Squadra e allenatore in confusione, Pasqua da dimenticare per l’Ascoli


Prestazione imbarazzante di fronte alla capolista Frosinone che, senza far nulla di particolare, conquista i tre punti e rischia addirittura la goleada. Ancora in difficoltà la difesa, non incide l’attacco bianconero. Non convincono le scelte iniziali e i cambi operati da Breda

Le buone notizie per l’Ascoli, nel lunedì di Pasqua che ha visto in campo la serie B, arrivano solo dagli altri campi. Solo il Cosenza, tra le squadre impegnate nella lotta per evitare guai, ha conquistato un punto, le altre hanno tutte perso, rendendo meno pesante la netta sconfitta dei bianconeri, ben al di là del 2-0 finale. Perdere in casa della capolista ci può stare e non è il caso di fare drammi. Certo, però, quella offerta dall’Ascoli allo Stirpe è stata una prestazione che definire desolante è decisamente riduttivo.

Dall’allenatore ai 16 giocatori scesi in campo, non si è salvato nessuno. Ci ha messo molto del suo mister Breda che ha mandato in campo la stessa formazione schierata contro il Brescia (con il solo Quaranta al posto dello squalificato Simic) che aveva si conquistato la vittoria nel folle finale di gara, ma che dopo aver rischiato il tracollo e aver evidenziato imbarazzanti limiti e difficoltà. Avevamo sottolineato in quel post partita che, al di là del gol segnato e dell’impegno mostrato, che era apparso chiaro come Pedro Mendes non avesse le caratteristiche per giocare da trequartista, essendo sicuramente più utile da finalizzatore dentro l’area, non certo come ispiratore delle due punte. Ed eravamo convinti che, al netto delle dichiarazioni di facciata del post gara, Breda non avrebbe commesso l’errore di riproporlo nella delicata sfida contro la capolista. Invece l’ha fatto, regalando un uomo ai ciociari e tenendo in campo per ben 72 minuti un Pedro Mendes completamente fuori dal gioco e dalla partita.

Chiunque ha visto giocare il Frosinone nel corso di questa stagione sa perfettamente che il suo punto di forza nel gioco offensivo sono gli esterni, capaci di saltare l’uomo, creare superiorità numerica, segnare e fornire assist, con Grosso che ha solo l’imbarazzo della scelta tra Insigne, Caso, Baez, Bidaoui, Garritano  e, volendo, anche Rohden. Di contro l’Ascoli ha proprio negli esterni bassi uno dei punti deboli in fase difensiva. Pe questo era lecito attendersi che Breda escogitasse qualche cosa per provare a limitare i danni. Invece l’allenatore bianconero non ha fatto nulla, ha proposto il solito schieramento con Donati e Falasco (poi Giordani) esterni difensivi, inevitabilmente travolti da Insigne, Bidaoui e Caso.

Ancora meno comprensibili i cambi operati nella ripresa, quando già la partita era quasi compromessa. Con il centrocampo in evidente difficoltà, incapace di costruire ma anche di contrastare, non è certo risultata una brillante idea togliere un centrocampista (Buchel) per inserire un’altra punta (Lungoyi). La conseguenza, inevitabile, è stata che il Frosinone ha dilagato, con la partita che non è terminata in goleada solo per errori millimetrici sotto porta dei padroni di casa. L’aspetto più desolante della giornata è che nel corso della partita Breda ha messo in campo tutti gli attaccanti che ha a disposizione, all’inizio Pedro Mendes, Dionisi e Forte, poi nel corso della gara anche Lungoyi, Gondo e Marsura, concludendo la sfida con 4 attaccanti in campo.

Eppure l’Ascoli non ha creato neppure qualcosa di simile ad un’occasione da gol, non ha mai chiamato in causa il portiere gialloblu, producendo in 90 minuti solo un paio di tiracci da fuori. Di Pedro Mendes abbiamo già detto, Dionisi continua ad non essere in un gran momento di forma, Forte avrebbe bisogno di ricevere palloni e cross in area, mentre sui tre entrati dalla panchina meglio stendere un velo pietoso. Di fronte ad un simile desolante spettacolo, impossibile per provare rimpianti nel vedere dall’altra parte un Bidaoui così pimpante. Ma se in avanti l’Ascoli ha lasciato a desiderare, a preoccupare è l’ennesima prova disastrosa della retroguardia bianconera (10 gol subiti nelle ultime 4 gare).

