Ascoli bello e convincente, passo decisivo verso la salvezza


Nei primi 45 minuti contro il Sudtirol si è visto il miglior Ascoli della stagione, che ha dominato gli avversari, costruendo un’incredibile serie di occasioni da gol, anche se il gol decisivo è arrivato solo nel finale su rigore. Zona playout ora lontana 5 punti

La salvezza non è ancora in cassaforte ma, dopo la vittoria contro il Sudtirol, manca davvero poco. Anche perché, dopo due prestazioni che avevano sollevato non poche perplessità (contro il Frosinone ma anche la rocambolesca vittoria contro il Brescia), contro la formazione di Bisoli si è visto probabilmente il miglior Ascoli della stagione. Nei primi 45 minuti per qualità di gioco e per intensità, in tutta la partita per attenzione e determinazione. Per quei misteri che rendono così affascinante il calcio, alla fine i bianconeri hanno vinto solamente 1-0, per giunta grazie ad un’ingenuità di Celli proprio nel finale.

Ma non possono certo esserci dubbi sulla legittimità del successo dell’Ascoli. Che nel primo tempo ha mostrato un volto inedito, non per un modulo o per interpreti differenti (rispetto alle ultime partite c’era Proia al posto dello squalificato Caligara e, a sorpresa, a sinistra Giordano invece di Falasco), ma per il volume e la qualità di gioco. Sono stati 45 minuti di autentico dominio, con i bianconeri che non hanno mai permesso al Sudtirol di alzare la testa, chiudendo gli avversari nella propria metà campo.

In qualche altra partita (ad esempio contro il Benevento, ma anche contro il Bari fino all’espulsione di Falasco) era già accaduto che l’Ascoli comandasse il gioco, ma non era mai successo prima che un simile dominio si traducesse in tante opportunità da gol e in così tante conclusioni pericolose in porta. Non a caso il grande protagonista del primo tempo, per il Sudtirol, è stato il portiere Poluzzi, autore di due autentici “miracoli” (sul tiro di Giordano diretto all’incrocio e sul colpo di testa ravvicinato di Botteghin) e di altri interventi importanti (due su Dionisi, uno in uscita bassa dopo una mischia per anticipare Forte).

Neppure il numero uno ospite avrebbe potuto fare nulla sul missile da oltre 25 metri di Botteghin, respinto dal palo. Complessivamente 6 occasioni da gol in 45 minuti, una cosa mai accaduto quest’anno (neppure in un’intera partita) per l’Ascoli. Quasi superfluo sottolineare che un simile andamento del primo tempo ha dato ragione alle scelte operate da Breda. Come quella di schierare Proia al posto dello squalificato Caligara, con l’ex Cittadella che, dopo 20 minuti difficili, è notevolmente cresciuto, dando un ottimo contributo in costruzione, per dinamismo e con i suoi inserimenti negli ultimi 20 metri.

Soprattutto, però, come quella di Giordano a sinistra preferito ad un Falasco che nelle ultime partite aveva molto faticato. E proprio l’imprevista e l’imprevedibile netta supremazia sulle fasce è risultata una delle chiavi (non l’unica) del dominio bianconero. Donati a destra e Giordano a sinistra hanno “asfaltato” gli esterni ospiti, Da Col e Lunetta, costringendoli sempre sulla difensiva, con l’ex Sampdoria molto aggressivo e intraprendente, ad un passo anche dalla soddisfazione personale. Per altro lo straordinario dinamismo di Dionisi, che nel primo tempo ha costantemente svariato a destra e a sinistra, ha contribuito a creare spesso la superiorità sulle fasce, oltre a procurare non pochi problemi ai difensori ospiti.

