Ospedale allo sbando, ultima “chiamata” per il sindaco


Arriva in Consiglio comunale l’interrogazione dei consiglieri comunali Ameli, Procaccini e Franquellucci che, dopo aver descritto la disastrosa situazione attuale del “Mazzoni”, chiede al sindaco di mobilitarsi per “ridare dignità all’ospedale cittadino e alla sanità dell’Area Vasta 5”

Sul Mazzoni e sulla situazione dell’ospedale cittadino non si può più restare in silenzio, la politica tutta non può restare in silenzio di fronte ad una situazione di difficoltà oggettive che vivono i reparti e i cittadini”. Con queste parole il segretario provinciale del Pd Francesco Ameli lancia un ennesimo appello al sindaco Fioravanti, in quello che forse è il momento più difficile per la derelitta sanità locale. Che di certo non godeva di discreta salute neppure prima, ma che ormai da diversi mesi è praticamente agonizzante, in parte per “colpa” del covid, soprattutto, però, a causa delle sconcertanti scelte di Acquaroli e della giunta regionale, pesantemente penalizzanti per il Piceno e, ancor più, per il capoluogo di provincia.

Chiediamo al sindaco di non fare lo struzzo – aggiunge Ameli – di non rimanere in silenzio. Lui è molto impegnato nel pubblicare selfie, ora gli si chiede invece un’attività di difesa della sua comunità, tanto più quando si tratta di una comunità sanitaria”. L’appello del segretario dem non arriva certo a caso perché, se è vero che da mesi il primo cittadino non ha più speso neppure una parola sulla sanità, di fatto oggi pomeriggio (giovedì 28 luglio) sarà obbligato ad esprimersi, visto che dovrà rispondere a due interrogazioni presentate dai consiglieri comunali del Pd sulla grave situazione attuale e sul futuro dell’ospedale cittadino.

E in entrambe le prospettive, presente e futuro, c’è poco da essere ottimisti, si è praticamente toccato il fondo e non c’è nulla che faccia pensare o anche solo sperare che si possa pian piano risalire, anzi, è più concreto il rischio di affondare definitivamente. Il quadro attuale, descritto minuziosamente da Ameli, è semplicemente desolante. “Oltre ad una carenza cronica di personale – spiega il segretario dem – abbiamo da tanti mesi Urologia accorpata con Chirurgia (20 posti letto in meno), Medicina accorpata con Nefrologia (18 posti letto in meno), a Pediatria sono stati ridotti i posti letto, per non parlare poi dello scandalo e del disastro di Pronto Soccorso e Murg (Medicina d’urgenza). Quest’ultima, per altro, è chiamata polifunzionale ma di fatto non esiste più perché dedicata al covid”.

Si potrebbe aggiungere che i professionisti non vogliono più venire ad Ascoli e quelli che ci sono fuggono, come è accaduto proprio ad Urologia dove era arrivato un importante e affermato professionista che però ha dovuto fare i conti con un reparto non attrezzato come dovrebbe. E che la situazione non è certo migliore a San Benedetto, dove l’ospedale versa in condizioni simili se non addirittura peggiori di quello di Ascoli. La differenza è che in riviera hanno almeno la prospettiva, anzi, è più corretto dire, il sogno di una struttura, del nuovo ospedale. Un’illusione, perché al momento non c’è nulla di concreto, se non i fondi stanziati per uno studio di fattibilità (che significa che, anche la prospettiva di un nuovo ospedale diventasse concreta, comunque non se ne parlerebbe prima di diversi anni…), che la Regione ogni tanto si diverte alimentare (come dimostra l’invio dei tecnici regionali ai discutibili sopralluoghi effettuati dal sindaco Spazzafumo).

Ad Ascoli non c’è più neppure l’illusione, il “Mazzoni” è in bilico tra il diventare un ospedale di secondo livello, con l’ipotetico nuovo ospedale di San Benedetto che inevitabilmente sarebbe di primo livello, o uno dei due ospedali che, nel surreale racconto della giunta Acquaroli, insieme al “Madonna del Soccorso” costituirebbe la “panzana” del primo livello su due strutture. Il tutto mentre nelle province limitrofe sono in arrivo nuovi ospedali che, inevitabilmente, faranno ulteriormente alzare la qualità della sanità in quelle zone. A Fermo, ad esempio, è in fase di realizzazione il nuovo ospedale, mentre nella vicina Teramo proprio nei giorni scorsi è arrivato il via libera della Regione per il nuovo ospedale da 500 posti.

Così sarà impossibile fare la mobilità attiva – prosegue Ameli – anche se in realtà sono soprattutto le strutture private a farla. Di fronte a questo disastro è impensabile che il sindaco Fioravanti resti in silenzio, che non si preoccupi di quanto sta accadendo nel nostro ospedale. Dove accade davvero di tutto, con pazienti che restano fuori, nelle ambulanze a 40 gradi, in attesa di essere visitati. Chiediamo al sindaco di non fare più gli interessi di partito perché da quando governa Acquaroli per lui i problemi dell’ospedale non esistono più, mentre è sotto gli occhi di tutti che sono peggiorati. E la situazione è destinata ulteriormente a peggiorare con l’approvazione della legge regionale di modifica dell’organizzazione sanitaria che per il nostro territorio rischia di essere ulteriormente penalizzante”.

In tal senso un passaggio molto importante sarà quello che è previsto nel pomeriggio di giovedì 28 luglio quando, in Consiglio comunale, il sindaco sarà chiamato a rispondere all’interrogazione presentata dal Pd nella quale, dopo aver ricordato la disastrosa situazione del “Mazzoni” sia per gli utenti ma anche per il personale sanitario (mancato pagamento di varie indennità, mancata stabilizzazione dei precari che hanno acquisito i criteri per assunzione, mancate nuove assunzioni e in previsione 178 operatori in meno), si chiede a Fioravanti “quali iniziative intende portare avanti per ridare dignità all’ospedale Mazzoni e alla sanità dell’Area Vasta 5, se l’ospedale Mazzoni è un ospedale di primo livello e, se si, quando verrà attivato il reparto di Neurologia, se intende prendere iniziativa per una convocazione urgente della conferenza dei sindaci di Area Vasta, se intende provvedere a convocare la commissione sanità per approfondire meglio le problematiche dell’ospedale”.

In realtà non c’è da farsi molte illusioni, anche se sarebbe sconfortante se davvero il sindaco ripetesse la solita irreale storiella con lieto fine, continuando a sostenere, contro ogni evidenza, che il Mazzoni è un ospedale di primo livello e che continuerà ad esserlo, in sintonia con l’ospedale di San Benedetto. “Da parte nostra c’è l’intenzione di avviare una forte e concreta mobilitazione per tutelare il nostro ospedale e la sanità picena” conclude Ameli.

Sicuramente sarà irrealistico pensarlo, ma sarebbe davvero bello, un gran segnale e un segno di personalità e di rispetto per i suoi cittadini, se a guidare la mobilitazione fosse proprio il sindaco Fioravanti. Un’utopia, probabilmente, perché fino ad ora il primo cittadino ha sempre dimostrato che gli interessi del suo partito e della sua parte politica hanno la priorità rispetto a quelli degli ascolani…

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