Abbiamo già sottolineato le grandi difficoltà sugli esterni, ma le cose non sono certo andate meglio al centro della difesa, con Botteghin che continua ad essere l’ombra del centrale più forte del campionato cadetto che si era dimostrato fino a qualche partita fa, mentre Quaranta ha semplicemente disputato la sua peggiore partita da quando è in bianconero. A completare il quadro questa volta ci si è messo anche Leali che, dopo aver salvato così tante volte la baracca (compresa la partita passata contro il Brescia), lunedì ha contribuito ad affossare la squadra sbagliano l’uscita in entrambi i gol. Di fronte ad una squadra così in disarmo, il Frosinone, che non vinceva da inizio marzo, non ha dovuto sforzarsi più di tanto per vincere una partita il cui risultato finale è decisamente bugiardo (poteva finire con uno scarto maggiore).

Basterebbe pensare che, oltre i 2 gol realizzati, i padroni di casa senza strafare hanno costruito altre 10 opportunità da gol. Ed anche nel primo tempo, un po’ più equilibrato rispetto ad una ripresa che si è trasformata in un monologo della formazione di Grosso, comunque il Frosinone ha creato 4 opportunità, oltre al gol di Lucioni. Contro il nulla dell’Ascoli, che solo nel recupero della prima frazione ha costruito un potenziale pericolo, con la verticalizzazione di Dionisi per Forte, vanificata dal gran recupero di Ravanelli.

Praticamente i bianconeri sono rimasti concretamente in partita solo nella prima mezzora. Quando, con il pressing alto, l’Ascoli ha creato diverse difficoltà alla costruzione del gioco dei padroni di casa. Che, però, nonostante tutto anche in quella fase potevano trovare il gol del vantaggio. Prima con Bidaoui, lanciato in contropiede da un errore di Botteghin ma impreciso alla conclusione, poi con Insigne che, perso da Falasco, da due passi al volo ha mandato alto.

Come l’Ascoli ha allentato la pressione alta, il Frosinone è diventato padrone del campo e la sensazione è subito stata che per il vantaggio dei padroni di casa era solo una questione di minuti. L’ha sfiorato Mulattieri, con una girata da ottima posizione, dopo azione personale di Bidaoui, terminata alta, poi è stato Leali ad evitare l’autogol di Donati che, per anticipare Insigne inseritosi a centro area, aveva indirizzato la palla sotto la traversa. Sul successivo calcio d’angolo, però, è arrivato il gol di Lucioni e, di fatto, da quel momento non c’è stata più partita.

Ad inizio ripresa si è subito capito che l’Ascoli non c’era più e i padroni di casa ne hanno subito approfittato, mettendo al sicuro il risultato con Mulattieri. Da quel momento e fino al termine della partita è poi andato in scena un vero e proprio festival delle occasioni mancate per la formazione di Grosso. Prima un miracoloso intervento in scivolata di Pedro Mendes per evitare la doppietta di Lucioni, poi un mezzo miracolo di Leali su Insigne, dopo l’ennesima errore di Quaranta, infine una serie di conclusioni a colpo sicuro da dentro l’area nell’ordine di Rohden, Bidaoui, Caso e Moro, terminate fuori di un nulla.

Per quanto concerne la classifica, la sconfitta chiude definitivamente ogni speranza playoff (ora a 7 punti), per altro chiaramente improponibile per una squadra con così tante lacune. Non è invece molto pesante in chiave salvezza, visto che la zona playout resta a 3 punti (i 36 di Venezia, Cittadella e Cosenza). Il dato che, però, deve allarmare è che nelle ultime 5 partite solo Benevento e Cittadella (2 punti) hanno fatto peggio dell’Ascoli (3 punti, quelli della vittoria con il Brescia, e 4 sconfitte). Sabato al Del Duca i bianconeri sono attesi da un’altra difficile sfida, contro il Sud Tirol sconfitto in casa dal Bari ma ancora al quarto posto e formazione molto ostica da affrontare. Per altro Breda non potrà contare su Caligara, il più in forma dei suoi a centrocampo.

Al di là di ogni altra considerazione per l’Ascoli l’obiettivo è cercare di conquistare nelle prossime 3 gare (dopo il Sud Tirol trasferta a Como e poi ancora al Del Duca con il Pisa) i punti necessari per ipotecare la salvezza. Per evitare che, dopo la trasferta quasi proibitiva di Genova, non diventi decisiva ai fini della salvezza l’ultima gara casalinga contro il lanciatissimo Cosenza (10 punti nelle ultime 4 partite).

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