Il presunto boom del turismo nelle Marche e l’impietosa realtà dei numeri


Secondo il governatore Acquaroli i dati del 2021 (gennaio-settembre) e dei primi 5 mesi del 2022 “non temono confronto neanche con il 2019”. L’informazione si allinea e celebra il successo. Ma i dati ufficiali disegnano uno scenario completamente differente…

L’estate è appena iniziata ma per la Regione e per l’informazione locale c’è già una certezza: il boom del turismo nelle Marche. D’altra parte il governatore Acquaroli da mesi esalta i risultati che si starebbero ottenendo in questo settore, prima commentando con irrefrenabile entusiasmo i dati (parziali) del 2021 che, secondo il presidente della Regione, “non temono confronto neanche con il 2019, quando la pandemia non era ancora esplosa”, poi anticipando i non meno entusiasmanti risultati di questa prima parte di 2022. E, come ormai è diventata abitudine, gran parte dell’informazione locale ha subito rilanciato e amplificato i proclami del governatore, celebrando il presunto clamoroso successo che sarebbe testimoniato dal fatto che, a livello di presenze e arrivi, siamo tornati ai livelli dell’ultimo anno prima della pandemia (che ovviamente e inevitabilmente ha portato ad un drastico calo), addirittura in qualche caso anche meglio, con una presenza molto sostenuta di stranieri.

Il turismo fa il botto: + 5% sull’era pre covid” ha titolato a tutta pagina nei giorni scorsi un quotidiano locale senza trattenere l’entusiasmo per un risultato così positivo. Sulla stessa linea, anche se con un pizzico di enfasi in meno, la maggior parte dei quotidiani locali che sottolineano come il trend positivo del 2021 si rafforza e si amplifica, al punto che ormai le Marche  sono tornate sugli stessi livelli del periodo pre covid (al 2019, per intenderci). Naturalmente a supporto di queste tesi vengono citati dati, complessivi e parziali, che confermerebbero il trend così positivo. Come sempre più spesso accade, quando di mezzo c’è da una parte la volontà di accreditarsi presunti successi e dall’altra (l’informazione) una comoda quanto inaccettabile tendenza ad accreditare i proclami degli amministratori, senza effettuare alcuna seria verifica, la realtà è decisamente differente. E i dati ufficiali, quelli degli anni passati, del 2021 e della prima parte del 2022, evidenziano una situazione decisamente meno entusiasmante, con un’inevitabile e logica ripresa rispetto al periodo più difficile per il covid ma non tale da avvicinare minimamente i numeri degli anni precedenti la pandemia.

Nulla di strano e di sorprendente, era logico e prevedibile che sarebbe servito del tempo per superare le difficoltà provocate dalla pandemia e recuperare, si sapeva ampiamente che bisognava avere pazienza e che non si sarebbe certo tornati presto ai livelli pre covid. Per questo è poco comprensibile il bluff di Acquaroli e della sua giunta in tema di turismo, alimentato e rilanciato da un’informazione sempre più discutibile (per usare un eufemismo). Probabilmente, visto il crollo nella classifica del gradimento e i risultati “fallimentari” in altri settori (sanità e ricostruzione su tutti), il governatore marchigiano sta cercando di cavalcare i timidi segnali di ripresa che arrivano dal turismo per celebrare successi che, però, nella realtà non esistono. Ma vediamo in concreto i dati ufficiali per avere un quadro realistico della situazione.

Quando ad inizio 2022 sono stati resi noti i dati del 2021, per altro riferiti solo al periodo gennaio-settembre, il governatore Acquaroli ha esultato per il presunto grande successo, sostenendo che ormai le Marche erano tornate al livello del periodo pre covid (“i dati sul turismo non temono confronto neanche con il 2019”), evidenziando la netta (e inevitabile) ripresa rispetto al 2020 (l’anno del lock down e delle tante restrizioni per il covid). Addirittura il presidente della Regione parlava di un settembre record, con un +15% negli arrivi e un +25% nelle presenze rispetto al periodo pre covid (2019). Con la solita sconfortante superficialità, l’informazione locale aveva fedelmente rilanciato le entusiastiche affermazioni del governatore secondo cui rispetto al 2019 “nonostante il mancato arrivo degli stranieri, frenati dalla pandemia, il 2021 ha registrato solo un lieve calo del 2,2% negli arrivi e del 3,5% nelle presenze grazie all’incremento del turismo nazionale”.

