Sedi scolastiche provvisorie, il Comitato Scuole Sicure “boccia” il Comune


“In questi anni si sono persi tempo e opportunità che altri Comuni invece hanno colto prontamente, mettendo da subito in sicurezza studenti ed operatori scolastici. Singolare che qui si sta aspettando tanto per giungere poi alle solite conclusioni”

Nel giorno in cui nel capoluogo piceno è andato in scena un surreale incontro dal titolo “La rinascita delle scuole nei comuni dell’area del cratere”, alla presenza del ministro Valditara, torna a far sentire la propria voce il Comitato Scuole Sicure di Ascoli che interviene in merito alle semi serie vicende delle sedi scolastiche provvisorie. Uno dei più imbarazzanti tormentoni dell’amministrazione comunale e del sindaco Fioravanti che nel suo programma elettorale scriveva: “mi impegno ad utilizzare gli oltre 30 milioni per l’edilizia scolastica post sisma per mettere subito al sicuro, con il coinvolgimento di professionisti ed imprese, i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette”. In qualsiasi altro posto “subito” significherebbe a partire dal successivo anno scolastico. Invece nel capoluogo piceno assume un significato assolutamente particolare, indeterminato e relativo.

Così dopo quasi 4 anni l’amministrazione comunale è ancora in cerca delle strutture scolastiche provvisorie, segno evidente che qualcosa non è andato per il verso giusto, tra annunci, proclami e avvisi per trovare edifici e terreni, tutto rigorosamente andati a vuoto. E’, però, giusto ricordare come il problema delle sedi prov­vi­so­rie dove tra­sfe­ri­re gli alun­ni nel mo­men­to in cui par­ti­ran­no i la­vo­ri di ade­gua­men­to si­smi­co o di de­mo­li­zio­ne e ri­co­stru­zio­ne po­te­va tran­quil­la­men­te es­se­re ri­sol­to al­l’o­ri­gi­ne, vi­sto che era­no sta­ti mes­si a di­spo­si­zio­ne dei Co­mu­ni del cra­te­re i fon­di per le strut­tu­re prov­vi­so­rie. Solo che al­l’e­po­ca l’al­lo­ra sin­da­co e at­tua­le se­na­to­re Ca­stel­li, per mo­ti­vi in­com­pren­si­bi­li, con­tro ogni evi­den­za so­ste­ne­va che le scuo­le cit­ta­di­ne non ave­va­no avu­to pro­ble­mi, che ave­va­no ret­to alla per­fe­zio­ne di fron­te al ter­re­mo­to e che, quin­di, non c’e­ra bi­so­gno di chis­sà qua­li in­ter­ven­ti per met­ter­le in si­cu­rez­za e, di con­se­guen­za, tan­to meno del­le strut­tu­re prov­vi­so­rie.

Un cla­mo­ro­so ed evi­den­te er­ro­re, il pri­mo di una lun­ga se­rie com­mes­si dal­l’am­mi­ni­stra­zio­ne Ca­stel­li per quan­to ri­guar­da le scuo­le, le cui con­se­guen­ze sono ben vi­si­bi­li ora che in con­cre­to si pone (o co­mun­que si por­rà en­tro un cer­to pe­rio­do di tem­po) il pro­ble­ma del­la si­ste­ma­zio­ne de­gli stu­den­ti quan­do (sem­pre trop­po tar­di…) fi­nal­men­te par­ti­ran­no i la­vo­ri. In real­tà lo stes­so Ca­stel­li suc­ces­si­va­men­te si era reso con­to di quan­to in­ve­ce fos­se­ro im­por­tan­ti le strut­tu­re prov­vi­so­rie tan­to che nel fa­mo­so ed im­pre­sen­ta­bi­le pro­ject fi­nan­cing era­no an­che sta­te in­di­vi­dua­te due strut­tu­re, l’ex di­stret­to mi­li­ta­re e l’ex mer­ca­to co­per­to. Sappiamo, poi, come è finito (seppure con colpevole ritardo) quel project financing e, dopo la sua cancellazione, è ini­zia­to un in­de­co­ro­so e in­de­gno tea­tri­no che è l’em­ble­ma del­la con­fu­sio­ne, del pres­sa­po­chi­smo e del­la più scon­for­tan­te im­pre­pa­ra­zio­ne con cui que­sta am­mi­ni­stra­zio­ne sta af­fron­tan­do il de­li­ca­to e fon­da­men­ta­le tema del­la si­cu­rez­za del­le scuo­le. Si po­treb­be­ro riem­pi­re pa­gi­ne e pa­gi­ne ci­tan­do la se­rie di in­ter­mi­na­bi­li pro­cla­mi e an­nun­ci fat­ti dal sin­da­co e dal­l’am­mi­ni­stra­zio­ne co­mu­na­le a pro­po­si­to del­le strut­tu­re sco­la­sti­che tem­po­ra­nee.

