Rodaggio terminato, 15 giorni di tempo per costruire un Ascoli competitivo


Con il Sud Tirol l’Ascoli si illude poi crolla nella ripresa, ma la vittoria con il Feralpisalò rende meno negativo il bilancio delle prime 4 gare. Ora Viali, non impeccabile nelle scelte e nei cambi, ha la sosta per inserire gli ultimi arrivati e costruire una squadra competitiva

Per una volta la cosa più giusta dopo la sconfitta dell’Ascoli contro il Sud Tirol l’ha detta Pulcinelli: “c’è tanto lavoro da fare”. Magari qualcuno dopo la vittoria contro il Feralpisalò, al momento la squadra più debole del campionato (4 sconfitte, 10 gol subiti e 0 fatti), si era illuso che non fosse così, che la squadra fosse già a buon punto. Il 3-1 subito dalla formazione di Bisoli ha riportato tutti sulla terra, evidenziando in maniera sin troppo chiara i problemi attuali dell’Ascoli ai quali ora Viali, con il mercato finalmente chiuso e la rosa definita e completata, dovrà cercare di trovare soluzione. Per altro è giusto evidenziare come lo stesso allenatore bianconero non sia esente da responsabilità nella sconfitta con il Sud Tirol, non ha capito subito che, con i cambi operati ad inizio ripresa da Bisoli, la squadra di casa aveva cambiato marcia e atteggiamento e, soprattutto, ha tardato troppo nell’effettuare a sua volta cambi che andavano fatti ad inizio ripresa.

Per certi versi si può dire che al Druso è come se si fossero giocate due partite differenti, un primo tempo a ritmo bassissimo controllato dall’Ascoli, una ripresa a ritmi più elevati dominata dal Sud Tirol. La sensazione è che molto sia dipeso dall’atteggiamento in campo dei padroni di casa. Nel primo tempo Bisoli ha impostato la partita lasciando il pallino del gioco ai bianconeri, aspettandoli e puntando sulle ripartenze per provare a far male a Viviano. In quei primi 45 minuti l’Ascoli ha, quindi, fatto la partita, facendo girare palla a ritmo molto basso (ma non era facile con il Sud Tirol tutto chiuso dietro), faticando però a trovare la giusta imbucata per servire le punte. Non a caso, pur avendo nettamente il predominio nel possesso palla, i bianconeri non hanno costruito grandi occasioni gol, con Poluzzi che è dovuto intervenire solo su due conclusioni da lontano di Caligara (su punizione) e Bellusci.

L’Ascoli, però, è stato molto bravo a non forzare mai la giocata e, soprattutto, a non concedere mai ai padroni di casa le ripartenze, chiudendo subito gli spazi quanto il Sud Tirol riconquistava palla, anche perché la formazione di Bisoli faticava tantissimo a verticalizzare rapidamente e, a quei ritmi, Gnahorè andava a nozze. Non è un caso che nel primo tempo non solo Viviano è rimasto praticamente a guardare ma, addirittura, si contano sulle dita di una mano le volte in cui gli altoatesini si sono avvicinati all’area bianconera.

Quando sembrava che la prima frazione si concludesse con un nulla di fatto, l’Ascoli ha trovato la prima rapida verticalizzazione sull’asse Manzari – Pedro Mendes, con il portoghese che è stato bravissimo e lestissimo a liberarsi al limite dell’area e a non lasciare scampo a Polizzi con un perfetto rasoterra che si è infilato all’angolino. Per certi versi, però, era quasi meglio che le squadre andassero a riposo sullo 0-0 perché quel gol ha spinto Bisoli a cambiare radicalmente impostazione e atteggiamento nella ripresa. Naturalmente non c’è la controprova, nessuno sa se, senza quel gol, il Sud Tirol nella ripresa avrebbe mantenuto lo stesso schema tattico del primo tempo.

Di fatto, però, nel secondo tempo Bisoli ha inserito Broh e Merkaj (entrambi decisivi) e la sua squadra ha alzato notevolmente il ritmo, aggredendo l’Ascoli. Ed i primi 10 minuti della ripresa sono stati un incubo per i bianconeri, con il Sud Tirol che non trovava opposizioni in mezzo al campo (con Gnahorè in evidente difficoltà) e molto incisivo sulle fasce, con Falzerano a destra e Giovane a sinistra che non riuscivano a fermare Ciervo e Casiraghi. Così, praticamente inevitabile, dopo un paio di pericoli in area è arrivato il pareggio del nuovo entrato Merkaj, bravo a sfruttare il cross a mezza altezza dalla sinistra di Casiraghi e ad intervenire in spaccata in mezzo alle “statuine” immobili della difesa bianconera.

Trovato repentinamente il pareggio, il Sud Tirol non ha continuato a spingere con continuità ma è andato avanti a “folate”, mettendo sempre in difficoltà i bianconeri ogni volta che affondava e accelerava, con Broh bravissimo a verticalizzare rapidamente. Sull’ennesimo spunto di Casiraghi a destra, poi, è arrivato il 2-1, con l’ennesima “dormita” della difesa e l’incertezza di Viviano. L’Ascoli, dopo i tardivi cambi di Viali, ha provato a reagire ma senza mai impensierire i padroni di casa.

