Il “pasticcio” dell’avviso di ferragosto della società partecipata della Regione Marche


Nel mezzo delle ferie estive la Svem  pubblica un avviso per “l’individuazione di fornitori di prestazioni professionali” senza pubblicizzarlo e con scadenza 10 giorni dopo. Qualcuno, però, lo scova e lo promuove e, dopo la scadenza, l’avviso viene annullato…

Quella relativo all’avviso per “l’individuazione di fornitori di prestazioni professionali” emesso dalla Svem Marche nei giorni di ferragosto e frettolosamente annullato 15 giorni dopo è una delle tipiche storie “ferragostane” del nostro Paese. Nel quale quello a cavallo di ferragosto è tradizionalmente un periodo utilizzato per le decisioni più penalizzanti per i cittadini, distratti dalle ferie, e più equivoci e ambigui, con appalti, incarichi, avvisi che poi provocano polemiche a non finire. A tal proposito, per essere più chiari, è purtroppo una tradizione che risale alla “prima Repubblica” quella che vuole che enti e istituzione pubblica approfittino dei giorni di ferragosto per pubblicare, per pochi giorni, bandi e avvisi con i quali si intendono favorire e avvantaggiare “gli amici degli amici”.

Ovviamente, è bene precisarlo subito a scanso di equivoci, non abbiamo alcun elemento anche solo per sospettare questo sia anche il caso dell’avviso della Svem. Di certo, però, la società partecipata della Regione Marche quanto meno è stata avventata e improvvida. A far luce su quanto accaduto, che dovrebbe far sorgere qualche dubbio su come funzionano e sull’utilità di certe strutture, la consigliera regionale Anna Casini. “Perché pubblicare nel pieno delle ferie estive un avviso per delle importanti posizioni lavorative se la convenzione con cui venivano realizzate non era stata neppure firmata? Perché tutta questa fretta quando era difficile venirne a conoscenza?” scrive sui social l’ex assessore regionale ascolana.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire cosa è accaduto, non prima naturalmente aver fornito qualche informazione sulla Svem. Che, come si legge nel sito, è “la società di sviluppo della Regione Marche. La Svem contribuisce allo sviluppo dell’economia del territorio, supportando l’attività dell’amministrazione pubblica, in stretta collaborazione con le forze economiche che operano in esso, attraverso l’elaborazione di progetti locali, europei ed internazionali nell’ottica del sostegno all’occupazione giovanile e alla promozione del ricambio generazionale, nel rispetto degli indirizzi di programmazione regionale”.

In realtà navigando nel sito della Svem si trovano solamente progetti di altri enti ed istituzioni e non “elaborati” dalla Svem stessa. Quanto al Cda, nominato dal governatore Acquaroli, è composto da volti noti, presidente è il fermano Andrea Sartori componente del consiglio direttivo di Confindustria e socio della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, mente gli altri membri del Cda sono il vicesindaco di Maltignano Monica Mancini Cilla e il sambenedettese Tablino Campanelli. Tornando alla vicenda in questione, come ricorda Anna Casini “venerdì 12 agosto, mentre tutta Italia era equamente divisa tra ombrelloni, rifugi in montagna e code autostradali, la Svem pubblica un avviso per l’individuazione di fornitori di prestazioni professionali presso le strutture dedicate per le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, in attuazione della convenzione con Invitalia Spa per azioni legate ai fondi Pnrr Sisma”.

La società Svem – Sviluppo Europa Marche srl ha stipulato con lnvitalia apposita convenzione per lo svolgimento di attività di promozione e assistenza tecnico-gestionale nell’attuazione della macromisura B “Rilancio economico e sociale” relativa agli “Interventi per le aree del sisma 2009 e 2016” previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza” si legge nell’avviso nel quale si sottolinea, poi, che alla Svem sono demandate “attività di promozione e assistenza tecnico-gestionale”. L’avviso è finalizzato alla ricerca di un “Program manager”, 4 “Senior manager” e 3 “Junior manager” presso le sedi territoriali che la Svem “andrà ad aprire presso i territori provinciali di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno”.

