Record e boom restano un sogno, passo indietro per il turismo in Italia e nelle Marche


Secondo la ministra Santanchè e gran parte dei media il 2023 doveva essere l’anno dei record per il turismo. I dati ufficiali dei primi 9 mesi, però, evidenziano addirittura un calo di arrivi e presenze. Anche nelle Marche, mentre sono top secret i dati del capoluogo piceno

Record, boom e successo sono stati i termini più abusati, dai media, dai politici e dagli amministratori locali, quando si parlava di turismo in Italia e nel nostro territorio fino all’inizio dell’estate 2023. Nessun dubbio, nessuna incertezza (e guai anche solo a manifestare un pizzico di prudenza…), il 2023 doveva essere l’anno dei record, con un numero di arrivi e presenze turistiche nel nostro paese (ma anche nella nostra regione e, come sempre nelle previsioni, nel capoluogo piceno) mai registrato prima. Chi vive da queste parti e ha ancora la capacità di fare i conti con la realtà ci è abituato, è un modello che conosce da anni, con l’amministrazione comunale ascolana e i suoi fedeli “cantori” (la stampa locale) che ogni anno periodicamente rilanciano annunci e proclami sul fantomatico boom di turisti, poi puntualmente smentito clamorosamente quando vengono diffusi i dati ufficiali.

Per certi versi, quindi, si può dire che una volta tanta il “modello Ascoli” è stato preso come esempio a livello nazionale (e anche regionale) e per mesi, fino all’inizio dell’estate, abbiamo assistito ad un autentico martellamento su giornali e tv per annunciare l’inevitabile record che si accingeva a far segnare il turismo italiano. “Turismo record in Italia nel 2023” annunciava trionfante ad inizio estate Sky Tg24. “Il 2023 sarà l’anno dei record per il turismo in Italia” rilanciava nello stesso periodo Panorama. “Italia, il 2023 è l’anno boom del turismo” assicurava l’Adnkronos, sempre mentre l’estate si accingeva ad iniziare. Potremmo proseguire a lungo, titoli e annunci del genere in quel periodo erano anche all’ordine del giorno.

All’epoca c’erano solo i primi parzialissimi dati del primo trimestre 2023, incoraggianti ma che non potevano in alcun modo essere particolarmente indicativi. Però ad alimentare la certezza del boom e del record di turisti c’erano le previsioni di Demoskopika, citate come fossero “il verbo” ogni volta che si parlava di turismo, ma soprattutto c’erano i proclami trionfalistici della ministra Daniela Santanchè, così come nelle Marche quelli del governatore Acquaroli e nel capoluogo piceno del sindaco Fioravanti (anche se, per la verità, al primo cittadino ascolano basta pronunciare “mezza parola” sul turismo che poi a scatenarsi con annunci roboanti sono i suoi fedeli “cantori”…).

Siamo i più belli ma non siamo mai stati bravi a promuoverci, per quanto riguarda il settore turistico il 2023 sarà l’anno del sorpasso rispetto a prima della pandemia. Il nostro obiettivo è essere i primi” annunciava la Santanchè nei giorni in cui presentava la campagna “Open to meraviglia” che poi si è rivelata uno dei più clamorosi e imbarazzanti flop, con una seria impressionante di errori. Nelle settimane successive al lancio di quella campagna, più si scoprivano gli imbarazzanti “strafalcioni” di “Open to meraviglia” e più i media rilanciavano i proclami sulla trionfale stagione turistica. Che, poi, con il passare dei giorni è quasi finita nel dimenticatoio, con anzi qualche timido accenno che faceva immaginare che forse il record di turisti non fosse poi così scontato. Nei giorni scorsi, poi, la sorpresa (almeno per chi ancora crede ai proclami di questa classe politica e di una larga parte dell’informazione che si limita a fare da megafono ai potenti di turno).

Al TTG Travel Experience di Rimini (una delle più importanti manifestazioni per la promozione del turismo mondiale) il governatore delle Marche Francesco Acquaroli ha presentato i primi dati ufficiali della stagione turistica marchigiana, quelli relativi al periodo gennaio-agosto 2023. E, per certi versi a sorpresa (visti i proclami e le previsioni trionfalistici di inizio estate) il presidente della Regione si è dichiarato soddisfatto per il fatto che “la flessione complessiva delle Marche è molto più contenuta rispetto all’Italia”. Flessione?

