L’Ascoli che verrà tra il nodo allenatore e la difficile eredità di Leali


Nei prossimi giorni sono attese novità su Breda che sul campo ha meritato la conferma ma non è ancora certo di restare in bianconero anche per la prossima stagione. Sembra invece inevitabile l’addio di Leali, con Botteghin il vero fuoriclasse dell’Ascoli degli ultimi 2 anni

Non è ancora terminata la stagione della serie B (sono in corso playoff promozione e playout retrocessione) ma in casa bianconera è già tempo di iniziare a pensare al prossimo campionato 2023/24. A partire innanzitutto dalla panchina, passando poi per la costruzione (o, più probabilmente, ricostruzione) di una rosa in grado di affrontare adeguatamente la stagione. Per quanto concerne l’allenatore, le esperienze degli anni passati insegnano a non dar nulla per scontato, anche se la logica e i risultati ottenuti consiglierebbero di proseguire con Roberto Breda.

E’ infatti fuori discussione che il tecnico di Treviso ha fatto bene, come evidenziano i numeri (ma non solo). Chiamato sulla panchina bianconera dopo la debacle di Cittadella e il disastroso avvio di girone di ritorno dell’Ascoli (1 punto in 4 partite), in 15 partite Breda ha ottenuto 21 punti, con una media punti di 1,40 che, proiettata all’intero campionato, avrebbe garantito 52 punti ed il settimo posto in classifica, con conseguente accesso ai playoff. Al di là dei numeri, Breda ha avuto il merito di risollevare una squadra che in quel momento era allo sbando, sfiduciata e demotivata, che sembrava destinata a sprofondare. Il suo Ascoli raramente ha giocato un calcio brillante (il secondo tempo di Modena, la partita casalinga con il Sud Tirol le eccezioni) ma è diventata una squadra ostica da affrontare per chiunque, quadrata e arcigna, quasi sempre concentrata e attenta, brava a concedere poco agli avversari e a sfruttare al meglio le poche opportunità che si presentavano.

Ha provato con alcuni accorgimenti tattici a dare un minimo di incisività in più ad una squadra che, per caratteristiche della rosa, aveva evidenti limiti in fase di costruzione e, soprattutto, in fase offensiva. Quasi sempre lucido nel leggere la gara e nell’operare i cambi a partita in corso, non solo ha evitato ai bianconeri rischi in classifica, ma li ha anche portati a giocarsi l’accesso ai playoff nell’ultima partita di campionato a Reggio Calabria. Di più non gli si poteva chiedere, sul campo ha ampiamente guadagnato fiducia e conferma. Poi, naturalmente, bisognerà vedere se le aspirazioni e le intenzioni del tecnico veneto collimeranno con i programmi di Pulcinelli e della società bianconera. Partendo da quelli che riguardano la rosa con la quale l’Ascoli dovrà affrontare la prossima stagione.

Naturalmente, oltre alle disponibilità economiche della società, per la costruzione della rosa e per gli interventi in entrata e in uscita nel mercato molto dipenderà dall’allenatore e dal modo in cui vorrebbe far giocare i bianconeri. Sperando che Valentini e la società abbiano imparato la lezione dello scorso anno quando, con Bucchi che voleva puntare sul 4-3-3, né in estate né nel mercato di gennaio sono stati presi i giocatori adeguati per quel modulo. Di certo, partendo da quello che l’Ascoli ha fatto vedere nell’ultimo campionato, sarà importante dare più solidità (sia in fase difensiva che in fase di spinta) alle due fasce, portare più qualità a centrocampo e più incisività in attacco, sia attraverso l’eventuale ricerca di un vero trequartista, sia attraverso l’inserimento di giocatori offensivi in grado di saltare l’uomo e di creare la superiorità numerica.

