Rapporto sui diritti umani, Amnesty International boccia l’Italia


Violenza contro le donne, uso eccessivo della forza delle forze dell’ordine, limiti alla libertà di riunione, povertà in aumento, accesso all’aborto non garantito, mancata protezione contro i crimini d’odio contro le persone Lgbti e politiche sui migranti le criticità evidenziate

Preoccupazione per l’uso eccessivo e ingiustificato della forza da parte delle forze dell’ordine in diverse manifestazioni. L’adozione di misure restrittive contro i raduni musicali (rave) che rischiano di indebolire la libertà di riunione. Violenza contro le donne ancora troppo diffusa, accesso all’aborto non garantito in tutto il paese, povertà in preoccupante aumento, mancata protezione contro i crimini d’odio nei confronti delle persone Lgbti e politiche sui migranti a dir poco inadeguate, che mettono a rischio la vita delle persone.

E’ questa la fotografia del nostro Paese così come emerge dall’annuale “Rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo” di Amnesty International (AI). Un quadro non propriamente idilliaco in un contesto generale che Amnesty International definisce “inquietante, che conferma la tendenza al deterioramento dello stato di diritto che abbiamo denunciato negli ultimi 10 anni”. “Di fronte a conflitti, crisi climatica, crescenti disuguaglianze, la risposta dei governi, anche nel 2022, è stata parziale, inefficace e viziata da doppi standard inaccettabili. Le persone hanno protestato per le strade di tutto il mondo reclamando giustizia, diritti e libertà. La risposta che hanno ricevuto è stata spesso violenza e repressiva” scrive Amnesty International.

Che, poi, per quanto riguarda l’Italia sottolinea come “la violenza contro le donne è rimasta molto diffusa e l’accesso all’aborto in alcune parti del paese non è stato garantito. Persistono preoccupazioni riguardo alla tortura”, evidenziando anche come il nuovo governo abbia approvato “norme che limitano le attività di ricerca e soccorso in mare delle Ong”. Prima di addentrarsi nei vari aspetti della situazione italiana, AI pone la sua attenzione anche alla situazione politica del nostro paese, con la vittoria della destra.

Durante la campagna elettorale – scrive AI – e nel suo primo discorso in Parlamento, Giorgia Meloni ha condannato il razzismo e l’antisemitismo ma il suo partito ha continuato ad usare il linguaggio e i simboli che ricordano il regime fascista di Benito Mussolini”. Di seguito nel dettaglio il rapporto di AI sulla situazione dell’Italia.

TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI

A novembre, 105 agenti penitenziari e altri funzionari sono stati processati con l’accusa di molteplici reati, tra cui la tortura, per la repressione violenta di una protesta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nell’aprile 2020. A dicembre, un agente di polizia è stato messo agli arresti domiciliari, accusato di tortura nel caso di Hasib Omerovic, un uomo rom con disabilità. Era caduto giù dalla finestra della sua casa nella periferia della capitale Roma, in circostanze ancora non chiare, durante un’ispezione di polizia non autorizzata, a luglio. Altri quattro agenti sono stati sospesi, con l’accusa di dichiarazioni false.

 LIBERTÀ D’ESPRESSIONE E RIUNIONE

La polizia ha fatto uso eccessivo della forza contro i manifestanti in diverse occasioni. A gennaio, a Torino, la polizia antisommossa ha picchiato con i manganelli gli studenti che prote- stavano per la morte sul lavoro di un ragazzo di 18 anni. Circa 20 persone sono rimaste ferite, di cui una in modo grave. A dicembre, il parlamento ha approvato l’introduzione di un nuovo reato che punisce l’invasione della proprietà privata con l’obiettivo di organizzare raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, ritenuta pericolosa per la salute e l’incolumità pubblica. Gli organizzatori di tali raduni rischiano fino a sei anni di reclusione e una multa fino a 10.000 euro. Si temeva che la nuova legge potesse violare la libertà di riunione e d’espressione.

 VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE

Ci sono state 100 uccisioni di donne in episodi di violenza domestica, di cui 59 compiute da partner attuali o ex, un dato leggermente in diminuzione rispetto al 2021. Il Parlamento non ha adottato un disegno di legge presentato nel 2021 volto a rafforzare le salvaguardie per combattere la violenza contro le donne.

DIRITTI DI RIFUGIATI E MIGRANTI

Oltre 160.000 persone in fuga dall’Ucraina hanno chiesto protezione temporanea in Italia, ai sensi della direttiva Ue sulla protezione temporanea. Le autorità hanno dato loro accesso prioritario ai permessi di soggiorno e ai sussidi per il sostentamento. Su altre rotte, 1.373 persone sono risultate disperse in mare, mentre cercavano un luogo sicuro in Italia. Molte erano partite dalla Libia. Sono state 105.140 le persone arrivate irregolarmente via mare, rispetto alle 67.477 del 2021; in molti casi hanno avuto bisogno di soccorso in mare. Oltre 12.000 erano minori non accompagnati. A giugno, 21 paesi europei hanno concordato un meccanismo volontario di solidarietà per la ricollocazione di 10.000 richiedenti asilo dall’Italia e da altri paesi del Mediterraneo.

