“Pasticci” culturali


Prima l’imbarazzante balletto per l’evento sui Piceni, con il contributo assegnato e  revocato  ed il mistero su chi ha poi intascato i 15 mila euro, poi la surreale “manfrina” intorno all’inutile comitato “Ascoli 2024”, sciolto per costituirne un altro con fini… elettorali!

Siamo stati facili profeti, poco più di un anno fa, quando, dopo l’incomprensibile decisione del sindaco di togliere all’assessora Donatella Ferretti la delega alla cultura (passata nelle mani proprio del primo cittadino), avevamo previsto che una simile dissennata scelta non avrebbe certo giovato al capoluogo piceno. “Passiamo dalla massima competenza nel settore – spiegavamo allora –  a “competenza zero”, con la delega che passa nelle mani di chi, il primo cittadino, solo qualche settimana fa proprio nella cultura ha fatto registrare uno dei più grandi e sconcertanti (per le modalità) fallimenti di questi primi 3 anni di mandato”.

Quanto è accaduto da quel momento in poi non ha fatto altro che confermare le nostre preoccupazioni, tra pasticci, disastri e pesanti bocciature. E se mai ci fosse ancora qualche dubbio, i fatti degli ultimi giorni, con situazioni ben oltre il paradossale, hanno certificato lo stato di confusione più assoluta in cui versa l’amministrazione comunale in questo specifico e fondamentale settore. La settimana scorsa l’imbarazzante balletto intorno all’evento sui Piceni, con il contributo di 15 mila euro prima assegnato poi revocato al movimento che aveva proposto e doveva curare la manifestazione, con il giallo finale su chi poi l’ha organizzata (e soprattutto a chi è finito quel contributo).

Poi, nelle ore scorse. la surreale pantomima dello scioglimento del Comitato “Ascoli 2024” e, dopo le ironie e le polemiche che ne sono seguite, l’annuncio della nascita della nuova associazione “Ascoli & Piceno 2024”. Due sconfortanti “pagliacciate”, frutto della solita approssimazione, dell’incapacità di programmare e della mancanza di una seria visione, di un progetto concreto che possa davvero far compiere un salto di qualità al capoluogo piceno.

Partiamo dall’evento “I Piceni nelle Marche”, secondo quanto riportato nel documento istruttorio allegato alla delibera 158 del 25 maggio un progetto presentato dal Movimento cristiano dei lavoratori. Che, con nota protocollo n. 44182 del 23 maggio 2023 chiedeva al Comune un contributo di 15 mila (su un costo complessivo di 16 mila euro), concesso con insolita celerità dal Comune che il 25 dicembre, con la citata delibera, approvava il progetto ed elargiva il contributo. Nei giorni successivi, però, la vicenda assumeva i contorni del giallo, dopo la richiesta di accesso agli atti presentata dal consigliere comunale Ameli.

Due giorni prima dell’evento (in programma venerdì 16 giugno), sull’albo pretorio del Comune vengono pubblicate 2 delibere approvate il 9 giugno. “Attuazione del progetto finanziato dalla Regione Marche con L.R. n. 31/2022 e con dgr 1866/2022 Tabella E. Provvedimenti” recita l’oggetto della delibera n. 180, mentre la n. 181 ha come oggetto la “revoca del contributo assegnato con delibera di giunta comunale n. 158 del 25 maggio 2023”.  Confrontando le tre delibere (le due del 9 giugno e la 158 del 25 maggio) emergono incongruenze e contraddizioni che infittiscono il giallo.

Secondo quanto è riportato nella delibera n. 181 sarebbe il Movimento cristiano dei lavoratori, “con nota acquisita al protocollo comunale in data 01/06/2023 al n. 47244”, a rinunciare al contributo per sopraggiunti motivi organizzativi. Secondo quanto riportato dall’informazione locale, non smentita dal sindaco Fioravanti e dall’amministrazione comunale, in realtà il problema è sorto perché ad avallare la richiesta di quell’associazione era un consigliere comunale, Luca Cappelli, con tutte le conseguenze che ciò rischiava di determinare.

A generare ulteriore confusione è, però, soprattutto la delibera n. 180 nella quale si afferma che il Comune a fine marzo aveva presentato alla Regione richiesta di contributo per la realizzazione del progetto “I Piceni nelle Marche” che, quindi, sarebbe stato predisposto dal Comune stesso. Come abbiamo visto, però, secondo quanto è riportato nel documento istruttorio allegato alla delibera n 158 del 25 maggio il progetto è stato presentato e proposto dal Movimento cristiano dei lavoratori il 23 maggio 2023, non dal Comune. Nella stessa delibera 180, poi,  viene confermato lo stanziamento di 15 mila euro da parte del Comune e viene incaricata la dirigente del Servizio Cultura e Turismo di “rivolgersi ad una società specializzata” per la realizzazione dell’evento. Quale sia questa “misteriosa” società, però, non è dato sapere.

