Ascoli in crescita ma troppo timoroso, occasione persa a Brescia


I bianconeri hanno confermato di avere una propria identità ma difettano ancora di personalità e della “cattiveria” necessaria per chiudere le partite nei momenti favorevoli. Ancora troppi errori nella fase difensiva ma si rivede un Botteghin ai suoi livelli

I 10 minuti finali di Brescia – Ascoli, dal gol di Moncini fino al termine del recupero, sono lo specchio fedele di quello che poteva essere e non è stato. Sarebbe eccessivo e decisamente fuori luogo disprezzare il punto conquistato al “Rigamonti” che allunga la serie positiva a 3 partite, con 5 punti guadagnati. Ma è altrettanto inevitabile che ci sia un po’ di rammarico e che resti la sensazione molto forte di una grossa occasione sprecata per cogliere la prima vittoria in trasferta e dare uno scossone alla classifica. E proprio quei 10 minuti finali, nei quali l’Ascoli ha fatto quello che avrebbe potuto e dovuto fare nel corso del secondo tempo, acuiscono i rimpianti, con l’interrogativo sul perché si sia atteso il pareggio del Brescia per riprendere a giocare.

Perché nel secondo tempo, fino al gol di Moncini, i bianconeri hanno completamente rinunciato a giocare, cercando solo di difendere il vantaggio e far passare il tempo, anche con un non proprio onorevole accentuato ostruzionismo. Per questo alla fine il risultato di 1-1 è più che giusto, non certo perché il Brescia (a cui va riconosciuto di averci messo tanta buona volontà nel secondo tempo ma poco altro) abbia fatto chissà cosa per meritare il pareggio, quanto piuttosto perché l’Ascoli non ha fatto nulla per meritare la vittoria. E se è vero che i rimpianti maggiori derivano per quel secondo tempo non giocato, in realtà qualche recriminazione c’è anche per un primo tempo nel quale i bianconeri si sono accontentati di controllare e mantenere il vantaggio, senza neppure provare ad approfittare dell’evidente difficoltà del Brescia per chiudere o quanto meno ipotecare la gara.

Per altro l’Ascoli non aveva dovuto fare neppure un grande sforzo per trovare il vantaggio. Dopo un avvio equilibrato, con i bianconeri molto aggressivi e apparsi subito più in partita dei padroni di casa, proprio nel momento in cui il Brescia sembrava voler provare a prendere in mano la partita, l’Ascoli ha sfruttato alla perfezione un’incomprensione delle rondinelle (in due sono andati a saltare in area bianconera, ostacolandosi a vicenda e finendo entrambi a terra), con un contropiede micidiale che ha portato al gol di Falzerano. Nell’occasione molto bravo Rodriguez a condurre la ripartenza e a servire nel modo e nei tempi giusti lo stesso Falzerano (nel primo tempo il migliore dei bianconeri), perfetto nell’inserimento e un po’ fortunato nella conclusione che, deviata da un difensore, non ha dato scampo a Lezzerini.

A quel punto il Brescia, che già non sembrava in grande giornata, anche per merito del modo in cui era messo in campo l’Ascoli, è andato letteralmente “nel pallone”, incapace di reagire. I giocatori di Gastaldello, lenti e impacciati, sembravano non sapere cosa fare, sbagliavano anche le cose più semplici e i passaggi più elementari. I bianconeri, però, invece di approfittarne e di affondare con decisione, si sono limitati a tenere palla, a comandare la partita senza però preoccuparsi di chiuderla, tenendo così in vita un avversario che praticamente si stava consegnando. Emblematico il fatto che nei primi 35 minuti di evidente dominio dell’Ascoli, il portiere del Brescia non ha dovuto compiere particolari interventi e l’unica vera occasione per raddoppiare è arrivata da un calcio d’angolo (con conclusione debole e centrale di Di Tacchio).

Praticamente risparmiati dall’Ascoli, i padroni di casa già nel finale di tempo hanno timidamente provato a rialzare la testa e ci sono voluti due salvataggi sulla linea di Botteghin (sul primo poi è stato segnalato un fuorigioco che, però, dalle immagini è sembrato non esserci) per evitare di andare a riposo addirittura in pareggio. Nella ripresa, poi, la partita è radicalmente cambiata, più che per le sostituzioni di Gastaldello (anche se sicuramente Paghera e Moncini hanno inciso) per l’’incomprensibile atteggiamento dell’Ascoli che di fatto ha completamente rinunciato a giocare, lasciando il pallino in mano agli avversari. Che in realtà hanno faticato enormemente a costruire trame di gioco interessanti e pericolose, aiutati, però, dai bianconeri con i soliti errori in fase difensiva. Infatti, a parte qualche mischia, le occasioni per pareggiare del Brescia sono arrivate sempre da errori dell’Ascoli.

