Il “problema Del Duca” e il solito festival dell’ipocrisia


Dopo gli incidenti di domenica in occasione di Ascoli-Genoa e l’assurda decisione di riesumare la tessera del tifoso per Cosenza – Ascoli, autorità, istituzioni e i quotidiani locali all’improvviso “scoprono” che le attuali condizioni del Duca rappresentano un serio problema

Un vero e proprio festival dell’ipocrisia. E’ quello andato in scena dopo gli incidenti che si sono verificati nel corso di Ascoli – Genoa, con un ricco copione che ha visto come protagonisti l’informazione locale, alcune istituzioni, l’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive (con la decisione di riesumare la tessera del tifoso per Cosenza-Ascoli) e, alla fine la decisione di disertare la trasferta in Calabria da parte dei gruppi ultras dell’Ascoli, con un durissimo comunicato stampa. Che, dobbiamo ammettere, per una volta ci sentiamo di condividere, con l’unico appunto che si può concretamente muovere è sulla mancanza di coraggio di prendere una posizione forte e coerente su quello che è il principale problema da cui poi scaturisce tutto il resto, cioè la vergognosa situazione in cui versa lo stadio Del Duca (con precise responsabilità che non si possono continuare ad ignorare).

Riavvolgendo il nastro e ripartendo cronologicamente dall’inizio, domenica all’interno dello stadio si sono verificati incidenti, con il lancio da parte dei tifosi del Genoa di fumogeni verso l’attiguo settore della curva nord, dove sono i tifosi ascolani. La dinamica di quanto accaduto è chiara, così come che le principali responsabilità sono innanzitutto dei tifosi rossoblu, che hanno introdotto i fumogeni all’interno dello stadio, lanciandoli poi contro i tifosi bianconeri. Ma non sono certo esenti da responsabilità quelli che doveva controllare ed evitare il verificarsi di simili episodi (e, bisogna dargliene atto, almeno da questo punto di vista il questore di Ascoli Modeo correttamente se ne è assunto la responsabilità), in particolare non permettendo di introdurre i fumogeni all’interno dello stadio. Poi sicuramente è accaduto anche che qualche tifoso bianconero, ovviamente sbagliando, ha ributtato qualche fumogeno lanciato dai tifosi del Genoa nel settore rossoblu.

Quello che è peggio è che le inevitabili discussioni che sono seguite a quei fatti sono state caratterizzate da reazioni isteriche, improntate alla più profonda ipocrisia, in qualche caso a dir poco incomprensibili. Hanno iniziato i quotidiani locali, alcuni dei quali hanno invocato l’immediato montaggio della curva mobile, considerando i tempi inevitabilmente lunghi (e al momento assolutamente indefiniti e indefinibili) per la ricostruzione della curva sud. Tutto teoricamente giusto, se non fosse che solo qualche giorno prima, per l’esattezza la settimana scorsa, la maggior parte di quei quotidiani avevano annunciato in pompa magna la presunta accelerazione da parte del Comune proprio per la realizzazione della nuova curva sud, sulla base della determina n. 3957 per la gara europea per l’affidamento della progettazione tecnico/economica e del successivo progetto definitivo, cioè la parte iniziale di tutto il lungo iter che dovrà poi portare all’assegnazione dei lavori.

Eppure quella determina era sin troppo chiara (anche perché negli atti ufficiali bisogna raccontare e scrivere la realtà, non fare proclami) e, oltre a far comprendere come non fosse certo imminente l’apertura del cantiere, evidenziava in maniera inequivocabile un problema al momento di difficile soluzione, cioè il fatto che dal “Programma di rigenerazione urbana. Scheda 2” arriverà un finanziamento di 3,5 milioni di euro, mentre per l’intervento intervento complessivamente servirebbero 6,5 milioni di euro. Per altro vale la pena di sottolineare come, proprio sull’aspetto economico, la maggior dei quotidiani ha fatto molta confusione, scrivendo erroneamente che di un costo di 4,5 milioni di euro (quindi teoricamente mancherebbe “solo” un milione di euro).

