Bocciati i progetti cultura, ennesimo fallimento del Comune di Ascoli


Non ci sono quelli del Comune di Ascoli (su Polo Sant’Agostino e Casa della gioventù) tra i 18 progetti finanziati dal fondo “Next Appennino”, per quasi 50 milioni di euro. A firmare l’ennesima batosta per il sindaco Fioravanti il suo predecessore e attuale commissario sisma  Castelli

Sono 18 i progetti inerenti la cultura finanziati dal fondo “Next Appennino” complementare al PNRR e dedicato alle aree colpite dal sisma , per un totale di quasi 50 milioni di euro. E proprio la nostra regione è quella che porta a casa la fetta più consistente di quel finanziamento, con ben 12 progetti ammessi per poco meno di 34 milioni di euro. Tra quei 12, però, non ci sono i due progetti presentati dal Comune di Ascoli inerenti il Polo culturale di Sant’Agostino e la Casa della gioventù.

Una bocciatura pesantissima per l’amministrazione comunale, una “batosta” dura da digerire per il sindaco Fioravanti perché a firmare l’Ordinanza n. 44 del 27 aprile scorso, con l’approvazione dell’elenco dei progetti ammessi a finanziamento, è stato il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, compagno di partito di Fioravanti, ex sindaco di Ascoli e da sempre considerato il “padre politico” dell’attuale primo cittadino ascolano. Con un governo di destra guidato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il governatore delle Marche Francesco Acquaroli anche lui di Fratelli d’Italia e, appunto, Castelli commissario straordinario per il sisma neppure il più inguaribile pessimista avrebbe potuto pensare che venissero bocciati proprio i progetti del Comune di Ascoli.

Non a caso, infatti, lo stesso primo cittadino ascolano aveva dato per scontata l’approvazione del finanziamento, tanto da citare uno dei due progetti poi bocciati, quello per il Polo culturale di Sant’Agostino, tra gli interventi più importanti da avviare nel 2023. Serviva un vero e proprio talento al contrario per riuscire a fallire quello che, è del tutto evidente, era da considerare un rigore a porta vuota. Ma quando si tratta di fare “figuracce” in campo culturale il sindaco Fioravanti e la sua amministrazione comunale non hanno eguali, sono degli autentici fuoriclasse. Lo si era ampiamente capito lo scorso anno, con la clamorosa bocciatura dell’impresentabile progetto presentato dal Comune a supporto della candidatura del capoluogo piceno a Capitale della Cultura 2024, con quell’imbarazzante audizione che ha fatto ridere (per non piangere…) l’Italia intera.

All’epoca per mascherare il fallimento dell’amministrazione comunale, la destra ascolana si era inventato un presunto complotto del governo e del ministro alla cultura Franceschini a favore di Pesaro. In realtà anche allora era sin troppo evidente la realtà, cioè che l’impresentabile progetto del Comune di Ascoli non aveva alcuna possibilità di essere scelto. Però i sudditi più “boccaloni” di questa amministrazione, quelli che per fede sono pronti a credere a qualsiasi improponibile “panzana” raccontata, avevano davvero creduto che si trattava di un complotto. Questa volta, però, con governo, Regione e commissario straordinario dello stesso partito del sindaco, non c’è neppure questa scappatoia virtuale e l’incapacità dell’amministrazione comunale nel presentare progetti culturali credibili e finanziabili emerge in tutta la sua sconfortante evidenza.

Il re è nudo e, come avviene sempre in queste circostanze, anche silenzioso. Sempre sin troppo loquace, quasi logorroico, quando si tratta di fare annunci e proclami, Fioravanti poi, quando emerge con tutta evidenza che la realtà è completamente differente da quella idilliaca descritta, si trincera dietro il silenzio, senza mai spiegare le ragioni dei suoi sempre più frequenti fallimenti. Che ormai non sorprendono più nessuno, ad eccezione dei “boccaloni” di cui sopra. Per altro su quello relativo alla valorizzazione del Polo culturale di Sant’Agostino i dubbi erano sorti già al momento della pubblicazione dell’avviso pubblico per la selezione di proposte progettuali, decisamente generico e confuso.

