La “pacchia” è appena cominciata, con il governo Meloni record di sbarchi


“La pacchia è finita” promettevano Meloni e Salvini, annunciando il blocco navale per fermare gli sbarchi. Invece con la destra al governo gli sbarchi sono più che raddoppiati e gli amici sovranisti della Meloni bloccano ogni possibile accordo

Altro che finita, utilizzando il deprecabile linguaggio usato da anni, soprattutto in campagna elettorale, dalla destra, si può affermare senza tema di smentita che “la pacchia” è appena cominciata. D’altra parte che quell’orribile refrain (“la pacchia è finita”), ripetuto ossessivamente da Fratelli d’ Italia e Lega, con Meloni e Salvini in testa, nei mesi e nelle settimane precedenti le elezioni politiche del settembre scorso, fosse solamente uno slogan elettorale, credibile solo per i soliti ingenui “boccaloni”, era ampiamente noto.

Così come la folle idea di attuare il blocco navale per fermare gli sbarchi, sostenuta con forza e finta convinzione da Fratelli d’Italia. Che ancora oggi, sul proprio sito internet, ha una pagina dedicata al progetto del blocco navale nella quale spiega che cos’è, come attuarlo e perché sia possibile farlo, portando a supporto della propria tesi anche le dichiarazioni di alcuni presunti esperti del settore, tra cui anche Bruno Vespa (che in un’intervista pubblicata su “Libero” l’8 luglio 2021 ha affermato che “contro le Ong serve una prova di forza. O il blocco navale, o il blocco dei gommoni”).

Non manca neanche un certo sarcasmo del tutto fuori luogo, con una dose massiccia di supponenza con la quale si sbeffeggiano i commentatori che hanno sollevato dubbi sulla concreta attuabilità del blocco navale (che infatti non è in alcun modo attuabile), con la presuntuosa sottolineatura che “FdI ha sempre avuto ragione”. Naturalmente se così fosse il governo Meloni lo avrebbe già applicato e se non l’ha fatto, a maggior ragione visto i clamorosi dati di questi mesi, è semplicemente perché non è possibile. E come ampiamente e facilmente prevedibile, quando dalla propaganda si passa alla realtà concreta cambia radicalmente tutto.

D’altra parte solo i soliti “boccaloni” potevano davvero pensare che, con un governo di destra, potesse cambiare qualcosa. I dati di questi primi 9 mesi di governo Meloni e i fatti delle ultime settimane, però, dimostrano che invece la situazione è addirittura peggiorata, perché al boom di arrivi si aggiunge l’incapacità di questo governo ad affrontare seriamente, senza demagogia e propaganda, quella che sicuramente è una grave emergenza, ed anche l’inesistente peso politico di questo esecutivo in Europa. Che la presidente del Consiglio ha pateticamente cercato di mascherare nelle sue comunicazioni al Parlamento, in vista di quel Consiglio europeo che secondo la stucchevole propaganda della Meloni stessa avrebbe dovuto produrre chissà quali risultati, naturalmente grazie all’impegno del governo italiano che, a suo dire, avrebbe già imposto un cambio di passo all’Europa.

Al Consiglio europeo straordinario di febbraio scorso – ha affermato alla Camera la Meloni – grazie all’azione dell’Italia finalmente è stato riconosciuto da tutti gli Stati membri e dalle istituzioni europee che la migrazione è una sfida europea e, dunque, richiede risposte europee”. Probabilmente negli anni passati la presidente del Consiglio era distratta perché troppo impegnata ad urlare per preoccuparsi di ciò che stava accadendo in concreto. Perché altrimenti saprebbe sicuramente che in realtà da sempre l’Europa a parole considera l’immigrazione un “problema europeo” e il Consiglio europeo da anni ribadisce sempre che la gestione dell’immigrazione “è una sfida non solo per il singolo stato membro, ma per l’Europa tutta”.

Il problema è che poi dalle parole non si passa mai concretamente ai fatti, anche e soprattutto per l’ostracismo invalicabile proprio degli amici sovranisti della Meloni stessa, l’ungherese Orban e il polacco Morawiechi, che considerano l’immigrazione un problema che riguarda soprattutto l’Italia, dove appunto si verificano il maggior numero di sbarchi. Non è una novità, è sempre stata la loro irremovibile posizione e anche questa volta hanno fatto saltare quell’accordo sui ricollocamenti che era di vitale importanza soprattutto per il nostro paese.

Nulla di sorprendente e nulla di nuovo, magari la presidente del Consiglio in questa occasione avrebbe potuto fare un serio e onesta “mea culpa”, ammettendo il clamoroso errore (così deleterio per il nostro paese) rappresentato dall’essersi alleata proprio con quei leader sovranisti. Invece ancora una volta Giorgia Meloni ha spostato il tiro, lanciandosi in una dura reprimenda, arricchita da imbarazzanti bufale già ampiamente smentite (come quella su Carola Rakete e il Sea Watch), contro i governi precedenti che non avrebbero fatto nulla per fermare gli arrivi. Siamo davvero ben oltre il paradosso, la presidente del Consiglio davvero non conosce vergogna, i dati ufficiali forniti da ministero dell’interno dimostrano in maniera inequivocabile che, da quando è al governo la destra nel nostro paese, gli sbarchi sono clamorosamente aumentati, più che raddoppiati rispetto agli anni precedenti.

Secondo il cruscotto statistico giornaliero, pubblicato sul sito del ministero dell’interno, al 30 giugno 2023 sono 64.930 i migranti sbarcati sulle coste del nostro paese, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (27.633), più del triplo rispetto al 2021 (20.532). Con sprezzo del ridicolo, a fine maggio la Meloni aveva esultato perché, dopo 7 mesi di fila (dal suo insediamento) in cui si è registrato un clamoroso aumento di sbarchi (rispetto all’anno precedente), a maggio era arrivato un dato in controtendenza, con una leggera diminuzione (8.154 arrivi rispetto agli 8.700 di maggio 2022) che, però, era chiaro che fosse stata determinata dalle avverse condizioni del tempo.

A spazzare via ogni dubbio ci hanno pensato i dati di giugno che sono tornati come quelli di tutti i mesi precedenti, con 14.575 arrivi rispetto agli 8.152 del 2022. Considerando che storicamente luglio, agosto, settembre e anche ottobre sono i mesi in cui si verificano il maggior numero di sbarchi, c’è la concreta possibilità che nel 2023 si batta ogni record. Naturalmente, a differenza di Meloni, Salvini e del resto della destra, siamo pienamente consapevoli che siamo di fronte ad un fenomeno molto complesso, che con la situazione sempre più critica di diversi stati africani rischia concretamente di aggravarsi, e di non facile soluzione, che richiederebbe un serio e concreto impegno comune di tutti i paesi europei.

Quindi non si possono attribuire in proposito grandi responsabilità a questo governo. Che, però, ha invece la gravissima responsabilità di aver preso in giro i propri elettori, con promesse che sapeva perfettamente di non poter mantenere (come, appunto, il citato “blocco navale”), e di continuare a farlo con provvedimenti assolutamente inutili (come l’aumento delle pene nei confronti degli scafisti) o che al massimo possono rendere più problematico il salvataggio in mare (come le norme sulle Ong), con le drammatiche conseguenza che ne conseguono. Per questo, più che lanciare anatemi contro il mondo intero, la presidente del Consiglio dovrebbe avere il coraggio di chiedere scusa ai suoi elettori e, più in generale, a tutti gli italiani per averli presi in giro. Ammettendo, con umiltà, che la “pacchia” è appena iniziata…

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