In realtà quella è l’importo solamente dei lavori, a cui poi bisogna aggiungere ulteriori 450 mila euro per l’iva, le spese tecniche (progettazione, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza, relazioni geologiche, verifiche, ecc) per oltre 1 milione un euro (iva compresa), più altre incombenze varie per oltre mezzo milione di euro. Nel complesso, quindi, i citati 6,5 milioni di euro, con la conseguenza che l’amministrazione comunale deve trovare altri 3 milioni di euro, al momento non avendo la più pallida idea di dove andare a prenderli. Tutto ciò è ampiamente riportato, in maniera chiarissima, nella citata determina 3957, ma la maggior parte dei quotidiani locali, per ignoranza (intesa come mancanza di conoscenza) o per non irritare sindaco e amministrazione comunale, hanno fatto credere altro, salvo poi cambiare spartito pochi giorni dopo.

Quanto all’intervento del questore di Ascoli, come anticipato Modeo ha ammesso che nel servizio di domenica scorsa “qualcosa non ha funzionato e me ne assumo la responsabilità”, sottolineando a sua volta come “lo stadio paga problemi strutturali sui quali stiamo lavorando”. La situazione e i problemi strutturali dello stadio, però, non sono piovuti all’improvviso ora, erano ampiamente noti sin dall’inizio di questa stagione, compreso il problema sicurezza rappresentato dall’eccessiva vicinanza tra il settore dove vengono collocati i tifosi ospiti e la curva nord dove sono i tifosi bianconeri. Forse sarebbe stato opportuno pensarci prima dell’inizio del campionato, gli organi preposti (Prefettura e Questura in primis) avrebbero dovuto studiare e pensare soluzioni anche “impopolari” per evitare rischi. Non lo hanno fatto, ora è ipocrita appellarsi ai “problemi strutturali dello stadio”.

A completare il quadro è poi arrivata, a sorpresa, la decisione dell’osservatorio sull’obbligo della tessera del tifoso (da anni non più richiesta…) per la trasferta di Cosenza, un’incomprensibile e ingiusta punizione nei confronti dei tifosi dell’Ascoli, ancora più inaccettabile se si considera che al momento non sono state prese decisioni di alcun tipo nei confronti dei tifosi del Genoa. Comprensibile e pienamente condivisibile, quindi, la reazione del tifo organizzato, con la decisione di non partecipare, per protesta, alla trasferta in Calabria.

“I gruppi ultras – si legge nel comunicato – non saranno a Cosenza al seguito dell’Ascoli Calcio. Ci troviamo costretti a prendere questa spiacevole decisione in seguito a ciò che è accaduto negli ultimi giorni che ha del paradossale. Non siamo marionette! Dopo 8 anni di inutilizzo, a meno di 36 ore dalla partita, con un viaggio di 700km da fare, ci viene comunicato l’obbligo di tessera del tifoso per acquistare il biglietto. Una tempistica che rende umanamente impossibile il rinnovo (sono tutte scadute e speravamo dimenticate).  Ma ciò che è più grave è l’infantile comportamento delle istituzioni e dell’osservatorio che palesemente utilizzano all’improvviso la “tessera” in modalità vessatoria e punitiva nei confronti degli ultras per i fatti di Ascoli-Genoa.  Non siamo il capro espiatorio di nessuno. I tifosi non possono pagare come sempre le carenze infrastrutturali dello stadio (che denunciamo da anni), e gli errori di altri. Non accettiamo e non accetteremo mai questa visione delle cose. Troppo facile puntare il dito genericamente contro la tifoseria. Non siamo il paravento delle responsabilità altrui”.

Impossibile dargli torto, in particolare per quanto riguarda il comportamento delle istituzioni e dell’osservatorio, quest’ultimo davvero inaccettabile e inqualificabile. Anche gli ultras, poi, fanno riferimento alle carenze infrastrutturali dello stadio. Giusto, però poi bisognerebbe anche avere la coerenza di chiederne conto a chi ha le responsabilità di questa situazione che si trascina danni, le amministrazioni comunali che si sono succedute (prima quella Castelli, ora quella Fioravanti) e che hanno sbagliato e stanno continuando a sbagliare ogni scelta, ogni decisione, contribuendo a ridurre in condizioni vergognose quello che un tempo era uno degli stadi presi come riferimento e che ora è diventata una brutta e patetica caricatura di uno stadio di calcio…

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