Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro…


La notizia che Paola Egonu tornerà a giocare in Italia scatena i soliti “giornalacci”  e quella marmaglia di trogloditi razzisti che rappresentano la parte più retrograda e incattivita del Paese. Che, con le loro reazioni, dimostrano che la campionessa italiana aveva ragione

Guai a dire che in Italia c’è razzismo. Gli esponenti e i “giornalacci” della destra lo ripetono infastiditi ogni volta che qualcuno si azzarda a dire il contrario, magari sulla base di fatti concreti o di esperienze vissute in prima persona. Poi accade, ad esempio, che nel giro di poco tempo due persone, entrambe italiane, una “bianca” ed una “di colore” dicano esattamente la stessa, esprimano concetti simili ma, guarda il caso, il primo se la cava con qualche rimbrotto mentre la seconda viene mediaticamente lapidata (e continua ad esserlo ad ogni occasione, con ogni minimo pretesto), oltre a divenire bersaglio di insulti di ogni genere. E, allora, ci piacerebbe chiedere a chi di dovere, se questo non è razzismo, cosa mai potrà essere?

Proprio nelle stesse ore in cui, con un pretesto, è ripartita l’indegna gazzarra razzista e vigliacca (perchè non hanno neppure il coraggio di chiamarla nel giusto modo) nei confronti della campionessa italiana di pallavolo Paola Egonu, Enrico Mentana ha parlato di razzismo, sostenendo che “noi italiani siamo placidamente razzisti”. Qualche rimbrotto, qualche critica da parte di chi finge e si rifiuta di vedere la realtà ma nessuna “guerra santa” contro il direttore del tg di La7 come invece è accaduto e continua ad accadere alla campionessa italiana di pallavolo. Colpevole prima di aver risposto ad alcune domande sull’argomento senza ipocrisia, poi ora semplicemente di aver scelto di tornare a giocare in Italia, dopo un anno in Turchia.

Se mi chiedete se in Italia c’è razzismo la risposta è si, non tutti sono razzisti o cattivi, anzi l’Italia sta migliorando da questo punto di vista e non voglio fare la vittima ma dico le cose come stanno” aveva dichiarato rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa prima della serata di Sanremo. Qualche settimana prima la campionessa italiana, in una lunga intervista con Vanity Fair, aveva raccontato alcuni episodi che ha vissuto in prima persona quando era ragazzina e che tuttora vivono i suoi genitori. Però evidentemente Enrico Mentana (comunque da lodare perché ha il coraggio di nascondersi dietro la solita ipocrisia perbenista) che è italiano e “bianco” , e di sicuro non ha vissuto sulla sua pelle nulla, può permettersi di denunciare il razzismo che c’è in Italia (e chi non lo vede ha seri problemi o, molto più semplicemente, è a sua volta razzista).

Invece Paola Egonu, anche lei italiana ma “di colore”, non deve permettersi di dire nulla. L’aspetto più incredibile e sconcertante della vicenda è che l’odio nei confronti della campionessa italiana è tale che a questa insulsa marmaglia razzista è sufficiente pochissimo, un qualsiasi pretesto, per scatenarsi e tirare fuori il peggio del peggio. Era già accaduto qualche settimana fa, quando la Egonu era stata a Sanremo ed era stata “massacrata” per un monologo in cui aveva appena accennato al problema razzismo e, anzi, nel quale aveva riaffermato il suo attaccamento alla nazionale italiana e alla maglia azzurra.

Amo l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra che per me è la più bella”. Magari è proprio questo che infastidisce tanto una certa marmaglia, chissà cosa scatta nella testa “bacata” di questi sfigati razzisti nell’apprendere che un’atleta di colore, che nel loro mondo retrogrado e quasi medievale non è concepibile che possa essere italiana, non solo veste la maglia azzurra ma lo fa con estremo orgoglio. Così l’odio razzista nei confronti della campionessa italiana si radicalizza e si fortifica al punto che, poi, basta ogni minimo pretesto per tirarlo fuori. Questa volta l’appiglio è fornito dalla notizia che, dal prossimo anno, la Egonu tornerà a giocare in Italia, con la Vero Volley Milano, dopo un anno al Vakifbank in Turchia. Ed ora come allora lo schema è sempre lo stesso, i “giornalacci” delle destre fomentano, con titoli e articoli infarciti di strumentalizzazioni e falsità, la marmaglia razzista che poi esonda senza freni sui social.