Che, dopo averlo sfiorato con Odogwu, hanno trovato il 3-1 su rigore, in seguito ad un’azione nata da un clamoroso errore di Bellusci (che poteva costare ancora più caro perché Botteghin ha rischiato il rosso). Di fatto lì si è conclusa la partita, anche se i bianconeri nei minuti finali hanno provato a riaprirla, senza però creare mai problemi a Poluzzi (e, anzi, rischiando ancora in contropiede). Al di là dell’andamento dei 90 minuti, la partita ha evidenziato in maniera inequivocabile la differenza che al momento esiste tra una squadra già fatta e con le sue certezze (il Sud Tirol) e l’altra ancora tutta da costruire e piena di problemi da risolvere. E che, è giusto sottolinearlo, non potevano certo essere risolti prima della sfida con la formazione di Bisoli, vista la serie di arrivi e partenze negli ultimi giorni di mercato.

Per certi versi inaspettatamente a destare le maggiori preoccupazioni è il reparto arretrato, non solo sugli esterni ma per la complessiva fragilità difensiva mostrata in queste prime giornate e, soprattutto, sabato scorso. I tre gol del Sud Tirol sono, infatti, frutto di errori individuali (quello di Bellusci sul 3-1, quello di Viviano sul 2-1) e di reparto (sull’1-1 e sul 2-1). Con l’aggiunta che nella ripresa è emerso che gli esterni schierati al “Druso” da Viali (Falzerano a destra, Giovane a sinistra) hanno grossi limiti in fase difensiva. In attesa del recupero di Adjapong a destra c’è il niovo arrivato Bayeye (ovviamente da verificare), mentre a sinistra se ritrova un minimo di serenità potrebbe tornare titolare Falasco (che pure ha i suoi limiti difensivi ma non accentuati come Giovane), con Haveri come alternativa.

Ma anche al centro la difesa ha lasciato molto a desiderare, con Botteghin che deve ancora trovare la forma migliore e ancora dallo standard della scorsa stagione e Bellusci sinistramente simile a quello visto lo scorso anno, incerto e protagonista di clamorosi svarioni. In attesa di capire il valore dell’ultimo arrivato Bogdan, da quanto visto in queste prime giornate meglio Quaranta al fianco del centrale brasiliano. Limiti e difficoltà sono emersi con chiarezza anche nel centrocampo, letteralmente travolto quando i padroni di casa hanno alzato il ritmo e l’aggressività.

Forse, dopo aver giocato 90 minuti nel turno infrasettimanale, era inevitabile che Gnahorè andasse poi in difficoltà ma la sensazione è che l’ex Sassuolo, che quando sarà al 100% sarà un lusso per la serie B, al momento riesce a mostrare le sue enormi qualità solo quando si gioca a ritmi blandi. E Caligara e Masini non sono stati di grande aiuto quando Gnahorè è andato in difficoltà. In quest’ottica importantissimo l’arrivo di Di Tacchio che porta fisicità (sperando che non esageri come spesso gli accade), grande dinamismo ma anche buona qualità. Qualche limite il centrocampo bianconero l’ha palesato anche in fase di impostazione, troppo lento e poco incisivo, incapace di verticalizzare rapidamente.

Considerando i due aspetti non sarà facile per Viali trovare l’assetto giusto (ma è pensabile che punto fermo sarà sicuramente Di Tacchio), bisognerà poi capire la situazione di Buchel, ammesso che resti davvero in bianconero (ci sono ancora Brescia e Lecco che possono fare mercato), che al di là di tutto resta sempre un centrocampista di ottimo livello per la cadetteria.

Sulla carta la situazione migliore sembra essere davanti, con Pedro Mendes in rampa di lancio, che ha dimostrato in maniera sin troppo evidente quale sia il ruolo in cui rende meglio. Nei giorni finali del mercato è arrivato Nestorovski che è un ottimo attaccante per la serie B, così come non ci sono dubbi sul valore di Rodriguez, anche se ancora non al massimo della forma. Buone indicazioni stanno arrivando anche da Manzari (suo l’assist per Pedro Mendes), sempre positivo quando è entrato in campo (anche se al Druso è calato nella ripresa). Molte più perplessità, invece, ha destato in queste partite Millico che conferma di essere troppo “fumoso” e per nulla incisivo.

Viali, ora che ha a disposizione la rosa definitiva e invariabile (almeno fino a gennaio), ha 15 giorni di tempo per trovare le soluzioni e lo schieramento giusto. E, non meno importante, per ritrovare un po’ di lucidità, visto che contro il Sud Tirol ci ha messo del suo non comprendendo subito, ad inizio ripresa, che la partita era cambiata e, di conseguenza, non provando neppure a prendere le necessarie contromisure (solo al 73° ha tolto Gnahorè, in difficoltà già a fine primo tempo e travolto dal ritmo imposto dal Sud Tirol nella ripresa). La ripartenza dopo la sosta, il 16 settembre, non sarà delle più facili, contro il Palermo al Del Duca. Ma da allora in poi non ci saranno più alibi per l’allenatore bianconero…

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