Un Ascoli tutto cuore e coraggio scaccia gli incubi e riparte


Contro il Brescia bisognava a tutti i costi vincere e i tre punti sono arrivati alla fine di una partita folle, iniziata malissimo ma finita nel modo migliore. Grazie al coraggio di Breda, alla determinazione dei bianconeri in 10 e al solito super Leali

Bisognava vincere a tutti i costi e, alla fine di una delle partite più folli viste al Del Duca negli ultimi anni, la vittoria è arrivata. Questa è la cosa più importante anzi, riprendendo un famoso slogan di un’altra squadra bianconera, “è l’unica cosa che conta”. Con i 3 punti conquistati e con una classifica un po’ meno preoccupante (ma di certo non ancora rassicurante) si può discutere e ragionare serenamente su tutto il resto. Magari partendo dal fatto che, a 10 minuti dalla fine, con la partita sul 2-2 e l’Ascoli in 10 che sembrava sul punto di capitolare, con i risultati che arrivavano dagli altri campi la classifica faceva venire i brividi.

Proseguendo con il fatto che, se proprio bisogna individuare tra i bianconeri il più importante protagonista della vittoria, non abbiamo dubbi ad indicare capitan Leali. Che con un miracolo dei suoi, andando a togliere dal sette e a mettere in angolo il colpo di testa ravvicinato di Listkowski , a metà ripresa ha evitato il 3-2 del Brescia. Solo qualche minuto prima gli ospiti avevano ottenuto il rigore del 2-2 e l’Ascoli aveva subito il doppio durissimo colpo del pareggio e dell’espulsione di Simic (secondo giallo). Il vantaggio del Brescia probabilmente sarebbe stato il terzo e decisivo colpo per i bianconeri. Che, invece, sono stati tenuti in vita dal solito immenso Leali (autore poi nel recupero, sul 4-2 di un altro intervento prodigioso), per diversi minuti hanno vistosamente barcollato ma non sono caduti, trovando poi nel pazzo finale di gara l’incredibile vittoria.

Che premia innanzitutto il coraggio di Breda, la voglia di osare comunque, anche nel momento di massima difficoltà, che l’allenatore ha trasmesso ai suoi con le sue scelte ad inizio partita e, soprattutto, nel momento in cui, con l’Ascoli in 10, la partita sembrava compromessa. Tutti si attendevano un cambio di modulo, invece Breda ha riproposto il 4-3-1-2, cambiando solamente il trequartista, non più Falzerano ma Pedro Mendes. Che nel primo tempo è stato tra i più convincenti ma che ha dimostrato di non trovarsi certo a suo agio in quel ruolo, proponendosi spesso in area più come attaccante aggiunto. Poi, con i suoi in inferiorità numerica e un centrocampo che sembrava in affanno, prima ha tolto Buchel inserendo Lungoyi, poi ha semplicemente cambiato le punte (Marsura e Gondo per Forte e Pedro Mendes) mantenendo uno schieramento molto offensivo.

Sembrava un suicidio, alla fine invece ha avuto ragione. Avendo per altro la meglio nettamente su Gasteldello che, inspiegabilmente (ma fortunatamente per l’Ascoli), nel momento migliore della sua squadra, ha tolto dal campo proprio il giocatore che più di ogni altro stava mettendo in grande difficoltà i bianconeri. Al di là dei cambi e delle considerazioni tattiche, però, la folle partita del Del Duca è stata caratterizzata da un susseguirsi di episodi che hanno continuamente cambiato l’andamento e la direzione della gara.

Dopo un avvio a dir poco sonnolento, l’improvviso e incredibile errore di Botteghin ha regalato il vantaggio al Brescia che, fino a quel momento (e per il resto del primo tempo) non si era mai visto dalle parti di Leali. Poi, con l’Ascoli in grande difficoltà e incapace di costruire un qualche pericolo, una serie di lisci da “Mai dire gol” hanno permesso ad un prontissimo Pedro Mendes di ristabilire la parità. Nella ripresa la situazione si era capovolta, dopo lo straordinario gol di Forte il Brescia sembrava incapace di reagire. Ma un altro episodio del tutto causale (il fallo di mano di Simic), non solo ha riportato in parità ma, addirittura, ha dato la superiorità numerica agli ospiti.

