Quell’ospedale non s’ha da fare: cronache semiserie di una sanità allo sbando…


“Il nuovo ospedale di San Benedetto avrà 14 reparti” annuncia  Saltamartini. “I lavori partiranno entro la fine della legislatura” promette il governatore Acquaroli. Ma nel bilancio regionale non c’è un euro e la Regione sta ancora cercando i fondi per la progettazione…

Se dovessimo dar credito ai proclami e agli annunci del governatore Acquaroli intorno alla sanità, si potrebbe concretizzare una delle più clamorose e cocenti umiliazioni per il capoluogo piceno. Dopo che la destra al governo della Regione ha cancellato l’ospedale di alto livello che doveva nascere lungo la vallata (Pagliare), dopo che la destra cittadina era anche scesa in piazza, con in testa l’ex sindaco Castelli e l’attuale primo cittadino Fioravanti, e aveva anche raccolto firme per ribadire che, se ospedale nuovo doveva essere, senza alcuna discussione doveva essere realizzato ad Ascoli, ora  il governatore marchigiano annuncia che è in arrivo il nuovo ospedale a San Benedetto che, se pur mediocre e di qualità decisamente inferiore rispetto a quello previsto sulla vallata, inevitabilmente relegherà ad un ruolo di secondo piano l’ospedale Mazzoni.

Purtroppo siamo ormai abituati a confrontarci sempre sulla propaganda, invece la politica, anche quella locale, dovrebbe basarsi ed essere giudicata sui fatti concreti. Che, in questo caso, sono di una chiarezza disarmante. E dicono che la destra ascolana, l’ex sindaco Castelli e l’attuale sindaco Fioravanti hanno fatto le barricate e detto no ad una struttura finalmente di qualità a 10 km da Ascoli per averne una infinitamente peggiore a 25 km di distanza dal capoluogo piceno. Un vero “colpo di genio”, l’ennesima mazzata per una città, Ascoli, sempre più allo sbando, che di fatto ha ormai perso il ruolo di capoluogo di provincia, a scapito di San Benedetto, e che resta tale solo ufficialmente. Perché è chiaro a tutti (a parte agli ultras accecati di parte) che, al di là delle affermazioni di circostanza di Acquaroli, se davvero verrà realizzato, il nuovo ospedale di San Benedetto, pur se non di alto livello, inevitabilmente diventerà il punto di riferimento della derelitta sanità picena.

Avrà 14 reparti quali: medicina, cardiologia, pronto soccorso, oculistica, ortopedia, neurologia, ginecologia con la maternità, rianimazione, oncologia, psichiatria, radiologia e urologia” ha affermato l’assessore regionale alla sanità Saltamartini. Che, poi, si è preoccupato di ribadire che sarà un ospedale di primo livello “spalmato su due plessi”. La solita poco credibile “favoletta” con la quale, con la complicità del sindaco di Fioravanti, la Regione prende in giro e si fa beffe degli ascolani (che, per la verità, ormai sono talmente abituati a subire umiliazioni che neppure protestano troppo…) da ormai 3 anni e a cui è ancora più difficile, praticamente impossibile, credere in questo caso.

Perché costruire oggi un nuovo ospedale con 14 reparti e dal costo superiore ai 100 milioni di euro e non renderlo di gran lunga più efficiente e attrezzato rispetto al derelitto ospedale “Mazzoni” sarebbe una follia inaccettabile, che neppure questa destra, che di certo in questi 3 anni non ha brillato, potrebbe concepire. In realtà, al di là del fatto che non possono esserci dubbi che l’eventuale nuovo ospedale di San Benedetto sarebbe l’indiscusso punto di riferimento della provincia, il vero interrogativo della telenovela “nuovo ospedale” riguarda la concreta attendibilità degli annunci e dei proclami della giunta regionale e del governatore Acquaroli. Che lunedì 24 luglio, alla firma del protocollo per la realizzazione del nuovo ospedale di San Benedetto (con il sindaco Spazzafumo e il neo direttore dell’Ast di Ascoli Natalini) ha affermato che “l’appalto dei lavori dovrà avvenire entro la fine della nostra legislatura” (estate 2025).

Come sempre la realtà descritta dai fatti concreti e dagli atti ufficiali disegna un quadro decisamente differente. A partire dal fatto che al momento non ci sono neppure i soldi per la progettazione, proseguendo con la constatazione che nel bilancio regionale e nel piano regionale per gli investimenti non c’è neppure un euro per la realizzazione del nuovo ospedale di San Benedetto.