Noi le diamo la maglia azzurra, la Egonu ci dà dei razzisti” scriveva allora Filippo Facci su “Il Giornale”, come se la nazionale fosse una nostra (di chi? noi bianchi?) concessione nei suoi confronti e non semplicemente perché è la più forte giocatrice italiana di pallavolo, mentre Feltri che spiegava che noi italiani “non siamo gente che discriminano essere umani abbronzati”, senza dimenticare il delirante editoriale del quotidiano sportivo “Il Corriere dello Sport” che, tra le altre atrocità, ricordava come l’Egonu “non solo” è dona e di colore ma è anche lesbica. Stavolta, stravolgendo completamente la realtà, si gioca sul fatto che avrebbe dimenticato le promesse di non tornare in Italia (che non ha mai fatto, anzi, al momento della firma con il Vakifbank aveva specificato che sarebbe rimasta un paio di anni in Turchia ma che poi voleva tornare a giocare in Italia) e le accuse di razzismo per soldi.

E se “Libero” l’accusa di soffrire di “amnesia selettiva”, “Il Giornale” si supera già con il titolo (“la polvere del razzismo sotto il tappeto dei soldi”) di un articolo semplicemente farneticante nel quale, pur di gettare fango sulla Egonu, si costruisce una realtà parallela che non esiste, nella quale addirittura si tira in ballo il fatto che in qualche modo la campionessa di pallavolo ha voluto far credere che se ne è andata dall’Italia per colpa del governo Meloni (che, quando l’Egonu ha firmato con la squadra turca, non era neppure in carica).

E come qualche settimana fa la maglia della nazionale, ora è l’ingaggio che percepirà a Milano (comunque più basso di quello che percepirebbe restando in Turchia dove non le mancano certo altre offerte economicamente più vantaggiose) che viene fatto passare come una sorta di concessione che le facciamo. E, al tempo stesso, in questa folle ricostruzione il fatto che “le concediamo” un simile ingaggio le toglie il diritto di parlare del razzismo che esiste nel nostro paese. Non dovrebbe essere necessario neppure sottolinearlo, ma vale la pena ricordare che in passato campioni di calcio che guadagnavano 3/4 volte di più rispetto all’Egonu (Thuram, Adriano, Seedorf, Boateng) avevano a loro volta parlato e denunciato episodi di razzismo, senza che nessuno li aggredisse verbalmente in questo modo.

Come sottolinea giustamente Fabio Salamida, così facendo quei “giornalacci” di fatto lanciano “mangime avariato a quella melma informe di trogloditi” che non aspettava altro per riempire i social di insulti e commenti razzisti. Che, per altro, anche se non ce ne era bisogno confermano che la Egonu aveva pienamente ragione. “Poteva tornare a casa sua invece che in Italia”, “Sempre uguali quelli della sua razza, non si accontentano mai, gli dai una vita ed un futuro dignitoso e loro di pugnalano alle spalle”, “Ma perché dobbiamo continuare a sopportare questa gentaglia? Rimandiamoli da dove sono venuti”, “E’ ora che apriamo gli occhi, basta andare in giro per vedere che sono loro i primi a comportarsi male ma poi danno la colpa all’uomo bianco per fare vittimismo”, “Le abbiamo messo a disposizione scuola, strutture e società di livello mondiali per farla crescere e non è neppure un po’ riconoscente, sono tutti così quelli della sua razza”, “La colpa è nostra che permettiamo a questa gente non solo di stare nel nostro paese ma anche di vestire la maglia della nazionale che dovrebbe essere riservata solo ai veri italiani”.

Sono solo una minima parte della pioggia di insulti di stampo razzista, rivolti a Paola Egonu, che si possono leggere sui social in questi giorni dopo la notizia del suo ritorno in Italia. “Sui social fioccano insulti e commenti razzisti a dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che la pallavolista non aveva torto: l’Italia è piena di trogloditi. E a fomentare la feccia del Paese sono i soliti megafoni delle destre” commenta Fabio Salamida. Fortunatamente, proprio come ha sottolineato l’Egonu stessa, quella marmaglia razzista rappresenta solo una parte del nostro Paese, quella più regredita e incattivita.

C’è tutta un’altra parte d’Italia a cui fa enormemente piacere che una simile campionessa torni a giocare nel proprio Paese e che spera che la Egonu non voglia darla vinta a quella gentaccia, continuando a vestire con orgoglio la maglia azzurra.

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