Quello che è certo è che venerdì 16 giugno l’evento è regolarmente andato in scena, per la verità in un teatro Filarmonici non propriamente tutto esaurito. E che il giorno successivo la consigliera regionale Monica Acciarri, con un post sui social, ne ha rivendicato l’organizzazione. “Bellissimo pomeriggio trascorso al teatro Filarmonici all’insegna dei Piceni, infatti sono intervenuta al Convegno “I Piceni nelle Marche” che ho organizzato grazie al Consiglio regionale delle Marche” scrive la consigliere regionale leghista. Sarebbe lei la “società specializzata” a cui si è rivolta il Comune? E, per quanto riguarda l’aspetto economico, a chi sono finiti i 15 mila euro stanziati dal Comune? Nell’attesa che l’amministrazione comunale faccia chiarezza, resta l’imbarazzo per la gestione a dir poco discutibile di quello che doveva e poteva essere un evento culturale.

Nelle stesse ore in cui si consumava questa surreale vicenda, il capoluogo piceno ha scoperto che la cultura non muove più le montagne. Non che in concreto le abbia mai mosse, perché quello slogan, che accompagnava il fallimentare e sconclusionato progetto alla base della candidatura di Ascoli Capitale della Cultura 2024, sin dall’inizio era evidente che fosse solo propaganda, utile unicamente per far credere a qualche “boccalone” che si stesse portando avanti chissà quale progetto culturale. Prima ancora della solenne bocciatura di quella candidatura Fioravanti aveva assicurato che quel progetto, che in linea puramente teorica avrebbe dovuto coinvolgere i comuni del territorio piceno, sarebbe andato avanti comunque.

Convinzione ribadita anche dopo la bocciatura  (“La cultura continua a muovere le montagne, il viaggio non si ferma” scriveva sui social il 17 marzo scorso, pochi dopo l’amaro verdetto, il primo cittadino) e rafforzata con una pomposa conferenza stampa (31 marzo 2022) nella quale lo stesso Fioravanti confermava che il progetto andava avanti, anzi “riprendeva ufficialmente il percorso”, e che gli altri sindaci del territorio erano d’accordo nel proseguire il percorso nei mesi e negli anni successivi. Come sempre accade, però, la realtà dei fatti ha raccontato tutta un’altra storia, da quel 31 marzo ad oggi non si ricorda una sola manifestazione o iniziativa che avesse reale attinenza con quel progetto e, come sempre, i comuni del territorio hanno continuato a procedere in ordine sparso, ognuno per conto proprio, senza mai una volta un coordinamento, una sola manifestazione o evento organizzato in collaborazione (e, nell’estate passata, spesso con eventi importanti e di richiamo sovrapposti, fissati nella stessa data).

Ancora una volta, però, a spazzare via ogni dubbio di hanno pensato gli atti ufficiali, i documenti di programmazione del Comune di Ascoli (dal Peg al Piano delle performance al Piano degli obiettivi), in nessuno dei quali si è mai fatto neppure menzione di quell’ipotetico progetto che doveva coinvolgere tutto il territorio piceno. Così non ha destato alcuna sorpresa la notizia, apparsa nel fine settimana scorso su alcuni quotidiani locali, secondo cui il sindaco Fioravanti aveva deciso di sciogliere l’inutile comitato Ascoli 24, nato per il riconoscimento della capitale della cultura e così miseramente fallito. Si poteva chiudere mestamente così uno dei capitoli più imbarazzanti e fallimentari dell’amministrazione comunale.

Invece martedì 20 giugno, in un surreale comunicato stampa, l’annuncio che “morto un papa, se ne fa un altro”. Non più “Ascoli 2024” ma una nuova associazione chiamata “Ascoli & Piceno 24”. Che, però, basta vedere chi sono i soci, presenti alla presentazione a Palazzo dell’Arengo, per comprendere che poco o nulla ha a che vedere con la cultura, tra i soliti imprenditori privati e altri soggetti in qualche modo legati politicamente a questa amministrazione. Anche l’indicazione del 2024, ora che non c’è più all’orizzonte la possibilità di diventare Capitale italiana della Cultura, invece che ad un periodo più lungo (magari 2030, come più volte indicato a parole dal sindaco) rende ancora più chiaro quale sia il reale obiettivo: le elezioni comunali della primavera 2024.

In altre parole, più che la cultura eventualmente sarà la propaganda a provare a muovere le montagne…

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