Proteste, presidio, manifestazioni: sanità locale allo sbando


Mentre la Procura di Ascoli mette nel mirino 140 indennità di funzione e organizzative, la Rsu ha indetto un’assemblea/presidio per mercoledì 15 febbraio e chiede anche di incontrare i sindaci del territorio per sensibilizzarli sulla disastrosa situazione della sanità picena

L’assemblea sindacale e il presidio in programma mercoledì 15 febbraio, organizzato dalla Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu). La manifestazione di protesta davanti alla sede della Regione Marche ad Ancona il prossimo 22 febbraio promossa dall’Usb. Sullo sfondo l’ipotesi di irregolarità in alcune procedure, con addirittura l’intervento della Procura di Ascoli che ha portato al momentaneo blocco di 140 indennità di funzione e posizioni organizzative, con gli inevitabili problemi che ne derivano. E’ sempre più allo sbando la sanità picena che, come era stato sin troppo facile da prevedere, non ha avuto alcun genere di beneficio dal passaggio da Area Vasta ad Azienda sanitaria territoriale (Ast), anzi…

Una situazione che la Rsu definisce drammatica (e alzi la mano chi può dargli torto) denunciando che “l’Ast di Ascoli Piceno nega i diritti normativi ed economici sanciti dal contratto nazionale di lavoro e dal contratto integrativo aziendale, quali un salario accessorio dignitoso e sufficiente a garantire indennità dovute ai lavoratori ed un piano di fabbisogno del personale realistico che consenta di erogare un servizio sanitario che sia pubblico ed in linea con i Lea”.

La Rsu denuncia anche che “è venuto addirittura meno il rispetto della delegazione trattante di parte sindacale cui sono state negate le legittime iniziative di mobilitazione sindacale per mezzo di convocazioni strumentali e prive dei contenuti che un confronto serio, in una vertenza ad uno stato così avanzato, dovrebbe dirimere” e anche “che durante il suddetto incontro, quando la quasi totalità della Rsu e delle OO.SS. abbandonava il tavolo, fornendo un forte e palese segnale all’amministrazione, la parte pubblica, nuovamente ignorando totalmente la controparte, proseguiva con la trattazione all’ordine del giorno”.

Per queste ragioni la Rsu, sostenuta dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Fials e Ugl Salute hanno deciso di indire un’assemblea/presidio mercoledì 15 febbraio (dalle 12 alle 13:30) negli spazi antistanti la palazzina direzionale dell’Ast di Ascoli, di mettere in atto plateali iniziative finalizzate a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla gravissima situazione economica, finanziaria ed organizzativa dell’Ast di Ascoli  e di organizzare un’assemblea di coordinatori facenti funzioni per verificare con gli stessi la sussistenza o meno delle condizioni per il proseguo dello svolgimento di tali attività, finora svolte gratuitamente in totale dispregio alla normativa di riferimento.

Oltre a questa serie di iniziative, la Rsu ha deciso anche di chiedere “specifici incontri a tutti i sindaci della provincia di Ascoli Piceno per sensibilizzare gli stessi sulla disastrosa situazione in cui versa la sanità del territorio”. E, per certi versi, quest’ultima iniziativa fa riflettere e solleva imbarazzanti dubbi sugli amministratori del nostro territorio. Viene, infatti, inevitabile chiedersi in che mondo e in che realtà vivono i sindaci del nostro territorio se hanno bisogno di “essere sensibilizzati” sulla situazione della sanità che chiunque vive da queste parti sa perfettamente quanto sia disastrosa? Naturalmente il discorso vale per tutti i primi cittadini del territorio ma maggiormente per i sindaci di Ascoli e San Benedetto, i due principali comuni del territorio ed anche quelli in cui hanno sede quel che resta dei due ospedali dell’Ast ascolana.

E’ grave e inaccettabile che i due sindaci, Fioravanti e Spazzafumo, continuino a rimanere in silenzio e non si sono fino ad ora degnati neppure di manifestare la propria vicinanza al personale sanitario del territorio. Per quanto concerne il sindaco di Ascoli, purtroppo, non è certo una novità e non sorprende affatto. Quando è stato eletto sindaco, con la Regione governata dal centrosinistra, aveva promesso che si sarebbe battuto allo strenuo per fare in modo che la sanità picena non fosse più la “Cenerentola delle Marche” e per salvaguardare l’ospedale cittadino. In tal senso ha partecipato e ha organizzato diverse manifestazioni a difesa di quel che restava del “Mazzoni”, contro l’ipotesi dell’ospedale unico del Piceno (che, ora inizia ad essere chiaro anche a chi si è battuto strenuamente contro, era l’unica speranza e possibilità per il territorio). Poi, dal momento in cui la destra, la sua parte politica, ha conquistato la Regione e le cose per la sanità piceno sono ulteriormente peggiorate (anzi precipitate) Fioravanti si è completamente dimenticato di quelle promesse e da allora si è completamente disinteressato della disastrosa situazione della sanità locale e del sempre più derelitto ospedale cittadino. Che mai come ora avrebbero bisogno di una forte iniziativa da parte degli amministratori locali, a tutela dei diritti di tutti i cittadini ascolani e del territorio. Il problema è che ormai è ampiamente chiaro che i diritti dei cittadini ascolani per il sindaco Fioravanti sono assolutamente secondari rispetto agli interessi della propria parte politica e, ancora più, del proprio partito. In un simile contesto l’interessamento da parte della Procura di Ascoli sulle 140 indennità di funzione e organizzative, con il conseguente congelamento fino a giugno, costituiscono un ulteriore problema.

Questo blocco – afferma il coordinatore delle Rsu, Paolo Grassi – inciderà in maniera catastrofica sull’assetto organizzativo dei servizi tecnici, amministrativi e sanitari con i riflessi che ben si possono immaginare sulla collettività picena. Il presidente della giunta regionale Acquaroli e l’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, non possono non intraprendere adeguate iniziative finalizzate al ripristino della legalità    sanitaria territoriale di Ascoli”. Visto quello che è accaduto in questi ultimi 2 anni, è lecito (anzi inevitabile) avere dei grossi dubbi e pensare che, neppure questa volta, presidente e assessore interverranno…

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