Ma non doveva essere l’anno del boom, dei record per il nostro paese? In realtà nulla di particolarmente sorprendente, non è certo una novità che con la destra al governo (che sia del paese, della Regione o del Comune) esistono sempre due mondi paralleli, quello virtuale costruito su annunci e proclami, dove non c’è mai qualcosa che non va (neppure per sbaglio o per casualità) e non esistono sconfitte e neppure pareggi, solamente vittorie e trionfi, e quello reale che puntualmente è completamente differente, praticamente opposto. Così ora, dopo aver per mesi annunciato il boom, il sorpasso rispetto al periodo pre pandemia, a livello regionale si “brinda” al successo che non è determinato neppure da un aumento di arrivi e presenze ma, incredibilmente, dal fatto che le Marche hanno un dato negativo inferiore rispetto al resto dell’Italia. E, addirittura, fanno registrare un leggero aumento di arrivi e presenze dei turisti che, ovviamente Acquaroli si guarda bene dal dirlo, incidono sul turismo marchigiano meno del 20%.

Ancora più ridicolo il tentativo della ministra Santanchè di trasformare quello che è evidentemente un clamoroso flop (soprattutto visti i proclami e le previsioni) in un improbabile successo, sottolineando la tendenza alla destagionalizzazione, con presunti aumenti di arrivi e presenze a settembre e ottobre che, volendo fidarci della Santanchè (perché ancora non ci sono dati ufficiali) in ogni caso non compenserebbero il consistente calo complessivo , ed evidenziando la crescita della spesa turistica (provocata, però, dal consistente aumento prezzi).

Passando ai dati concreti e reali, se a livello nazionale per il periodo gennaio-agosto 2023 si evidenzia un calo di oltre 5% degli arrivi e di quasi il 10% delle presenze, effettivamente per quanto concerne le Marche la diminuzione è decisamente più contenuta, con -1,8% di arrivi (1942.007 rispetto a 1.978.455 del 2022) e -4,2% di presenze (8.764.547 rispetto ai 9.150.448 del 2022). Magari, come sostiene la Santanchè, la destagionalizzazione del turismo farà recuperare qualcosa e a fine 2023 la diminuzione a livello nazionale sarà minore, mentre a livello regionale si potrebbero anche avvicinare i dati dello scorso anno. Ma in ogni caso il “sorpasso” rispetto al periodo pre covid resta un miraggio, così come il boom e il record così lungamente previsti e annunciati.

Per quanto riguarda il capoluogo piceno nel corso dell’estate si è compreso che le prospettive non erano certo entusiasmanti, con diversi operatori di settore che parlavano di un importante calo di prenotazioni rispetto alla passata stagione. Naturalmente, come tradizione, l’amministrazione comunale e il sindaco hanno dispensato annunci e proclami improntati al massimo ottimismo, superati in questo dai loro fedeli “cantori” (l’informazione locale) che ad ogni manifestazione ed evento urlavano all’invasione di turisti (confondendo o fingendo di confondere i turisti reali con chi invece è venuto in città, magari dall’entroterra, per assistere alla manifestazione in questione), con qualcuno che si è addirittura lasciato prendere dall’entusiasmo al punto di parlare di “frotte” di turisti.

“Casualmente” dalla Regione Marche, che lo scorso anno in questo periodo aveva reso noti i dati anche dei comuni, non trapelano dati ufficiali, gli unici che si conoscono sono quelli che riguardano San Benedetto che, in linea con il resto della regione, ha fatto registrare un quasi impercettibile calo di arrivi (143.535 rispetto ai 143.640 del 2022) e una leggera diminuzione di presenze (668.331 rispetto alle 686.808 del 2022). Top secret, invece, i numeri del capoluogo piceno che complessivamente nel 2022 aveva fatto registrare 36.803 arrivi e 74.251 presenze, con un inevitabile aumento rispetto all’anno precedente (quando ancora si scontavano gli effetti del covid) ma decisamente inferiore a quello registrato nel resto della regione. Dati “ridicoli” per un capoluogo di provincia che, almeno secondo le parole del sindaco, ha ambizioni turistiche, che collocavano Ascoli rispettivamente al 19° e al 24° posto dei comuni marchigiani, addirittura dietro a comuni come Altidona e Camerano.

Soprattutto, a differenza di quanto annunciato con enfasi nei mesi scorsi da Fioravanti, lontanissimo dai dati pre terremoto e pre covid, da quei 42.647 arrivi e 174.833 presenze del 2015 che ponevano comunque Ascoli ugualmente indietro rispetto al resto della regione ma rappresentano il dato migliore fatto mai segnare dal capoluogo piceno. E che, è sin troppo facile immaginare, non verrà neppure sfiorato quest’anno…

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