Sanità locale “allo sfascio”, non si fermano proteste e manifestazioni


Giovedì 24 novembre è andata in scena davanti all’ospedale Mazzoni una delle iniziative di protesta promossa dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu dei dipendenti dell’Area Vasta 5. “Ci fermeremo solo quando la Regione e l’Asur rispetteranno gli accordi”

Se la situazione complessiva non è certo mai stata rosea, è indiscutibile che la sanità picena stia vivendo ora una dei momenti peggiori e più bui della sua lunga storia. Stretta tra un presente complicato, che la vede sempre più Cenerentola delle Marche e abbandonata al suo destino da chi aveva promesso di difenderla strenuamente, ed un futuro se possibile ancora più incerto e grigio, con la confusa e indefinita riorganizzazione del sistema regionale marchigiano che non si capisce bene cosa sia ma che, dai presupposti, rischia di accentuare il divario tra il Piceno e il resto delle Marche stesse.

Per altro in un clima ben più che surreale, con la Regione che ha addirittura voluto dedicare alla “sanità che cambia” la giornata delle Marche 2022, celebrando qualcosa di indefinito, che non si capisce bene cosa sia e in che modo possa concretamente non tanto migliorare, ma quanto meno non peggiorare il livello della sanità regionale che, purtroppo, sta sempre più precipitando (in generale, nel nostro territorio più in basso di così è difficile da pensare…). D’altra parte, però, non è certo una novità e non lo scopriamo certo ora che per il presidente Acquaroli e la sua giunta conta solamente la propaganda, non ha alcuna importanza se poi non facciano mai seguito fatti concreti.

Ne sanno qualcosa le organizzazioni sindacali e il personale sanitario dell’Area Vasta 5 che nel periodo precedente alle elezioni si sono visti promettere di tutto dagli esponenti della giunta regionale e dallo stesso presidente Acquaroli, salvo poi non mantenere nessuna delle promesse una volta passate le elezioni e raggiunto l’unico scopo che realmente gli stava a cuore. Così da settimane sono in stato di agitazione che prosegue dopo l’ultimo inutile incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso la Prefettura di Ascoli.

E giovedì 24 novembre è andata in scena davanti all’ospedale Mazzoni di Ascoli la prima di una serie di iniziative di protesta promosse dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Fials, Ugl Salute insieme alla Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) dei dipendenti dell’Area Vasta 5 per chiedere il riequilibrio dei fondi contrattuali, il pagamento indennità contrattuali e covid, il pagamento tempi di vestizione, il riconoscimento indennità mensa, le proroghe e stabilizzazioni del personale, l’implementazione della dotazione organica in relazione ai servizi erogati, l’equità salariale rispetto alle altre Aree Vaste (ed è già in programma una manifestazione simile per il 29 novembre davanti all’ospedale di San Benedetto).

Le organizzazioni sindacali unitamente alla Rsu dei dipendenti dell’Area Vasta 5 – si legge in una nota – sospenderanno lo stato di agitazione del personale e le conseguenti iniziative sindacali solo nel momento in cui la Regione Marche e l’Asur adotteranno le rispettive deliberazioni e determine finalizzate all’implementazione stabile dei finanziamenti e del fondo risorse decentrate, previa la sottoscrizione di uno specifico accordo con le scriventi. Tale rigida presa di posizione è stata assunta in quanto, fino ad ora, non solo molte promesse sono risultate vane, ma anche gli accordi formalmente sottoscritti come quello dell’8/02/2022, relativo alla concessione del congelamento di 495.000 mila euro che avrebbero dovuto essere restituiti entro il 31/10/2022, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali alla controparte pubblica per il pagamento delle indennità contrattuali previste relative al mese di novembre e dicembre 2021, è stato disatteso”.

Proprio in relazione a quest’ultimo punto non si può non sottolineare il clamoroso scivolone della consigliera regionale ascolana Monica Acciarri (Lega) che sabato scorso in un lungo intervento aveva sottolineato, contro ogni evidenza dei fatti, come il presidente Acquaroli e la giunta regionale stessero rispettando gli impegni presi e, attaccando furiosamente la consigliera regionale d’opposizione Anna Casini, che ovviamente si è schierata dalla parte delle rivendicazioni del personale sanitario dell’AV5, aveva ritato in ballo quell’accordo, proprio a dimostrazione, ovviamente secondo la consigliera leghista, del rispetto delle promesse della Regione.

Perché finalmente la Casini digerisca l’amaro calice – scriveva Monica Acciarri – sappiano i cittadini del Piceno e gli operatori sanitari che per i 495.000 c’è un accordo sottoscritto con l’Asur per la restituzione degli stessi entro il 31/10/2022”. Ed in effetti è innegabile che quell’accordo esiste, il problema che l’Acciarri finge di ignorare è che il 31 ottobre è passato ormai da un mese e, ovviamente, l’accordo stesso non è stato in alcun modo rispettato.

Il mancato rispetto degli impegni assunti entro le predefinite scadenze – prosegue la nota delle organizzazioni sindacali – potrebbe comportare l’impossibilità di erogare la progressione economica orizzontale alla restante parte del personale (dopo le Peo 2019 e 2021) composta da circa 600 dipendenti. Una ennesima, inaccettabile provocazione nei confronti di un territorio storicamente penalizzato anche a causa del mancato rispetto di leggi regionali da parte degli stessi Organismi Costituzionali legiferanti. C’è da chiedersi come la Pubblica Amministrazione per eccellenza, la più grande della Regione, possa consentire, per ben due decenni, le macroscopiche disparità di trattamento tra il personale dipendente. Nella piena consapevolezza che il riequilibrio delle risorse finanziarie risolva il 99% dei problemi dei dipendenti dell’Area Vasta 5 nei confronti dei quali sono stati violati diritti normativamente e contrattualmente sanciti, le organizzazioni sindacali, nel riconfermare le manifestazioni calendarizzate per il 24 e 29 novembre 2022, preannunciano l’indizione di ulteriori nuove plateali forme di protesta fino al conseguimento dell’obiettivo evidenziato in premessa”.

Sostegno al personale sanitario e alle loro sacrosante rivendicazioni è arrivato da tutte, anzi, quasi tutte le parti politiche e le istituzioni locali. Come la Provincia di Ascoli, attraverso una nota firmata dal presidente Loggi e dal consigliere Tonelli. “La sanità del Piceno è in crisi e le proteste dei lavoratori del comparto che vedono i loro diritti negati sono sacrosante! Noi siamo al loro fianco” ha dichiarato il segretario provinciale dem Francesco Ameli.

Chi incomprensibilmente continua a rimanere in silenzio è il sindaco Fioravanti che, pure, insieme ad altri esponenti della parte politica che ora governa la Regione negli anni passati si erano auto proclamati paladini della sanità locale e avevano promesso che si sarebbero battuti allo strenuo per far si che la sanità picena non fosse più la “Cenerentola delle Marche”. Però proprio ora che abbiamo toccato il punto più basso, tacciono fingendo di non vedere la situazione sempre più drammatica.

La Sanità nel Piceno è ridotta ai minimi termini – afferma Anna Casini – mi piacerebbe molto sentire il parere di chi a destra ha fatto 5 anni di campagna elettorale su questo tema incatenandosi davanti al Mazzoni o diffondendo falsità sulla chiusura degli ospedali, O forse, come sostiene la Regione, va tutto bene Madama la Marchesa”. Piacerebbe anche ai cittadini ascolani avere un sindaco che, per quanto riguarda la sanità, si preoccupasse degli interessi e delle sacrosante esigenze della sua città piuttosto che di quelle della sua parte politica…

bookmark icon