremmo di fronte ad una sconcertante farsa senza precedenti…

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