Governo Meloni peggio di Cetto Laqualunque, elemosina di Stato per i più poveri


Dopo aver tagliato 3,5 miliardi di euro con il reddito di cittadinanza, il governo di destra spende 500 milioni di euro per la card “Dedicata a te”, una vergognosa elemosina di 383 euro annue dalla quale, per altro, è tagliata fuori una vastissima platea di poveri

Era decisamente meglio Cetto Laqualunque di Giorgia Meloni e il suo sconclusionato governo per quanto riguarda l’attenzione nei confronti dei poveri. Certo, il personaggio interpretato da Antonio Albanese, quando gli si chiedeva cosa intendesse fare per i più poveri, rispondeva senza troppi giri di parole “una beata minchia”. Almeno, però, non li prendeva in giro e si faceva beffe delle loro sofferenze e difficoltà come invece stanno facendo la presidente del Consiglio e il suo governo con quell’imbarazzante “pagliacciata” della card “Dedicata a te”.

Una vergognosa e indecorosa elemosina che in concreto non è di nessuno aiuto per chi si trova in condizioni di difficoltà e che, per giunta, taglia fuori una vastissima platea di poveri. Potrà sembrare anche demagogico, di sicuro, però, a rendere più atroce e insopportabile questa autentica beffa è che, nelle stesse ore in cui il governo lucra sulla pelle dei più deboli (a cui riserva un contributo annuo di appena 382,50 euro), si riservano nuovi lussi e benefici alla casta dei politici, prevedendo un’ulteriore diaria di 1.296,34 euro al mese per i capigruppo della Camera. Che, come se già non fossero sufficienti gli stipendi d’oro e la serie infinita di benefit, privilegi e agevolazioni, con questa nuova elargizione si mettono in tasca ulteriori 15.556,08 euro all’anno, 40 volte più di quanto il governo ha riservato ai più poveri con “Dedicata a te”. Che è destinata alle famiglie con almeno 3 componenti e con un reddito isee fino a 15 mila euro, esclusivamente per le spese dei beni alimentari.

Con tanto di insopportabile ostentazione della classica forma del paternalismo di stato che si spinge fino al punto di indicare quali sono i beni alimentari che si possono acquistare e quali no, con un’indicazione della lista dei prodotti acquistabile che sconfina oltre ogni limite del ridicolo. Perché prevede che si possano acquistare pane, pasta, carne, pesce fresco ma non il pesce surgelato. E, poi, ancora caffè, tè, camomilla, zucchero, aceto di vino, miele ma non tisane, sale, vino e marmellate. Senza alcuna logica e senza alcuna spiegazione plausibile. D’altra parte per quale ragione mai gli eletti e i privilegiati della casta dovrebbero spiegare ai cittadini di serie B e serie C le ragioni di tali capricciose e bizzarre decisioni? I sudditi non hanno alcun diritto di sapere e di capire, devono obbedire e ringraziare. Anche perché in questo caso c’è davvero ben poco da capire, la “fregatura” e la presa in giro sono sin troppo evidenti.

Basterebbe pensare che 382, 50 euro in un anno equivalgono a 1,04 euro al giorno, sufficienti a mala pena per un caffè (per altro da dividere almeno in 3). O che dall’elemosina (chiamarlo contributo è offensivo…) sono esclusi anziani soli e ragazze madri, persone vedove, divorziate. “In Italia ci sono 9 milioni di anziani soli o in coppia, molti di loro sono anche poveri” sottolinea Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. E numerosi sono quelli che vivono con la sola pensione minima o, nella migliore delle ipotesi, con pensioni che non arrivano certo ad un  importo complessivo annuo di 15 mila euro. Eppure restano esclusi dall’elemosina di Stato. Così come anche tutte le persone sole e le coppie che non arrivano a fine del mese, perché magari vivono con non più di mille euro al mese, ma che per avere diritto a 382,50 euro in un anno dovrebbero mettere al mondo almeno un figlio.

Ma anche come coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza o il reddito di inclusione, il sussidio di disoccupazione, la cassa integrazione ecc. Parliamo di persone (famiglie) che nella migliore delle ipotesi arrivano a 700-800 euro al mese e, di conseguenza, hanno redditi annui di gran lunga inferiori a 15 mila euro ma che per quei “geni” che governano il Belpaese non hanno diritto a ricevere l’elemosina di Stato.

La carta “Dedicata a te” – accusa il segretario della Uil Domenico Proietti – replica in maniera ancora più paradossale la social card per i pensionati del 2008. A conti fatti costa più in spesa di produzione che per il beneficio reale del cittadino che la riceve. E’ un intervento che non contrasta affatto la povertà e non riconosce la dignità delle persone. La via maestra per contrastare la povertà è rappresentata da risposte lungimiranti e strutturali come il reddito di cittadinanza che negli ultimi 3 anni aveva concretamente aiutato alcuni milioni di persone”.

Il governo Meloni smantella l’unico strumento di protezione sociale, il reddito di cittadinanza, poi offre una mancetta, una cifra che insulta la dignità delle persone e non cambierà la vita di nessuna famiglia in difficoltà. Per altro lo fa con una misura che esclude i Comuni e i servizi sociali che, invece, conoscono le situazioni più critiche sul territorio” accusa la segretaria del Pd Elly Schlein. “Abbiamo 500 mila cittadini italiani in assoluta povertà – incalza il leader del M5S Giuseppe Conte – il governo Meloni gli ha tolto il reddito di cittadinanza e adesso li prende in giro con un bonus di 383 euro. Cosa ci fanno le famiglie in povertà con 383 euro? E’ sconcertante, il governo Meloni in pratica ammette che c’è un problema ma ha fatto cassa per 3 miliardi sulla pelle delle persone in povertà e oggi pensa di risolvere tutto con 383 euro una tantum. E’ una vergogna, con una mancetta del genere si può risolvere il problema della sopravvivenza di chi è in povertà?”.

Chi invece difende la sconclusionata iniziativa del governo è il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti che, da bravo soldatino, è sempre pronto ad obbedire e supportare tutto ciò che arriva dalla sua parte politica e dal suo partito, anche quando, come in questo caso, è una palese presa in giro nei confronti dei cittadini. “Un concreto aiuto per 1,3 milioni di famiglie – afferma il primo cittadino ascolano – che a causa dell’inflazione hanno visto ridotto il loro potere di spesa. Un atto serio, adeguato alle esigenze della nazione, non demagogico, di reale sostegno a chi è in difficoltà”. Che, per restare nel concreto, con questa elemosina mascherata da aiuto potrà ogni giorno permettersi un caffè, da dividere con il resto della famiglia. Se queste sono le esigenze della nazione…

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