Salario minimo e Zona economica speciale, riparte il “Cantiere Riformista”


Raccolta di firme per promuovere l’istituzione del salario minimo e dure critiche al governo Meloni e all’inaccettabile silenzio del sindaco Fioravanti di fronte all’esclusione delle Marche e del Piceno dalla Zona economica speciale istituita con decreto dall’esecutivo

Con l’estate ormai alla fine, riparte nel capoluogo piceno l’attività del “Cantiere Riformista”, il progetto che mette insieme le tre forze della minoranza in Consiglio comunale (Ascolto & Partecipazione, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico) con altri 6 movimenti civici (Articolo Uno, Attivamente Ascoli, Dipende da noi, Partito Socialista Italiano, Ascoli 2024) per offrire alla comunità ascolana un’alternativa all’amministrazione guidata dal sindaco Marco Fioravanti.

E non poteva che ripartire dalla sempre più difficile situazione economica di lavoratori e famiglie del nostro paese e, ancora più, del territorio piceno, con al centro il salario minimo e l’esclusione del Piceno (e delle Marche) dalla Zona economica speciale (Zes). La prima iniziativa è andata in scena sabato 16 settembre, con il banchetto in centro per raccogliere le firme per l’istituzione del salario minimo, con la presenza di consiglieri comunali, referenti e attivisti delle forze politiche di minoranza ma anche delle realtà che si raccolgono all’interno del “Cantiere Riformista”.

La battaglia sul salario minimo – si legge in una nota – è fondamentale in una realtà gravemente compromessa a livello economico come quella ascolana: l’adesione appassionata delle forze di minoranza all’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza su un tema che riguarda i diritti dei lavoratori, equità e dignità, e rafforza l’economia con tutta una serie di effetti positivi, dal rafforzamento del potere d’acquisto al miglioramento della produttività fino all’innalzamento delle pensioni, ben noti agli esperti. Ad Ascoli la platea di quanti a causa dell’inflazione non riescono ad arrivare a fine mese comincia ad ampliarsi mentre il sindaco sembra occuparsi solo di feste e Quintana, e il suo partito a livello nazionale butta sul lastrico milioni di famiglie togliendo il Reddito di cittadinanza con un sms. Un’amministrazione ha il dovere di dare risposte perché amministrare vuol dire darsi priorità serie”.

Già ma il sindaco e la sua giunta sono più propensi a fare proclami utili solo per la propaganda, quando si tratta di dare risposte concrete a problematiche serie, quando si tratta di tutelare la città e i suoi cittadini dalle continue penalizzazioni che gli vengono inferte sia a livello regionale (governatore Acquaroli di FdI come il sindaco) sia a livello nazionale (presidente del Consiglio Meloni di FdI come il sindaco) allora abbassano la testa e si chiudono in un grave e colpevole silenzio. L’esempio più recente è quello che riguarda la Zes, con il decreto del governo Meloni che inspiegabilmente ha escluso le Marche, con le gravi conseguenze che ne conseguono soprattutto per il Piceno, anche in considerazione che invece il vicino Abruzzo è stato inserito.

Nel luglio scorso il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità una mozione che impegnava il sindaco a compiere passi concreti per promuovere l’istituzione della Zes nel territorio piceno, con il primo cittadino che aveva proposto anche la costituzione di un’apposita commissione. Peccato, però, che la commissione deve ancora essere nominata ma intanto il governo Meloni ha già deciso di escludere le Marche e il Piceno dalla Zes e ovviamente il sindaco non ha proferito parola.

Dal sindaco Fioravanti e dalla sua squadra solo silenzio, persino sulla Zona economica speciale, provvedimento invocato a gran voce dalle opposizioni anche hanno sottoscritto lo scorso luglio una mozione sul tema – prosegue la nota – L’inadeguatezza delle azioni in materia di economia del governo nazionale si traduce però purtroppo in penalizzazioni del territorio piceno e della città di Ascoli che si è vista completamente esclusa dall’opportunità concessa dalla Zes. Eppure ricordiamo bene l’attuale sindaco che accusava i governi all’epoca in carica di non avere a cuore questo pezzo di Italia perché non istituivano zone a totale defiscalizzazione per le imprese. Il decreto Sud approvato dal Governo Meloni invece penalizza totalmente il Piceno e la nostra città la cui economia è stata già fortemente compromessa da terremoto prima e pandemia poi, sullo sfondo di una crisi iniziata anni prima con la delocalizzazione di molte imprese che erano stanziate lungo la nostra zona industriale.

Oggi il primo cittadino che dice dinanzi alla totale indifferenza del Governo Meloni per questo territorio? Pare che abbia perso la parola così come sembra averla persa su molti altri temi su cui si era invece eretto a paladino della giustizia durante la sua campagna elettorale per le comunali del 2019 (ad esempio sulla sanità). Impegnatissimo nelle feste, dimentica la sofferenza economica del territorio e di tanti ascolani, così come dimentica la sicurezza dei ragazzi e dei bambini che mercoledì hanno fatto rientro tra i banchi in una situazione di grave precarietà. Li è andati a salutare, perfetto come campagna elettorale, ma la maggior parte degli studenti ancora non è in sicurezza. I cittadini si stanno accorgendo dell’inadeguatezza della proposta politica del sindaco e della sua giunta, come opposizioni abbiamo la responsabilità di offrire un’alternativa. E abbiamo una squadra competente pronta a farlo

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