Per altro a dimostrazione che l’esperienza passata non ha insegnato a questa amministrazione, anche in quell’avviso pubblico si ricorre troppo spesso all’utilizzo di termini inglesi (chissà cosa direbbe il deputato di FdI Rampelli se leggesse quell’avviso…), esattamente come era avvenuto nella sventurata presentazione del progetto per Ascoli Capitale Italiana della Cultura 2024. “Promuovere iniziative di capacity building” si legge ad esempio tra i requisiti che doveva avere il progetto. Per altro ad accentuare la delusione e il senso di fallimento c’è il fatto che, comunque, nel territorio piceno arrivano fondi per 7,5 milioni di euro, visto che sono stati finanziati i progetti dell’Unione montana del Tronto e Valfluvione, (2,6 milioni), del Comune di Cossignano (2,5 milioni) e del Comune di Acquasanta (2,4 milioni).

Arriva un’altra sonora batosta – accusa la consigliera regionale Casini – i progetti di Ascoli, che sarebbero dovuti essere finanziati dal fondo Next Appenino non sono rientrati in graduatoria. E così abbiamo perso 2,5 milioni di euro. Quando fu per la Capitale della Cultura la colpa venne data al governo di centro sinistra che nella ricostruzione farsesca della destra locale avrebbe favorito il sindaco amico Ricci di Pesaro. Oggi cosa si dirà? Chi ha remato contro? Il governo di destra? La Regione di destra? O il Commissario Castelli, padre politico del nostro Marco, che proprio poche ore fa a L’Aquila fa si vantava di aver sbloccato la graduatoria di questi fondi?”.

La consigliera regionale, poi, evidenzia quello che chi non ha i paraocchi ha ampiamente compreso, il fatto che questa amministrazione va avanti senza una seria programmazione, una prospettiva. “La verità è che Ascoli è una città in cui l’incuria regna sovrana – prosegue la Casini – le pochissime iniziative culturali degne di nota sono portate avanti da chi si batte ogni giorno per dare una prospettiva culturale diversa alle ascolane e agli ascolani. Prospettiva, ecco cosa manca alla nostra città: in questi anni non è stata portata a termine un’opera o un progetto (curva dello stadio, ponte di san Filippo, via Trieste). Capisco il presenzialismo, il dover essere all’inaugurazione del nuovo salumaio o annunciare che sono stati cambiati i fiori delle aiuole: la macchina del consenso è importante, la stampa va mantenuta acritica nei suoi confronti, i like ai selfie servono come il pane.  Ma ascolani e ascolane, per favore, iniziamo a far sentire la nostra voce davanti a un’amministrazione che sta facendo morire una città che se ancora risulta attrattiva per turismo e cultura è perché i nostri antenati ci hanno lasciato un gioiello architettonico, naturalistico ed enogastronomico”.

Per cosa lo ricorderemo il sindaco Fioravanti – conclude la consigliera regionale – Per l’aumento dei parcheggi a pagamento? Per lo svuotamento del centro storico e per il crollo di iscritti all’università? Per le scuole che crollano a pezzi? Per un ospedale mutilato? O prima o poi capirà di essere il sindaco di una delle città più belle d’Italia e ci presenterà un piano culturale, infrastrutturale, economico, sociale all’altezza del nome Ascoli Piceno?”. Basta avere solo un po’ di pazienza, il prossimo anno di questi tempi saremo in campagna elettorale. E, non abbiamo dubbi, quello sarà il momento giusto per il primo cittadino per presentare un bel piano culturale all’altezza del capoluogo piceno. Che poi, come al solito, negli anni successivi resterà chiuso nel cassetto…

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