Assolutamente generici i requisiti per accedere alla procedura, visto che vengono chiesti requisiti generali più diploma di maturità, conoscenza della lingua inglese e “di apparecchiature ed applicazioni informatiche più diffuse: word, excel, power point, data base, posta elettronica e concetti generali di informatica”. Dalla successiva stipulazione del contratto, gli incarichi avranno durata di 6 mesi prorogabili, con il compenso economico di assoluto rilievo: 650 euro lorde al giorno per il program manager, 500 per i senior manager e 400 per gli junior manager.

In tempo di crisi non una cosa da poco, visto che parliamo di un corrispettivo economico che arriva fino a 650 euro a giornata – sottolinea la Casini – peccato che sia stato pubblicato in un periodo in cui di certo le persone pensano ad altro e quindi ne avrebbe potuto beneficiare solo chi fosse stato molto bravo ad informarsi e altrettanto bravo a rispondere nei soli 10 giorni a disposizione”. Si perché questo avviso comunque così importante e invitante, ma al tempo stesso così poco pubblicizzato, incredibilmente aveva scadenza il successivo 22 agosto, con appena 10 giorni di tempo per rispondere.

Qualcuno – prosegue la Casini – è stato però abbastanza lesto da scovarlo e promuoverlo il più possibile attraverso canali logicamente informali, visto che su quelli ufficiali non aveva avuto molta risonanza”. Non ci sono dati ufficiali, ma l’inattesa e imprevista pubblicità che improvvisamente riceve l’avviso determina un interesse e una risposta    dell’avviso “Oggi scopriamo che Svem ha fatto un passo indietro e ha annullato l’avviso in autotela: non è stata firmata alcuna convenzione con Invitalia su cui Svem scarica la responsabilità” svela Anna Casini.

La delibera di   legge nella delibera – Invitalia, seppur sollecitata, non ha provveduto alla sottoscrizione della convenzione e che in ragione di ciò Svem non è stata ancora in condizione di poter individuare in modo certo quali delle attività di cui all’art. 4 della convenzione potranno essere oggetto della proposta formulata nel richiamato avviso per cui dovrà essere redatta apposita graduatoria”.

Al di là del fatto che nell’avviso del 12 agosto non era stato in alcun modo specificato chela convenzione doveva ancora essere firmata da Invitalia, è semplicemente sconcertante il comportamento della Svem. Innanzitutto per la superficialità di un avviso così importante pubblicato in assenza dell’atto formale che lo giustificherebbe e convaliderebbe (è elementare che, se Invitalia non ha firmato, ufficialmente non esiste alcuna convenzione). Ma, soprattutto, perché non si può sostenere a posteriori che non sono state ancora individuate “le attività oggetto della proposta”, dopo che nell’avviso sono state espressamente indicate le figure professionali che si intendevano ricercare. Leggendo più attentamente la delibera, però, emerge un altro particolare al tempo stesso rilevante ed inquietante.

L’avviso – si legge ancora nella delibera – risulta mancante dell’indicazione puntuale e ben articolata dei criteri di valutazione che andrebbero applicati e che tale indicazione è invece necessaria al fine di consentire un celere iter di valutazione da parte della designanda Commissione garantendo ai singoli candidati l’imparzialità e la trasparenza nella disanima delle domande”. Come sosteneva Andreotti “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. E in questo caso il sospetto, fortissimo, è che proprio quest’ultimo sia il vero motivo dell’improvvisa retromarcia della Svem, con il rischio di una pioggia di ricorsi da parte degli esclusi.

In ogni caso quale che siano le motivazioni, il comportamento della società partecipata della Regione è a dir poco sconcertante. E dovrebbe far quanto meno aprire una seria riflessione sulla reale necessità di mantenere in vita simili strutture.

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