Salvezza ad un passo e rimpianti, bicchiere “mezzo pieno” per l’Ascoli


Al di là della prestazione non esaltante, in particolare nel primo tempo, senza il clamoroso errore di Bellusci al 90° l’Ascoli avrebbe portato a casa una vittoria probabilmente non meritata ma che avrebbe chiuso il discorso salvezza e riaperto il sogno playoff (che resta ancora possibile)

Più che per la salvezza, non ancora definitivamente conquistata ma ormai ad un passo, la “follia” di Bellusci al 90° ha conseguenze per i residui sogni playoff dell’Ascoli. Vincendo a Como i bianconeri si sarebbero portati ad un punto dall’ottavo posto (l’ultimo buono per i playoff), con la sfida in programma il 1 maggio al Del Duca contro il Pisa che sarebbe diventato uno scontro diretto, con il vantaggio per i bianconeri di non aver nulla da perdere. Poco conta che, in tutta onestà, l’Ascoli non meritava assolutamente di vincere perché per tutta la partita non ha fatto nulla per ottenere i 3 punti. Anzi, se i bianconeri sono andati a riposto ancora sullo 0-0 è stato solo per una questione di centimetri (addirittura di millimetri).

Quelli che hanno portato dopo meno di 10 minuti all’annullamento del gol di Cerri (avanti con la spalla rispetto a Simic), che hanno fatto terminare la conclusione ravvicinata del centravanti lombardo sul palo e che hanno fatto si che l’intervento scomposto di Botteghin su Ioannou fosse punito con la punizione dal limite e non con il rigore. Per altro anche dopo il vantaggio su rigore di Dionisi, fino al 90° tutto sembrava girare per il verso giusto per l’Ascoli, con il rigore calciato orrendamente da Cerri e l’incredibile gol divorato dall’ex Parigini da due passi (incrocio dei pali).

D’altra parte la storia del calcio è piena di partite simili, vinte da chi non meritava e certe occasioni bisogna sfruttarle, anche perché nella fase decisiva del campionato certe vittorie possono valere doppio. Ironia della sorte alla fine bisogna addirittura ringraziare Simic che, un minuto dopo il rigore dell’1-1, ha evitato l’atroce beffa (già nel  primo tempo aveva respinto una conclusione di Arrigoni probabilmente vincente), anticipando di testa Gabrielloni a due passi dalla porta. Al netto dell’occasione persa, bisogna ammettere che quello visto al Sinigaglia è stato un Ascoli davvero sotto tono, neppure lontano parente di quello determinato e agonisticamente cattivo visto la settimana prima con il Sudtirol. Al di là di ogni considerazione tecnico-tattica e delle scelte operate, all’inizio e a partita in corso da Breda, è proprio il diverso atteggiamento e la minore attenzione con cui sono scesi in campo i bianconeri che ha fatto la differenza. Soprattutto nel primo tempo, quando l’Ascoli è sembrata una squadra in vacanza, lenta e svogliata.

Emblematico in tal senso il gol poi annullato per fuorigioco a Cerri, con il Como che è potuto andare in verticale negli ampi spazi concessi dai bianconeri, Donati fuori posizione a destra, Botteghin lento nell’andare a chiudere e Simic che si lascia sorprendere dal taglio dietro di Cerri. Pochi minuti dopo altra azione emblematica, con l’orribile palla persa da Proia nei pressi dell’area e Botteghin costretto a stendere Ioannou prima che entrasse in area. Semplicemente imbarazzante il primo tempo dei bianconeri, lenti e prevedibili nell’impostazione, molli e poco determinati in fase di interdizione, troppo svagati e disattenti in difesa. Breda inizialmente ha ripresentato quasi la stessa squadra che così tanto bene aveva fatto con il Sudtirol, stesso pacchetto difensivo, stesso centrocampo a tre, con il rientrante Caligara schierato nell’inedito ruolo di trequartista e Gondo a fianco di Dionisi al posto dello squalificato Forte.

Solo che in mezzo campo nei primi 45 minuti Buchel si è praticamente trovato a combattere da solo con i centrocampisti avversari, con Collocolo che vagava senza meta per il campo e Proia che si è visto solo per un paio di clamorosi strafalcioni. Non pervenuto anche Caligara, evidentemente non a suo agio in quel ruolo, anche se poi nella ripresa almeno si è iscritto alla partita. Se contro il Sudtirol l’Ascoli aveva dominato sugli esterni, a Como la situazione si è completamente ribaltata, soprattutto a destra dove Donati ha disputato un primo tempo da incubo, “asfaltato” da Ioannou. Un po’ meglio Giordano (anche perché il Como affondava quasi sempre dall’altra parte) che solo in un’occasione ha perso di vista Vignali (nell’azione del palo di Cerri), anche se poi l’esterno sinistro bianconero è andato in difficoltà nella ripresa con Parigini.

