Strage di Cutro, autorità italiane e Frontex sotto accusa


Secondo un’inchiesta giornalistica di Lighthouse Reports, Suddeutsche Zeitung, Le Monde, El Pais, Sky News e Domani l’Italia e Frontex erano consapevoli del pericolo che stava correndo la Summer Love ma hanno deciso di non intervenire e poi hanno cercato di “insabbiare”

Le autorità italiane e la dirigenza di Frontex erano consapevoli del grave pericolo che stava correndo la Summer Love ma hanno comunque deciso di non intervenire e successivamente hanno cercato di insabbiare quanto accaduto, nascondendo quanto sapevano. E’ un duro e pesante atto di accusa nei confronti del nostro paese e dell’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera quello che emerge da una lunga e approfondita inchiesta giornalistica che, attraverso documenti inediti, fonti confidenziali, immagini satellitari, modelli 3d e decine di testimonianze fa luce sulle troppe falle nella catena di comando che hanno portato al tragico naufragio di Cutro, nel quale hanno perso la vita 94 persone (tra cui 35 bambini), e al successivo penoso e vergognoso rimpallo di responsabilità tra le autorità coinvolte.

Qualcuno di voi pensa che il governo italiano avrebbe potuto salvare la vita a 90 persone, compresi diversi bambini, e volutamente non l’ha fatto?” ha ripetuto nei giorni successivi alla tragedia Giorgia Meloni di fronte a chi, più che comprensibilmente, chiedeva spiegazioni sull’accaduto, quasi a voler scacciare ogni sospetto relativo al fatto che non fosse stato fatto tutto il possibile per evitare quella tragedia. Dopo aver letto quell’indagine la risposta non è più così scontata. In particolare si rafforza la convinzione che si è agito con troppa superficialità, nonostante i segnali di pericoli fossero chiarissimi. Ed è proprio questo il nocciolo centrale della questione, l’aspetto fondamentale che emerge dall’inchiesta internazionale portata avanti Lighthouse Reports (una delle più autorevoli agenzie di stampa internazionali che collabora con i principali media mondiali) in collaborazione con Suddeutsche Zeitung (Germania), Le Monde (Francia), El Pais (Spagna), Sky News (Gran Bretagna) e Domani (Italia).

Le autorità italiane e la dirigenza di Frontex erano consapevoli che la barca mostrava segni di pericolo quando la nave è stata avvistata per la prima volta sei ore prima del naufragio ma hanno comunque deciso di non intervenire e in seguito hanno cercato di nascondere quanto sapevano” scrive Lighthouse Reports  nel lungo articolo dal titolo molto significativo (“L’insabbiamento di Crotone”), con il sottotitolo che punta pesantemente l’indice contro il nostro paese: “L’Italia ha mentito sul suo ruolo in un naufragio che ha ucciso 94 persone, tra cui 35 bambini, e l’agenzia di frontiera Ue Frontex ha contribuito a insabbiarlo”.

Non meno duri ed emblematici titoli e sottotitoli con cui gli altri media internazionali presentano l’inchiesta, rilanciando le accuse contro le autorità italiane. “Were 94 people left to die at sea?” (“94 persone lasciate morire in mare?”)  titola Sky News, mentre il tedesco Suddeutsche Zeitung si chiede “Why didn’t anyone help?” (“Perché nessuno li ha aiutati?”). “Recostruccion de un naufragio: como Italia y Frontex pudieron evitar la muerte de mas de 90 personas en Cutro” (“Ricostruzione di un naufragio: come Italia e Frontex potevano evitare la morte di più di 90 persone a Cutro”) titola lo spagnolo “El Pais” che sostiene che l’inchiesta giornalistica “pone al descubierto la fatal cadena de errores” (“smaschera la fatale catena di errori”).

Si spinge addirittura oltre il francese “Le Monde” che “revele led defaillances des autorites italiennes qui ont conduit a la mort de 94 personnes, le 26 fevrier” (“svela i fallimenti delle autorità italiane che hanno portato alla morte di 94 persone il 26 febbraio”) e spiega come i legali delle vittime non hanno dubbi: “Il y aura un proces le naufrage de Cutro, l’Etat a des responsabilites claires, le parquet de Crotone les etablira ex traduira les coupables devant le juge” (“Ci sarà un processo per il naufragio di Cutro, lo Stato ha responsabilità chiare, la Procura di Crotone le stabilirà e porterà i colpevoli davanti al giudice”).

L’inchiesta spiega innanzitutto come Frontex monitori lo Ionio con aerei e droni per individuare le imbarcazioni sospette. Ed il suo aereo “Eagle 1” è decollato il 25 febbraio, incontrando difficoltà per i forti venti (come risulta da un rapporto in mano a chi ha effettuato l’indagine giornalistica) prima di localizzare la Summer Love. Che Frontex ha individuato tracciando le telefonate satellitari effettuate in Turchia, segnalandola come possibile imbarcazione di migranti, senza giubbotti di sicurezza visibili e con una significativa risposta termica da sottocoperta che indicava un numero elevato di persone a bordo. Secondo l’inchiesta giornalistica, la sera del 25 febbraio, il giorno prima della tragedia, Frontex aveva trasmesso i dati al centro di controllo in Polonia e li aveva messi a disposizione delle autorità italiane.

Per altro è accertato che nella sala di monitoraggio di Varsavia erano presenti un rappresentante della guardia costiera e della guardia di finanza dell’Italia. A differenza di quanto dichiarato all’epoca dalla Meloni, che sosteneva che “da Frontex non è arrivata alcuna comunicazione di emergenza, non siamo stati avvertiti”, le autorità italiane erano state messe a conoscenza della presenza della Summer Love e dei rischi che l’imbarcazione stava correndo. A tal proposito i documenti in mano agli autori dell’inchiesta giornalistica sembrerebbero non lasciare spazio a dubbi e dimostrerebbero che tutte le informazioni raccolte dall’aereo di Frontex sono state trasmesse in diretta alle autorità italiane. Che, di conseguenza, erano consapevoli della situazione di maltempo (vento forte), della mancanza di giubbotti di salvataggio e del sovraffollamento dell’imbarcazione.

Quindi c’erano tutti i presupposti per intervenire con un’operazione di ricerca e soccorso in mare (Sar), invece che con una semplice operazione di polizia (law enforcement), ma le autorità marittime non lo hanno fatto. “Questa decisione ha avuto conseguenze letali” scrivono gli autori dell’inchiesta giornalistica. “After the wreck, the European border agency concealed the fact their pilot had signalled strong winds to their control room during the survellaince flight” (“Dopo il naufragio Frontex ha nascosto il fatto che il loro pilota aveva segnalato forti venti alla loro sala di controllo durante il volo di sorveglianza”) scrive ancora Lighthouse Reports, in pratica accusando l’agenzia di frontiera europea di aver cercato di “insabbiare”.

Nel complesso un quadro davvero inquietante quello che emerge da quell’inchiesta giornalistica. Per certi versi è, però, ancora più inquietante il fatto che l’informazione italiana sta praticamente ignorando quell’approfondimento (pubblicato il 2 giugno scorso e che sta suscitando grandissimo interesse nel resto dell’Europa), come se non esistesse. Completamente oscurato in tv, non solo dalla Rai ormai trasformata in portavoce del governo, è stato a mala pena citato, senza dargli particolare rilievo, anche dalla stampa e dall’informazione on line (ad eccezione di “Valigia blu”).

A dimostrazione che il governo non ha certo bisogno di ricorrere a forme particolari di censura, l’informazione italiana è ampiamente in grado di autocensurarsi senza alcuna imposizione…

 

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