Per sindaco e giunta Ascoli non è più un’isola felice, pistole ai vigili urbani


In Consiglio comunale il “regolamento per l’armamento del personale di polizia locale” che prevede la pistola in dotazione dei vigili urbani. Una scelta impossibile da comprendere, a meno che quella che una volta era una città tranquilla ora è diventata come il Bronx…

C’era una volta Ascoli “isola felice”. Una città a volte anche monotona, dove magari non succedeva quasi mai nulla di eccezionale (non a caso ribattezzata a fine anni ’80 “Ugualos”, dallo straordinario film di Troisi e Benigni “Non ci resta che piangere”), ma di certo molto tranquilla, dove si viveva bene, senza rischi e senza problemi di criminalità, l’ideale per le giovani famiglie. Senza che ce ne rendessimo pienamente conto quella città, quel posto sicuro e tranquillo dove vivere, non esiste più, oggi il capoluogo piceno è uno dei tanti posti del nostro Paese dove non è così tranquillo viverci, dove si corrono rischi e bisogna stare molto attenti. Come detto in realtà non ce ne eravamo accorti, probabilmente quasi nessuno tra i cittadini ascolani si era reso conto della lenta ma inesorabile trasformazione della nostra città, ora diventata quasi simile ad un piccolo Bronx.

Per fortuna dei distratti cittadini ascolani a rendersi pienamente conto di cosa è diventata questa città e a vigilare su di loro ci pensano il sindaco Fioravanti e l’amministrazione comunale, che hanno deciso che è arrivato il momento di dotare i vigili urbani non di armi di difesa personale ma, addirittura, di pistole. Né il primo cittadino né altri esponenti comunali hanno fatto “outing”, nel senso che nessuno di loro ha ammesso che Ascoli è diventato una sorta di comune far-west. Ma la logica non lascia spazio ad altre possibili interpretazioni, un simile provvedimento sarebbe una sciagurata follia, una scelta che nessun amministratore dotato anche solo di un briciolo di buon senso farebbe se non ce ne fosse la necessità.

Pur non risparmiandogli mai le critiche, siamo certi che il sindaco Fioravanti è comunque un amministratore assennato, non certo un pericoloso improvvisatore. Se, quindi, il primo cittadino e la sua amministrazione hanno deciso che è il momento di dare le pistole ai vigili urbani evidentemente devono ritenere la situazione decisamente preoccupante nel capoluogo piceno. Anche perché si tratta di un atto che ha delle pesantissime ed inevitabili conseguenze, soprattutto per quell’immagine turistica che la città sta faticosamente cercando di costruirsi. E, ancora più, nell’ottica del tentativo di invertire la tendenza che vede la nostra città spopolarsi di anno in anno, anzi, di mese in mese.

Lo stesso Fioravanti ha più volte annunciato una serie di iniziative per provare a convincere le giovani coppie ma, più in generale, le famiglie a rimanere o venire a vivere ad Ascoli. Tutto inutile e vano, chi mai potrebbe aver voglia di venire a vivere in una piccola città improvvisamente divenuta così poco sicura, da costringere addirittura il primo cittadino e la sua giunta a decidere di armare così pesantemente e pericolosamente i vigili urbani (o, in alternativa, come non comprendere chi vuole andarsene)? Il provvedimento dovrebbe diventare ufficiale nella giornata di giovedì, visto che all’ordine della seduta del Consiglio comunale, al punto numero 6, è prevista l’approvazione del “regolamento per l’armamento del personale di polizia locale” (che, appunto, prevede che i vigili urbani vengano dotati di pistola). Un provvedimento che suscita non poca preoccupazione perché in ogni caso è sempre preoccupante quando aumenta notevolmente la presenza di armi da fuoco in città.