Il primo è più importante impegno in chiave mercato, però, sarà quello di sostituire Nicola Leali, negli ultimi due anni il vero fuoriclasse (insieme a Botteghin) di questa squadra. Perché, a meno di improbabili sorprese, il portiere di Castiglione delle Stiviere nel prossimo campionato non difenderà la porta bianconera. Ha il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e non si è riusciti a trovare un accordo per prolungarlo fino ad ora, quindi è più che probabile che quella di Reggio Calabria sia stata la sua ultima partita. E non sarà per nulla facile trovare un sostituto all’altezza di quello che indiscutibilmente è stato negli ultimi 2 anni il miglior portiere del campionato cadetto, sempre decisivo per le sorti dell’Ascoli. Lo dicono anche i numeri che certificano come in questa stagione, quando Leali non ha giocato, la media punti dei bianconeri è precipitata ad 1,04. Soprattutto, però, non si contano in questi anni le partite in cui il numero uno bianconeri è risultato decisivo, con interventi miracolosi e determinanti. Chiunque sarà chiamato a sostituirlo dovrà fare i conti con un’eredità sicuramente ingombrante.

Portiere a parte, nella costruzione della nuova rosa inevitabilmente si partirà dai giocatori che ancora sono legati all’Ascoli almeno per un altro anno, anche se non è affatto scontato che chi è sotto contratto automaticamente resti in bianconero. Anche perché, come al solito, un paio di “cessioni eccellenti” sono fisiologiche e necessarie per avere poi a disposizione soldi da investire sul mercato. Analizzando la situazione reparto per reparto, quello arretrato in teoria numericamente sarebbe quasi al completo. Sono, infatti, sotto contratto Botteghin, Simic, Quaranta, Bellusci, Tavcar, Adjapong e Falasco, con i primi due che costituiscono un’autentica garanzia come coppia di centrali titolare.

Simic, però, sembra avere un discreto mercato e potrebbe essere uno dei sacrifici necessari per fare cassa. Se così fosse, è chiaro che poi bisognerà trovare un sostituto all’altezza, mentre se il croato dovesse restare andranno fatte le giuste valutazioni sulle alternative alla coppia titolare. Con Bellusci che, nonostante una stagione non esaltante, che può essere considerato tale, mentre qualche riserva in più è lecito avere su Quaranta e Tavcar. Sicuramente nuovi innesti saranno invece necessario sugli esterni, con a destra il solo Adjapong e a sinistra Falasco. Il primo, se fisicamente a posto, è una garanzia ma, ovviamente, ha bisogno di un’alternativa. Falasco, invece, dopo un buon avvio è andato in calando, finendo il campionato in panchina, e potrebbe partire.

Per quanto riguarda il centrocampo sono sotto contratto Buchel, Collocolo, Caligara, Eramo, Falzerano e Gnahorè, con i primi due, che salvo sorprese (sempre possibili sul mercato), dovrebbero essere dei punti fermi della mediana bianconera, mentre Collcolo sembra destinato ad essere uno degli uomini mercato. Discorso a parte meritano Eramo e Gnahorè che non possono essere considerati delle alternative affidabili, il primo perché ormai nella fase discendente della sua carriera, il secondo perché reduce da un anno di stop per infortunio. Quanto a Falzerano, dopo un campionato così deludente è difficile pensarlo ancora in maglia bianconera. Sicuramente serviranno diversi nuovi acquisti per il centrocampo, poi molto dipenderà dal sistema di gioco che vorrà adottare l’allenatore (che sia Breda o qualcun altro), partendo comunque dal fatto che nella rosa non ci sono trequartisti né esterni offensivi.

Per quanto riguarda l’attacco, infine, sotto contratto ci sono Dionisi, Forte, Pedro Mendes e Palazzino. Un discreto punto di partenza anche se Dionisi è impensabile che possa garantire continuità su 38 partite, mentre Pedro Mendes ha lasciato intravedere buone potenzialità ma deve ancora dimostrare di poter avere un ruolo importante con una certa costanza. Discorso a parte merita invece Forte, sicuramente bomber di livello per la categoria, ma che deve essere messo in grado di sfruttare al meglio le sue doti da attaccante da area di rigore. Quanto a Palazzino in questi due anni si è visto raramente in campo, anche se ogni volta che è stato utilizzato ha lasciato un’ottima impressione. Per questo è arrivato il momento di capire se può essere utile all’Ascoli in serie B o se è meglio lasciarlo andare a fare esperienza magari in Legapro.

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