Magari è solo un problema di matematica, però i dati ufficiali dicono altro. Secondo i numeri forniti dalla Regione stessa nel periodo gennaio-settembre 2021 nelle Marche si sono registrati 1.776.765 arrivi e 8.850.253 presenze. Nel 2019, il citato anno pre covid, nello stesso periodo gennaio-settembre, sempre sulla base dei dati ufficiali forniti dalla Regione, si erano registrati 2.074.443 arrivi e 9.449.920 presenze. E’ del tutto evidente che siamo di fronte a qualcosa di più di un semplice lieve calo, quasi 300.000 arrivi  e 600.000 presenze in meno. Che, se la matematica non è opinione, determinano rispettivamente un -14,3% e -6,5% e non quel -2,2% e 3,5% sostenuto da Acquaroli e riportato senza battere ciglio da quasi tutta l’informazione regionale.

Quanto al presunto record di settembre guarda il caso i dati ufficiali resi noti dalla Regioni non sono forniscono i numeri mese per mese, a differenza di quelli relativi al 2019. Non c’è quindi alcuna possibilità di verificare la veridicità del proclama del presidente ma è del tutto evidente che, se fosse reale, il clamoroso record di settembre è semplicemente servito ad evitare una differenza ancora più marcata. Venendo a questi giorni, secondo quanto riportato dai quotidiani locali il cosiddetto “botto” del turismo marchigiano, che di fatto avrebbe riportato la nostra regione sui livelli del 2019, sarebbe confermato dai dati relativi al periodo gennaio-maggio 2022, con 489.500 arrivi e 1.568.942 presenze.

Anche in questo caso i dati ufficiali dello stesso periodo del 2019 non confermano affatto il cosiddetto “botto”, tanto meno un ritorno delle Marche ai livelli pre covid. Perché nel periodo gennaio-maggio 2019 si erano registrati 641.203 arrivi e 1.822.273 presenze. Questo significa che rispetto al 2019 c’è stato un calo addirittura del 23,7% degli arrivi (-151.703) e del 14% delle presenze (-253.331). Stesso discorso per quanto concerne il presunto ritorno massiccio di stranieri nelle Marche che, purtroppo, dati alla mano esiste solo nell’immaginazione di chi lo proclama. Sempre secondo i dati ufficiali, nei primi 5 mesi del 2022 si sono registrati 71.612 arrivi e 253.916 presenze di turisti stranieri, mentre nello stesso periodo del 2019 gli arrivi erano stati 95.018 e le presenze 338.689.

Quindi si registra un calo decisamente consistente rispettivamente del 24,6% (-23.406) e del 25% (-84.773). Quanto al (molto) presunto “+5% sull’era pre covid”, “sparato” in alcuni titoli, in realtà dagli articoli si capisce poi che è riferito ai dati sui turisti stranieri relativi a giugno. Mese che, secondo il surreale e imbarazzante racconto di alcuni quotidiani marchigiani, avrebbe fatto segnare un vero e proprio record… anche se non sono ancora noti tutti i dati! Ci sono, invece, quelli relativi ai turisti stranieri, con 60 mila arrivi e 280 mila presenze (almeno secondo quanto riportato dai quotidiani), con il presunto +5% di presenze rispetto al 2019. Quando, però, secondo i dati ufficiali della Regione, gli arrivi furono 61.202 e le presenze 281.298.

Evidentemente, però, Acquaroli ha fatto scuola e il suo nuovo modello di matematica viene ora utilizzato anche dalla maggior parte dei quotidiani locali…

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