Per altro lo stesso regolamento comunale che accompagnerà questa novità contribuisce ad aumentare la preoccupazione perché è del tutto evidente che serve un costante e accurato controllo sulle condizioni psico-fisiche di chi ha in dotazione e, di conseguenza, potrebbe utilizzare l’arma. Invece il regolamento prevede che l’idoneità psico-fisica di vigili urbani che avranno la pistola venga verificata ogni 5 anni, un intervallo troppo lungo e del tutto inaccettabile. Che il provvedimento stia agitando notevolmente la città è confermato non solo dai tanti commenti (la maggior parte preoccupati e decisamente contrari al provvedimento) che da giorni si leggono sui social ma anche dalla nota congiunta di diverse forze politiche ascolane (Azione-Italia Viva, Pd, M5S, Ascolto&Partecipazione, Dipende da noi, Articolo 1, Psi e Popolari Ascoli.

Dire no alla volontà di dotare i vigili urbani di pistole è un atto di civiltà e di democrazia – si legge nella nota – armare le forze di polizia comunale riduce le libertà individuali e del vivere civile ed offende i cittadini ascolani, trasformandoli da persone perbene a potenziali criminali e crea, inoltre, un’enorme frattura tra i cittadini e le forze di polizia municipale. Gli ascolani sarebbero intimoriti nel vedere i vigili urbani, con cui hanno un rapporto di fiducia e di amicizia, indossare armi di offesa. Ora mentre comprendiamo perfettamente la necessità che forze di polizia municipale siano dotate di strumenti di sicurezza personale (giubbotto antiproiettile, spray da difesa, tecnologia di supporto, telecamera di video sorveglianza, miglioramento della collaborazione con le altre forze di polizia), non comprendiamo la necessità di dotarli di armi di offesa. Ascoli Piceno non è e non è mai stata al centro dell’attenzione nazionale per crimini efferati contro la popolazione o contro le istituzioni. Ascoli è sempre stata una città tranquilla, abitata da persone perbene e rispettose delle regole del vivere civile. Ascoli è la città dove oggi il vigile urbano è il tramite diretto fra cittadini e istituzioni e rappresenta quel senso di sicurezza personale e sociale che rende libera e fruibile la città. Dotare i vigili di armi di offesa allontanerebbe i cittadini dall’attuale rapporto di fiducia facendo comprendere loro di essere passati da uno stato libero ad uno stato di polizia”.

Una preoccupazione e una contrarietà legittime, è un’autentica follia armare i vigili urbani, a meno che la città non sia diventata come il Bronx, con i cittadini che vivono perennemente nella paura, le strade cittadine trasformate in campi di battaglia e gli operatori municipali che corrono ogni giorno rischi inenarrabili per la propria incolumità. E’ quasi superfluo sottolineare che non ci sembra affatto che Ascoli si trovi in una situazione simile ma sicuramente il sindaco e l’amministrazione comunale avranno molto più chiaro, rispetto a noi e ai tanti cittadini che non capiscono questa scelta, il quadro della situazione.

Per questo riteniamo fondamentale che Fioravanti intervenga in Consiglio comunale e faccia chiarezza, che spieghi che purtroppo non c’è alternativa, che Ascoli è diventata una città così insicura e pericolosa da non lasciare altra possibilità di scelta. Perché, nonostante l’evidenza contraria, non può che essere così, perché in caso contrario saremmo di fronte non solo ad una pericolosissima “follia” ma anche ad un clamoroso autogol, letale per il capoluogo piceno. Perché se già se ne discute un po’ ovunque, quando la decisione diventerà ufficiale (con l’approvazione da parte del Consiglio comunale), nel resto del paese passerà inevitabilmente il messaggio che Ascoli è diventata una delle città italiane più a rischio.

Abbiamo sempre sostenuto e ribadiamo che un serio e affidabile amministratore non può e non deve nascondere la realtà delle cose, anche quando questa può in qualche modo penalizzare la propria città, la propria regione. Quindi se davvero Ascoli è diventata come il Bronx, è giusto che il sindaco Fioravanti prenda i provvedimenti più opportuni per garantire la sicurezza, senza preoccuparsi dell’inevitabile contraccolpo per l’immagine della città. Certo, però, che pur sforzandoci, anche utilizzando il massimo della fantasia non riusciamo proprio neppure ad immaginare che il capoluogo piceno possa anche solo avvicinarsi a simili realtà. E, allora, diventa più difficile, se non impossibile, capire le ragioni di una simile sconcertante decisione…

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