Ad indirizzare definitivamente la gara dalla parte dell’Ascoli l’ennesimo episodio fortuito, il fallo di mano del neo entrato Niemeijer, per altro su un pallone innocuo che stava uscendo dall’area. Ma, come aveva sottolineato Breda dopo la sfortunata sconfitta in casa con il Bari, non è solo il caso a far pendere gli episodi da una parte o dall’altra. E se nella partita tra Ascoli e Brescia alla fine sono andati nella direzione giusta, semplicemente è perché i bianconeri ci hanno messo più cuore, più determinazione, più cattiveria, soprattutto nel momento decisivo del match. Da questo punto di vista in realtà la partita non era iniziata benissimo, con l’Ascoli che, ad eccezione di qualche giocatore (Pedro Mendes su tutti ma anche Forte e Buchel), non aveva il piglio e la feroce determinazione che una sfida così importante richiedono.

La fotografia di questa scarsa determinazione iniziale è tutta nel gol del vantaggio del Brescia, non tanto nell’incredibile errore di Botteghin, quanto nell’incomprensibile “flemma” con la quale Donati torna a coprire. Listkowski è poco più avanti tutto solo ma l’esterno difensivo bianconero non scatta per provare a coprire, rientra con estrema lentezza, nonostante il contropiede del Brescia non si sviluppa così velocemente, con Ayè che non serve subito l’attaccante lombardo libero ma opta per il passaggio a Galazzi che, poi, trova il compagno di squadra ancora libero in area.

Fino al gol del pareggio di Pedro Mendes non si è visto quel “sacro fuoco” che deve animare la squadra in partite come questa. Poi, dopo l’1-1, improvvisamente è scattato qualcosa nell’Ascoli che, anche nei momenti di difficoltà (che nel proseguo della partita ci sono stati), ha davvero gettato il “cuore oltre l’ostacolo”. L’emblema della ritrovata feroce determinazione è nell’azione caparbia e solitaria di Caligara che trascina palla in avanti tra diversi avversari fino a conquistare la punizione sulla trequarti dalla quale poi scaturirà il rigore del 3-2.

Nel complesso quella vista al Del Duca è stata una partita a due facce, monotona nel primo tempo (gol a parte) ed emozionante e ricca di episodi nella ripresa, con un denominatore comune: la serie incredibile di “strafalcioni” di due squadre con evidenti limiti tecnici. I primi 45 minuti sono stati di rara bruttezza, con le due squadra incapaci di costruire un’azione degna di tal nome. Al clamoroso errore di Botteghin, ha riposto la serie di lisci dei difensori lombardi che hanno favorito il guizzo di un prontissimo Pedro Mendes.

In avvio di ripresa, poi, la giocata più bella di tutta la partita con la quale Forte ha siglato il 2-1 che sembrava aver indirizzato la partita in favore dell’Ascoli, Che, però, invece di provare a chiudere il discorso, si è limitato a controllare, forse rassicurato dalla pochezza offensiva degli avversari. Invece l’episodio del rigore ha nuovamente fatto girato la partita, con l’Ascoli che per diversi minuti è stato sul punto di cedere definitivamente ma che è rimasto in piedi grazie a super Leali, ad un clamoroso errore sotto porta di Ayè e a quei pochi centimetri di fuorigioco che hanno fatto annullare il 3-2 di Bianchi.

Poi un altro rigore ha dato il via al trionfante finale bianconero, con il 4-2 in contropiede di Marsura che ha reso inutile il gol negli ultimi secondo di Bisoli. Con questa vittoria l’Ascoli può respirare, la zona playout è ora a 4 punti , con addirittura più vicina la zona playoff (3 punti). Ma il calendario difficilissimo (a partire dalla sfida in casa della capolista Frosinone nel lunedì di Pasqua) e una prestazione che, al di là del gran cuore, ha confermato i tanti problemi di questa squadra, consigliano di restare con i piedi per terra e di preoccuparsi di guardare indietro (tanto poi ci sarebbe sempre tempo per guardare avanti).

Al di là della determinazione mostrata dopo il gol dell’1-1 di Pedro Mendes, è fondamentale per le prossime sfide ritrovare un po’ di solidità difensiva.Nelle ultime tre gare i bianconeri hanno subito 8 gol, con Botteghin e Simic (per altro squalificato e non disponibile per Frosinone) che non stanno certo attraversando il loro momento migliore di forma. Soprattutto il brasiliano dopo una stagione su livelli straordinari ora è in un evidente momento di flessione e nelle ultime partite ha commesso diversi errori. C’è da sperare che a Frosinone si riveda il vero Botteghin e che magari si riesca a recuperare Bellusci, il cui contributo potrebbe essere determinante in questa fase.

Anche perché tornare con un risultato utile dalla trasferta in casa della capolista metterebbe il finale di stagione dell’Ascoli in discesa…

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