Soprattutto, però, ai bianconeri è mancata completamente quell’aggressività che contro il Sudtirol non aveva permesso agli avversari di giocare con tranquillità. Così i padroni di casa, mai seriamente impegnati in fase difensiva, non hanno dovuto neppure sforzarsi troppo per imbastire azioni offensive ficcanti, con Arrigoni in mezzo al campo liberissimo di far girare palla. Senza neppure dover alzare i ritmi, la formazione di Longo nei primi 45 minuti ha più volte creato i presupposti per segnare. Detto del gol annullato a Cerri, pochi minuti dopo Cutrone a due passi da Leali non è riuscito a deviare un invitante cross del solito Ioannou. Poi ci ha pensato Simic ad evitare il peggio, respingendo una conclusione dal limite quasi a colpo sicuro di Arrigoni e nei minuti successivi è stato Cerri a calciare malissimo dall’altezza del dischetto di rigore, dopo un rapido scambio che aveva tagliato fuori la difesa bianconera.

Lo stesso centravanti comasco negli ultimi minuti del primo tempo ha colpito un clamoroso palo, deviando da pochi passi un cross radente di Vignali. Fortunatamente qualcosa è cambiato nella ripresa, innanzitutto con l’inserimento di Adjapong che ha controllato meglio Ioannou. Soprattutto, però, l’Ascoli è tornato in campo con un piglio e un’attenzione differente. I bianconeri hanno tenuto e fatto girare meglio palla, senza comunque costruire alcun pericolo. Di contro, però, non hanno più concesso spazi al Como che nella prima fase della ripresa di fatto non si è mai fatto vedere dalle parti di Leali.

All’improvviso e inaspettato, poi, è arrivato l’episodio del rigore, con il tiro di certo non irresistibile dai 25 metri di Proia, respinto malissimo e sui piedi di Dionisi da Gomis, che poi ha completato l’opera commettendo fallo sul capitano bianconero (che aveva comunque calciato fuori). Il Como ha reagito con rabbia, con Longo che mandato in campo tutti i giocatori offensivi che aveva a disposizione, mentre l’Ascoli di fatto da quel momento ha smesso di giocare, limitandosi solo a difendere.

Neppure troppo bene, per altro, perché nel giro di pochi minuti è prima arrivato il rigore calciato poi su Leali da Cerri (nato da un clamoroso svarione di Giordano sulla sinistra), poi l’azione che ha portato Parigini ha colpire incredibilmente l’incrocio dei pali. I bianconeri, che hanno gestito malissimo un paio di contropiedi in superiorità numerica, nei minuti finali sembravano poter controllare senza troppi affanni il disperato assalto finale dei padroni di casa. Invece l’errore di Bellusci, inserito da Breda proprio per difendere meglio la vittoria, ha mandato in fumo un successo che sembrava ormai conquistato.

Una considerazione a parte merita il capitolo rigori che tante discussioni ha provocato sui social. In particolare i primi due, quello assegnato all’Ascoli e quello sbagliato dal Como, perché su quello del pareggio c’è poco o nulla da discutere, il rigore purtroppo è netto. Nel calcio pre Var probabilmente nessuno dei due rigori sarebbe stato assegnato, ora, che piaccia o meno, entrambi sono sempre calcio di rigore, anche se il tocco su Dionisi è lieve e se Simic colpisce la palla prima con un’altra parte del corpo, poi con la mano (in tal senso la regola è cambiata dall’inizio di questa stagione, fino allo scorso anno quello non sarebbe mai stato calcio di rigore). Tornando alla classifica, il punto conquistato e i risultati che sono arrivati dagli altri campi dicono che la salvezza è ormai quasi acquisita, manca solo il sigillo ufficiale finale.

Le possibilità di agganciare in extremis i playoff teoricamente restano vive ma passano indiscutibilmente da una vittoria il prossimo turno contro il Pisa e da almeno un’impresa in una delle ultime due trasferte (a Genova e a Reggio Calabria), dando per scontato la vittoria nell’ultimo turno casalingo contro il Cosenza, impegno tutt’altro che semplice. Razionalmente sembra molto difficile. Ma l’esperienza e, per certi versi, anche la partita di Como insegnano che nel calcio c’è poco di razionale…

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