Scuola di Borgo Chiaro, la sicurezza degli alunni può attendere


Grazie al Pnrr il Comune 1,8 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione della scuola Falcone-Borsellino. Ma dalla delibera n. 120 del 3 maggio emerge che l’amministrazione comunale conosce dal 2018 la situazione della scuola in termini di sicurezza…

Nel “mondo al contrario” del capoluogo piceno la notizia è il finanziamento di 1,8 milioni di euro per il rifacimento della scuola, non il fatto che si continua a far andare i bambini in una scuola che, da quasi 5 anni, è certificato che è ai limiti della sicurezza, tanto che dovrà essere abbattuta e ricostruita per renderla sicura. Non è un caso che l’amministrazione comunale e il sindaco Fioravanti, abituati ad annunci e proclami celebrativi ad ogni occasione, in questo caso siano rimasti in silenzio, nonostante l’indiscussa buona notizia dell’ottenimento di un così importante finanziamento. Come consuetudine, però, ci ha pensato qualche quotidiano locale ad annunciare con la solita enfasi la notizia dell’assegnazione del finanziamento per la demolizione e ricostruzione della scuola primaria Falcone-Borsellino (Borgo Chiaro), ovviamente senza minimamente spiegare per quale ragione quell’edificio scolastico deve essere demolito e poi ricostruito.

In qualsiasi altro posto quanto meno il sospetto sarebbe immediatamente sorto non fosse altro perché, dal post terremoto, più volte l’amministrazione comunale ha ripetuto che le scuole in condizioni meno precarie sarebbero state oggetto di adeguamento (o miglioramento) sismico, mentre quelle con maggiori e insanabili criticità sarebbero state demolite e ricostruite. A svelare il mistero come sempre è un atto ufficiale del Comune, la delibera n. 120 del 3 maggio scorso con la quale è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico economica, l’atto preliminare all’avvio del lungo iter della progettazione.

A seguito di determina di affidamento del dirigente del Settore VI n. 2144 del 20/7/2018 – si legge nella delibera n. 120 – l’ing. Michele Laorte nel dicembre 2018 ha redatto e consegnato la verifica di vulnerabilità sismica presso la scuola Falcone-Borsellino dalla quale è emerso in sintesi che la stima del livello di sicurezza del fabbricato allo stato limite di salvaguardia della vita è riconducibile alla fascia rischio C”. Quindi, come certificato dalla delibera, l’amministrazione comunale, prima guidata dal sindaco Castelli, poi dal sindaco Fioravanti, è a conoscenza dal dicembre 2018 della situazione non certo rassicurante (“allo stato limite del livello di sicurezza”) di quell’edificio scolastico ma se ne è sempre fregata, non si è neppure posta il problema se non fosse rischioso continuare a far andare bambini in una struttura non propriamente sicurissima (e continua a non porselo).

Sarebbe già sufficiente questo per provocare sconcerto e indignazione, ma c’è molto di più Partendo dal fatto che la “Falcone-Borsellino” non era compresa tra le 13 scuole cittadine oggetto delle ordinanze del commissario per la ricostruzione del 2017 e del 2018 che ha stanziato oltre 30 milioni per gli edifici scolastici del Comune di Ascoli. Chi ha un briciolo di memoria, ricorda cosa è accaduto nel capoluogo piceno nei mesi successivi all’interminabile sequenza sismica, con l’allora sindaco Castelli che continuava, contro ogni evidenza, a sostenere che non c’erano problemi, che le scuole cittadine erano sicure. Le conseguenze di quello sconsiderato atteggiamento le stiamo, purtroppo, toccando con mano.

Dopo quasi 7 anni ancora siamo in alto mare e per la scuola di Borgo Chiaro l’attesa si prolungherà ulteriormente, visto che ancora deve partire tutto l’iter progettuale (che, come abbiamo ampiamente visto, per il Comune di Ascoli è sempre terribilmente lungo). Allo stesso modo chi ha memoria ricorderà l’estenuante diatriba sulle verifiche di vulnerabilità sismica che, sempre secondo l’allora sindaco Castelli, non erano necessarie, con il primo cittadino che ripeteva la grottesca favoletta secondo cui le vere verifiche le scuole cittadine le avevano sostenute e superate brillantemente proprio con le scosse di terremoto (così brillantemente che alla fine si conteranno milioni di danni e due scuole chiuse perché inagibili).

Ora, però, scopriamo che in realtà, almeno per la scuola Falcone-Borsellino, le verifiche sono state effettuate ed i suoi risultati erano noti al Comune già a fine 2018. Ma, incredibilmente, sono stati sempre tenuti nascosti, visto che anche quando poi sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica e resi pubblici i risultati delle altre scuole, quelle della scuola di Borgo Chiaro sono rimaste top secret. Non è azzardato dire che, se non ci fosse stata la pandemia con tutte le conseguenze che ha determinato, Pnrr compreso, la Falcone-Borsellino sarebbe stata abbandonata al suo destino.

Bisogna, quindi, ringraziare l’Unione europea che, , come si legge nella delibera n. 120, “tra le opportunità di edilizia scolastica dedicate a Comuni, Province e Città Metropolitane, ha previsto dei fondi per la realizzazione di nuove scuole con sostituzione di edifici esistenti mediante la misura PNRR Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici – Investimento 1.1: Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici”. Su questa base il ministero dell’istruzione il 2 dicembre 2021 ha pubblicato un avviso pubblico per la presentazione di candidature da parte degli enti per individuare “proposte di sostituzione di edifici scolastici”. Ed il Comune di Ascoli ha risposto, presentando la propria candidatura con l’intervento “nuova scuola primaria Falcone-Borsellino”, per un importo complessivo di poco meno di 2 milioni di euro (1,856.330,46 euro per l’esattezza), che è stato interamente finanziato.

Secondo la delibera n. 120 con comunicazione da parte della Prefettura di Ascoli pervenuta il 30 maggio 2023 (cioè tra 20 giorni), secondo logica la comunicazione stessa dovrebbe essere arrivata il 30 aprile, visto che la delibera in questione è di 3 giorni dopo. Come anticipato, con quell’atto l’amministrazione comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica dell’intervento che è propedeutico all’avvio del lungo iter che porterà poi all’avvio dei lavori. Quindi ora l’amministrazione comunale “dare corso alla procedura finalizzata all’affidamento dei servizi tecnici relativi alla progettazione definitiva, esecutiva”. Che, come abbiamo già visto per le altre scuole, per motivi sconosciuti e incomprensibili presso il Comune di Ascoli dura un’eternità.

Basterebbe pensare al caso della scuola Malaspina il cui iter progettuale è iniziato quasi 3 anni fa (luglio 2020) ed ancora siamo attesa dell’approvazione del progetto esecutivo e poi dell’indizione della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori. Situazione praticamente identica anche per altre scuole, come la Cagnucci e la Tofare, i cui rispettivi iter sono partiti solo qualche mese dopo e tutt’ora sono ben lontani dall’essere terminati.

Questo significa che, ad essere immotivamente ottimisti, prima di 2-3 anni non aprirà il cantiere per l’intervento di demolizione e ricostruzione. E, naturalmente, in tutto questo periodo gli alunni continueranno ad andare in quella scuola come nulla fosse…

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