Il governo ha rifiutato di assegnare un luogo sicuro per lo sbarco a centinaia di persone soccorse, a bordo delle navi di salvataggio delle Ong, e ha poi tentato di introdurre un processo di selezione per lo sbarco. Il governo francese ha autorizzato lo sbarco in Francia di un gruppo di persone rifiutato dall’Italia, ma poi per ritorsione ha sospeso i trasferimenti dall’Italia alla Francia secondo il meccanismo di ricollocazione. A dicembre, il governo ha approvato una legge con effetto immediato per limitare le attività di salvataggio in mare delle Ong. Gli equipaggi di queste organizzazioni devono ora richiedere un porto per lo sbarco e raggiungerlo dopo ogni salvataggio, limitando la possibilità di salvare più persone in un’unica operazione; devono inoltre determinare, mentre sono ancora in mare, se le persone salvate intendono chiedere asilo.

La violazione delle nuove norme comporta sanzioni amministrative che vanno da multe al sequestro temporaneo o permanente della nave. A dicembre, il tribunale di Roma ha giudicato un ufficiale della marina militare italiana e uno della guardia costiera colpevoli di aver rifiutato di autorizzare un salvataggio, contribuendo alla morte di circa 268 persone, tra cui decine di bambini, quando un’imbarcazione di rifugiati era naufragata nell’ottobre 2013. Tuttavia, gli ufficiali non hanno potuto essere condannati a causa della prescrizione. Sono continuate le denunce di sfruttamento lavorativo dei migranti, in particolare nell’agricoltura, uno dei settori in cui le persone sono state più spesso sottopagate e costrette a vivere in alloggi pericolosi e scadenti. A novembre, cinque persone sono state arrestate per aver sfruttato lavoratori impiegati nella raccolta dei pomodori nei pressi di Foggia, in Puglia.

Cooperazione con la Libia

Il sostegno dell’Italia alla Libia per il contenimento delle persone è proseguito, nonostante le persistenti e gravi violazioni da parte delle autorità e delle milizie libiche. Nel corso dell’anno, le autorità libiche hanno intercettato in mare oltre 24.000 persone e le hanno riportate in Libia, con il supporto logistico e materiale dell’Italia. A luglio, il parlamento ha approvato la proroga per un altro anno delle missioni militari per fornire assistenza alle autorità libiche che intercettano rifugiati e migranti in mare e li riportano in Libia. A novembre, il memorandum d’intesa con la Libia in materia di migrazione e controllo delle frontiere è stato tacitamente rinnovato per altri tre anni.

Criminalizzazione della solidarietà

Sono proseguiti i procedimenti giudiziari basati sul reato di “favoreggiamento dell’immigrazione illegale”, sebbene in alcuni casi i tribunali abbiano riconosciuto che gli atti di solidarietà non potevano costituire reato. A maggio, in un caso iniziato nel 2014, la Corte di cassazione ha annullato la condanna di quattro cittadini eritrei, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare per aver offerto ospitalità ad altri eritrei. Avevano trascorso 18 mesi in custodia cautelare. È proseguita l’udienza preliminare a Trapani, in Sicilia, del processo contro gli equipaggi della Iuventa e di altre navi di soccorso delle Ong, per presunto favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, in relazione alle operazioni di soccorso effettuate nel 2016 e 2017. A dicembre, il governo si è unito al procedimento come parte civile.

DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI

L’accesso all’aborto è rimasto difficile in molte aree del paese a causa dell’elevato numero di medici e altri operatori sanitari che si sono rifiutati di fornire cure abortive. In alcune regioni, il loro numero raggiungeva il 100 per cento del personale medico competente.

DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI

A ottobre, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali (Cescr) ha espresso preoccupazione per l’aumento dei livelli di povertà, compresa la povertà infantile, e per il livello sproporzionatamente elevato di povertà assoluta tra gli stranieri. Il Comitato ha evidenziato le condizioni di vita e di lavoro disumane sostenute dai lavoratori nell’economia informale.

DISCRIMINAZIONE

Il parlamento ancora una volta non è riuscito ad approvare una legislazione che estendesse alle persone Lgbti, alle donne e alle persone con disabilità le stesse tutele previste per altre vittime dei discorsi d’odio e crimini di odio basati su motivazioni razziste, religiose, etniche e nazionaliste. Il parlamento non ha inoltre adottato un disegno di legge, in lavorazione da decenni, per garantire un effettivo accesso alla cittadinanza per i figli di cittadini stranieri nati e/o cresciuti in Italia. Oltre un milione e mezzo di minori hanno continuato a subire discriminazioni e difficoltà nell’accedere ai propri diritti.

DIRITTI DEI LAVORATORI

Il parlamento non ha rispettato la scadenza del 31 dicembre 2021 per recepire la direttiva Ue 1937/2019 sulla protezione dei whistleblower. Questa mancanza di tutele ha contribuito alle difficoltà affrontate dagli operatori sanitari e assistenziali che avevano espresso preoccupazione per le condizioni di lavoro nelle case di cura durante la pandemia da Covid-19.

DIRITTO ALLA SALUTE

Le continue limitazioni sproporzionate alle visite ai residenti delle case di cura per anziani, per arginare la diffusione del Covid-19, hanno violato il loro diritto a una vita privata e familiare.

 FALLIMENTO NELL’AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA

A luglio è crollata una parte del ghiacciaio della Marmolada, nelle Alpi, provocando la morte di 11 persone. Gli esperti hanno attribuito il distacco del blocco di ghiaccio all’aumento delle temperature globali. A ottobre, il Cescr ha espresso il timore che le attuali politiche di riduzione delle emissioni potrebbero non essere sufficienti per l’Italia per adempiere ai propri obblighi nella lotta al cambiamento climatico.

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