D’altronde con un’Ast che ha 14 milioni di debiti e con una sanità al collasso forse è meglio spostare l’attenzione – accusa la consigliera regionale ascolana Anna Casini – sarebbe anche un buon proposito quello dell’accordo, peccato che lo stesso Acquaroli ieri diceva di non sapere ne dove ne come sarà costruito questo fantomatico nuovo ospedale. E c’è da credergli perché nel bilancio regionale non c’è neppure un euro per la sua realizzazione. Al netto delle uscite sui giornali infatti, gli uffici regionali hanno risposto alla mia interrogazione di qualche settimana fa (nota agli atti prot. n. 4380) che “Sono in corso di reperimento i fondi necessari ad avviare la progettazione”. Ad oggi quindi non ci sono neppure i soldi per la progettazione preliminare, figuriamoci i presunti 100 milioni (forse anche pochi) per la costruzione della struttura. Purtroppo i cittadini sono affogati dalla propaganda della destra e non stento a credere che non sappiano che sotto queste chiacchiere sulla sanità c’è la totale assenza di risorse”.

Il problema ulteriore è che tutto ciò avviene con la complicità dei sindaci dei due principali comuni della provincia, loquace da parte di Spazzafumo, silenziosa di Fioravanti. “Se il sindaco di San Benedetto si barcamena con dichiarazioni prive di fondamento – prosegue Anna Casini –  il sindaco di Ascoli è da anni muto sul tema della sanità che pure in campagna elettorale l’ha sempre molto stimolato”. A chiamare in causa Fioravanti è anche la segretaria del circolo Pd sanità di Ascoli.

La firma dell’accordo tra il presidente della Regione e il sindaco di Sam Benedetto è uno smacco alla città di Ascoli, ai comuni delle aree interne e delle vallate, ai cittadini e agli operatori del Mazzoni – accusa Manuela Marcucci La cosa più grave è che il sindaco Fioravanti continua a non interessarsi della salute degli ascolani e preferisce inaugurare sagre e ponti che subito dopo devono essere chiusi. È inaccettabile il comportamento del sindaco che tenta di mettere la polvere sotto il tappeto malgrado i ripetuti appelli di pazienti e operatori sanitari. Altrettanto inaccettabile è il comportamento che sta avendo il presidente Acquaroli che invece di coinvolgere l’assemblea dei sindaci, addirittura pensa di risolvere la problematica delle liste d’attesa con un ospedale che non si farà mai perché, come sa, non ci sono risorse”.

Il mancato coinvolgimento dell’assemblea dei sindaci, degli oltre 30 sindaci della provincia, dalle decisione è semplicemente inaccettabile. Perché la sanità picena non riguarda solo Ascoli e San Benedetto e tanto meno può essere ridotta all’ennesima sfida di campanile. In ballo ci sono servizi e prestazioni per i cittadini dell’intera provincia, da quelli delle zone interne a quelli delle coste, che hanno tutto il diritto di sapere concretamente lo stato in cui versa la nostra sanità ma anche e soprattutto quale sarà il destino dei due ospedali di Ascoli e San Benedetto. In realtà per quanto riguarda il “Mazzoni” c’è poco da sapere, la triste realtà è sotto gli occhi di tutti.

Fino a pochi mesi fa, ad esempio, il reparto chirurgia del nosocomio ascolano era un fiore all’occhiello di tutta la regione – incalza Manuela Marcucci – negli ultimi tempi assistiamo invece ad un depauperamento a favore di quello sambenedettese che non a caso effettua il triplo degli interventi programmati. È normale il silenzio del sindaco Fioravanti? Lo sa Fioravanti che per il Mazzoni non è stato stanziato neanche un euro dalla regione per la nuova palazzina delle emergenze tanto sbandierata da Castelli? Gli ascolani non si sono dimenticati dei picchetti del sindaco davanti al Mazzoni. In campagna elettorale era paladino dei diritti, oggi non si preoccupa neppure di non essere stato coinvolto nella decisione di realizzare il nuovo ospedale di San Benedetto almeno per sapere come saranno organizzati i reparti ed erogati i servizi per i cittadini che dovrebbe rappresentare”.

Magari non se ne preoccupa perché sa che quel nuovo ospedale è solo propaganda, al momento non ci sono in realtà fatti concreti che facciano pensare che possa essere concretamente realizzato e che, quindi, la Regione, dopo aver penalizzato e umiliato i cittadini ascolani, ora si sta prendendo gioco di quelli sambenedettesi. Un mal comune che, mai come in questo caso, non fa certo mezzo gaudio…

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