Il silenzio complice dell’informazione sulle “violenze di Stato”


Ad eccezione di qualche quotidiano on line, oscurati i fatti di Torino, con le cariche e le manganellate della polizia contro gli studenti che manifestavano contro il governo e la presidente del Consiglio Meloni. Mostrate in maniera sin troppo evidente da due inquietanti video

Qualcuno, soprattutto tra i “benpensanti” e i pseudo giornalisti della destra, aveva sorriso e sbeffeggiato la primavera scorso il Rapporto sui diritti umani nel quale Amnesty International sostanzialmente bocciava l’Italia, sottolineando la “preoccupazione per l’uso eccessivo e ingiustificato della forza da parte delle forze dell’ordine in diverse manifestazioni”. Se mai ce ne fosse stato bisogno, la conferma che l’organizzazione non governativa internazionale non stesse assolutamente esagerando si è avuta ieri, martedì 4 ottobre, con l’ennesima episodio accaduto a Torino dove la polizia ha pesantemente manganellato gli studenti scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso contro il governo e la presidente del Consiglio Meloni.

Purtroppo non è una novità, non fa quasi più notizia che la polizia carichi e picchi selvaggiamente dei quasi inermi ragazzi che hanno il “grave torto” di scendere in piazza per manifestare il proprio pensiero, il proprio dissenso. Non è certo la prima volta accade, anzi, qualche tempo fa, nel silenzio di gran parte dei media, la polizia aveva caricato e picchiato selvaggiamente a Roma, Milano, Torino, Napoli ragazzi e ragazze scese in piazza per chiedere giustizia per Lorenzo Parelli (lo studente di Morsano di Castions di Strada morto a soli 18 anni durante il suo ultimo giorno di stage in un progetto di alternanza scuola lavoro), maggiore sicurezza sul lavoro e una radicale riforma della stessa alternanza scuola lavoro.

Qualche mese prima, pochi giorni dopo che si era insediato il governo Meloni, stesso copione era andato in scena alla Sapienza di Roma, con la carica e le violente manganellate della polizia contro ragazzi che erano lì solo per manifestare e che volevano esporre solamente uno striscione. A rendere lo scenario più imbarazzante e inquietante è il fatto che le violenze immotivate delle forze dell’ordine contro giovani studenti non fanno quasi più notizia, vengono oscurate o, peggio ancora, riportate in maniera assolutamente strumentale e distorta. All’epoca delle cariche contro gli studenti a Roma, Milano, Torino, Napoli, ad esempio, gran parte dei tg e dei quotidiani si limitarono a riportare la versione ufficiale che arrivava dalle forze dell’ordine secondo cui gli agenti avevano solamente risposto alle presunte violenze dei manifestanti.

Questa volta i fatti di Torino sono stati quasi del tutto oscurati nei tg non solo della sempre più a picco Tele Meloni 1 (la Rai) e di Tele Meloni 2 (Mediaset), mentre solo alcuni quotidiani (come “La Repubblica” e “Fanpage”) hanno dato il giusto risalto a questa ennesima vergogna di Stato. Il vero e proprio capolavoro, però, l’ha compiuto “TeleMeloninews” (rainews) che nell’edizione on line ha genericamente parlato di scontri a Torino tra polizia e studenti, mostrando anche un video in cui si vedono gli studenti armati di un pericolosissimo striscione (con scritto “Meloni non sei la benvenuta”) e la polizia con i tipici simboli della pace e della non violenza, manganelli, caschi e scudi. Come detto un film già visto che, però, poi cozza con i bollettini ufficiali, che guarda il caso parlano sempre di tanti feriti tra gli studenti e praticamente nessuno tra le forze dell’ordine.

Soprattutto, però, oggi nulla sfugge all’occhio di cellulari, smartphone e telecamere e puntualmente in queste occasioni in brevissimo tempo sui social spuntano video sin troppo eloquenti che raccontano ben altra realtà e, troppo spesso, mostrano comportamenti delle forze dell’ordine a dir poco inquietanti. In occasione delle cariche contro gli studenti nelle 4 principali città italiane i numerosi video pubblicati sui social mostravano come le cariche stesse fossero del tutto immotivate e, al tempo stesso, come da una parte c’erano studenti inermi e dall’altra agenti con casco, scudo e manganello.

Per quanto riguarda i fatti di martedì scorso a Torino, ci sono due video (ripresi e pubblicati anche sull’edizione on line di “La Repubblica”) che sono davvero sconcertanti e gettano grandissimo discredito e vergogna sulle forze dell’ordine. Nel primo video si vedono i ragazzi all’altezza di via Montebello (nei pressi della Mole Antonelliana), con in mano uno striscione, che parlano con gli agenti in tenuta da sommossa e denunciano il fatto che prima altri studenti sono stati picchiati da altri agenti. All’improvviso arriva un dirigente della polizia che, rivolgendosi agli agenti, afferma “basta, hanno rotto il cazzo” e fa partire la carica, con gli agenti che iniziano a manganellare senza motivo i ragazzi che sono di fronte a loro che non possono far altro che cercare di difendersi, di evitare il peggio.

Nel secondo video si vede un agente che si accanisce nei confronti di un ragazzino che, evidentemente dopo la carica, sta semplicemente cercando di riunirsi ai suoi compagni. Si sente la voce della ragazza che sta riprendendo la scena che ripete, urlando, all’agente “che cazzo fai, non lo vedi che è un ragazzino, stai calmo, lascialo, sto filmando tutto”. Per tutta risposta l’agente, che fino a quel momento era a viso scoperto, si abbassa la visiera e, dopo aver cercato di assestare un paio di manganellate, sembra finalmente fermarsi, mentre un altro agente assesta a sua volta un paio di manganellate al ragazzino che sta andandosene. Subito dopo il primo agente si rivolge al suo collega dicendogli “prendigli la faccia”, poi riparte con inaudita violenza, non si capisce bene se per manganellare qualche altro ragazzo o, addirittura, la ragazza che sta effettuando le riprese. In entrambi i casi le immagini sono chiare, si vede benissimo il volto scoperto del dirigente della polizia, così come dell’agente che si accanisce prima sul ragazzino e poi minaccia la ragazza che sta effettuando le riprese.

In un paese civile, dove i diritti umani dei cittadini vengono realmente tutelati, invece delle solite ridicole comunicazioni che solitamente vengono diffuse dopo questi episodi, sarebbe già arrivato il comunicato che annuncia l’apertura di un’immediata inchiesta nei confronti di quel dirigente e di quell’agente. Ma in un paese nel quale chi ha ucciso un inerme ragazzo senza alcun motivo valido come se nulla fosse dopo poco è tornato al suo servizio o, peggio ancora, dove chi è stato riconosciuto responsabile della vergogna in occasione del G8 di Genova addirittura ha fatto carriera non ci si può aspettare nulla di diverso. Purtroppo…

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