Come quello ad inizio ripresa di Di Tacchio che ha consegnato palla a Moncini per una ripartenza due contro uno, con l’attaccante lombardo che fortunatamente non ha servito Paghera solo davanti a Viviano ma ha preferito concludere dal limite, mettendo alto. O come quello di Bayeye che ha permesso a Bianchi di arrivare in area e concludere quasi a colpo sicuro, con Viviano (che poco prima si era salvato su un insidioso calcio d’angolo battuto direttamente in porta) bravo a deviare in angolo. Con il passare dei minuti l’Ascoli ha accentuato il suo incomprensibile atteggiamento, con Viali che ha rinforzato ulteriormente la difesa (con l’ingresso di Quaranta per Nestoroski). Anche quando recuperavano palla e avevano lo spazio e la possibilità di far male agli avversari, che sbilanciati in avanti lasciavano ampi spazi per le ripartenze, i bianconeri non affondavano, cercavano esclusivamente di far passare il tempo, spesso anche con un accentuato ostruzionismo.

Quasi inevitabile alla fine è arrivato il pareggio del Brescia, in una delle tante mischie in area, per altro nata dall’ennesimo pasticcio difensivo, con Viviano e Falasco protagonisti. Ironia della sorte quel gol è sembrato quasi una liberazione per l’Ascoli che, d’incanto, ha ripreso a giocare e negli ultimi 10 minuti (recupero compreso) ha provato a far male nuovamente al Brescia, creando anche, in un paio di circostanze, le premesse per riuscirci. Alla fine, però, i bianconeri si sono dovuti accontentare di un pareggio che, come anticipato, sicuramente non è da disprezzare anche perché colto sul campo di una squadra ancora imbattuta e che fino a sabato non aveva subito gol. Però è indiscutibile che si tratta di un’occasione persa perché con un diverso atteggiamento si poteva tornare a casa con i tre punti.

Risultato a parte dalla partita di Brescia sono arrivate molte conferme, non tutte positive. Sicuramente l’Ascoli ha dimostrato di avere una sua identità ma anche di difettare ancora in personalità. E’ mancata brillantezza in avanti, anche per i soliti limiti di un centrocampo che, con Di Tacchio e Gnahoré insieme, è sicuramente molto solido, concede poco agli avversari, ma non eccelle certo in fase di costruzione. Gol a parte ha disputato una buona partita Falzerano (soprattutto nel primo tempo) che, però, non ha certo le caratteristiche che servirebbero per alzare la qualità del centrocampo bianconero. Per quanto concerne gli attaccanti Pedro Mendes per una volta non ha brillato, Nestoroski si è dimostrato in crescita ma ancora non brillantissimo, mentre Rodriguez ha servito l’assist a Falzereano e poi si è sfiancato (forse anche troppo) per correre dietro agli avversari.

La nota maggiormente positiva della giornata, però, arriva dalla difesa che ha ritrovato un Botteghin molto vicino a quello ammirato lo scorso campionato, al netto dei due salvataggi sulla linea. Molto meno positivo, invece, il fatto che anche al Rigamonti non sono mancati quegli errori difensivi, dei singoli e di reparto, che caratterizzano ogni partita dell’Ascoli. Nel primo tempo per ben due volte la difesa si è fatta sorprendere su calcio d’angolo, con i due salvataggi sulla linea di Botteghin che hanno evitato il peggio. Nella ripresa prima l’errore di Di Tacchio, poi quello di Bayeye, infine quello decisivo commesso da Viviano (che è uscito e poi non ha preso il pallone) e Falasco (che ha rinviato, anche perché sorpreso dal suo portiere, un pallone destinato a finire sul fondo).

Su questo dovrà lavorare Viali (i cui cambi questa volta non sono sembrati particolarmente azzeccati), cercando anche di trovare qualche soluzione per rendere più brillante e incisivo il gioco offensivo dell’Ascoli. Soprattutto, però, l’allenatore bianconero dovrà lavorare per migliorare l’atteggiamento in campo e la personalità di una squadra che deve imparare ad essere più “cattiva” nei momenti in cui ha in mano la partita e, ancor più, non deve più essere così remissiva, come nel secondo tempo del “Rigamonti” quando ha l’occasione di conquistare i tre punti.

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