Ma se la manovra bianconera è risultata così fluida e incisiva come mai prima, il merito va dato anche e soprattutto a Buchel, bravo a sfruttare alla perfezione l’inspiegabile libertà che gli ha concesso il Sudtirol, che gli ha consentito di far girare palla e verticalizzare con rapidità. Importante nell’ottimo primo tempo bianconero, però, è risultato anche lo straordinario lavoro svolto da Simic, con le “buone” e con le “cattive”, su Odogwu, giocatore fondamentale per il gioco della formazione di Bisoli, soprattutto quando è in difficoltà come nel primo tempo al Del Duca e ha, quindi, bisogno di appoggiarsi sul suo possente centravanti per “rifiatare” e salire. Simic non l’ha mai permesso, riuscendo a sovrastarlo fisicamente.

A voler per forza cercare “il pelo nell’uovo”, nel quasi perfetto primo tempo bianconero è mancato un pizzico di brillantezza in più in avanti, soprattutto in Pedro Mendes e Forte. Il portoghese ha l’attenuante di un ruolo, il trequartista, che fatica ad interpretare e che non è propriamente nelle sue corde. Gli va dato atto che ci mette sempre il massimo impegno, tra l’altro la sua presenza consente a Dionisi di poter svariare su tutto il fronte offensivo, di venire sulla trequarti a prendere palla, senza lasciare isolato Forte. Che, da parte sua, in una partita nella quale sono piovuti così tanti palloni in area e sono arrivati rifornimenti alle punte come mai prima, se avesse avuto una maggiore brillantezza avrebbe potuto incidere in maniera decisiva. Anche lui ci ha comunque messo tanta grinta e tanta determinazione, anzi, in qualche caso anche troppa, visto che a metà ripresa ha rischiato grosso con un intervento molto duro su Celli (che gli è costato il giallo che gli farà saltare la partita di Como).

Dopo un primo tempo così, chiuso senza gol, il rischio della beffa aleggiava sul Del Duca. Ed in effetti nella ripresa la partita è cambiata, anche per le mosse di Bisoli che ha tolto i due esterni, inserendo Casiraghi e Rover, con quest’ultimo schierato trequartista, ma con il compito soprattutto di schermare Buchel, con Tait spostato sulla fascia. L’Ascoli ha perso il dominio sulle fasce e, soprattutto, Buchel non ha avuto più la libertà del primo tempo. Il Sudtirol ha cambiato anche atteggiamento, è diventato più aggressivo e nei primi minuti ha anche trovato un paio di incursioni pericolose, senza comunque mai arrivare ad impegnare seriamente Leali, chiamato in causa solo per un’uscita di piedi fuori area ad anticipare Mazzocchi.

L’Ascoli ha perso la fluidità e la pericolosità del primo tempo ma è stato bravo a rimanere attento e concentrato, senza concedere nulla agli avversari. La partita è diventata più equilibrata e anche più nervosa, non offrendo particolari emozioni, con l’unico spunto da segnalare una bella conclusione dal limite di Dionisi, fuori non di molto. Breda è stato pronto e attento a sostituire al momento giusto Donati, già ammonito, quando l’arbitro Minelli, dopo un intervento pericoloso dell’esterno bianconero, l’aveva “avvisato” che al successivo intervento falloso avrebbe estratto il secondo giallo. Quando sembrava ormai scritto il nulla di fatto, che avrebbe lasciato non pochi rimpianti in casa bianconera, è arrivato l’episodio decisivo, merito della caparbietà di Eramo ma anche dell’ingenuità di Celli.

Gondo ha trasformato con freddezza il rigore che ha regalato all’Ascoli una vittoria meritatissima e ancor più preziosa, che consente ai bianconeri di avere 5 punti di distanza dalla zona playout (a 5 giornate dal termine): Manca poco per completare l’opera, ma non bisogna abbassare la guardia e bisogna provare a chiudere prima possibile il discorso, per poi “divertirsi” nelle giornate che restano. In tal senso sarebbe importante fare risultato sabato prossimo a Como, contro una squadra che sta disputando un ottimo girone di ritorno e che nelle ultime due partite ha imposto lo stop al lanciatissimo Genoa, sfiorando il “colpaccio” a Bari (era avanti di due gol all’intervallo, è stato raggiunto nel recupero).

Non sarà affatto facile, ma conquistare punti a Como vorrebbe dire avvicinare ulteriormente il traguardo…

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