Ci limitiamo a ricordare che in un Consiglio comunale di fine 2019 Fioravanti, rispondendo ad un’interrogazione sul tema, assicurava che per l’inizio dell’anno scolastico 2020-2021 il Comune avrebbe trovato le sedi temporanee. Ovviamente non è accaduto e, dopo una serie imbarazzanti di avvisi andati a vuoto, nel novembre scorso, sempre in Consiglio comunale, il sindaco aveva spiegato che si stavano cercando e, in diversi casi trovando, soluzioni interne alle scuole, ipotizzando che probabilmente non ci sarebbe più stata la necessità di fare nuovi avvisi e continuare ad andare alla ricerca di edifici adeguati ad ospitare temporaneamente gli studenti.

Peccato, però, che 20 giorni dopo sia partita invece una nuova ricerca, questa volta con la nuova e singolare formula della procedura di dialogo competitivo. Subito sospesa, però, per l’intervento e la richiesta di chiarimenti dell’Anac, e riavviata nel gennaio scorso. Nei giorni scorsi, poi, nel silenzio dell’amministrazione comunale, alcuni quotidiani locali hanno scritto che una struttura, di un privato, sarebbe stata messa a disposizione.

Apprendiamo dalla stampa locale che si seguita a perseguire una strada incomprensibile per mettere in sicurezza gli studenti della città – si legge nella nota del Comitato Scuole Sicure –  Come Comitato Scuole Sicure Ascoli Piceno abbiamo da sempre chiesto scuole nuove e sollecitato le amministrazioni a trovare nel frattempo soluzioni provvisorie sicure fin dal 2016. In tutti questi anni si sono persi tempo e opportunità che altri comuni, invece, hanno colto prontamente, mettendo da subito in sicurezza studenti ed operatori scolastici. Singolare che qui si sia aspettato tanto per giungere alle solite conclusioni. Ci chiediamo ancora una volta perché non si è mai percorsa la strada di sedi nuove, anche prefabbricate, che poi rimarrebbero di proprietà pubblica? 

Perché preferiamo pagare ai privati affitti, che per di più coprono anche le loro spese di ristrutturazione? Ci risponderà qualcuno su questo punto? Alla luce dell’esperienza maturata in tutti questi anni dubitiamo fortemente che succederà e soprattutto che si entrerà nel merito di indicatori scientifici e tempistica adeguati. Tra negazione della gravità della situazione, per passare da assurdi project financing, siamo ancora a valutare proposte che francamente non trovano spiegazioni plausibili.  Si pone l’accento sulla proprietà di immobili (come se questa fosse una garanzia) ma relativamente alla sicurezza degli stessi mai un dato. 

Dopo le nostre battaglie per far venire alla luce la situazione di gravità del patrimonio immobiliare destinato ad uso scolastico, dopo le proposte cadute nel vuoto, noi abbiamo scritto anche al Prefetto, perché fosse reso evidente a tutti il grado di rischio al quale sono esposti gli studenti, edificio per edificio.  Non ci è stato reso disponibile questo report e ne prendiamo atto.  Secondo noi è significativo.  Magra consolazione, anche alla luce delle recenti sentenze su tragedie evitabili: nessuno potrà mai dire di non essere stato investito del problema”.

bookmark icon