Pronto soccorso in tilt, reparti accorpati: come ogni estate sanità allo sbando nel Piceno


La surreale serata al Pronto di Soccorso di San Benedetto conferma come il tanto decantato piano sperimentale della Regione è un bluff. E mentre Acquaroli si autocelebra per il “rafforzamento del personale sanitario”, al Mazzoni va in scena il solito accorpamento di reparti

Non è servito a nulla, ammesso che sia già stato individuato come prevedeva la delibera regionale n. 734 del 13 giugno, il Bed Manager a cui spetterebbe la responsabilità de “la tempestiva prosecuzione della presa in carico del paziente che afferisce al PS”. Ed evidentemente non è stato sufficiente il nuovo comfort in sala attesa (“Ottimizzazione dell’attesa attiva” è stata denominata dalla giunta regionale…), con tanto di opuscoli, videoproiezioni, monitor tv, filodiffusione musicale, erogatori di bevande e cibo, per evitare l’ennesima allucinante notte di caos, tensioni e polemiche al Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto.

Ironia a parte, non c’era certo bisogno di quanto accaduto nei giorni scorsi (esattamente tra lunedì 20 e martedì 21 giugno) all’ospedale Madonna delle Grazie per avere la conferma di quello che, a parte qualche ingenuo “boccalone”, tutti avevano ampiamente capito: il tanto decantato ed enfatizzato (dalla coppia Acquaroli-Saltamartini modello Totò e Peppino…) piano sperimentale per riorganizzare e potenziare le attività dei Pronto Soccorso è solo uno spot promozionale, un modo per gettare fumo negli occhi, praticamente solo “fuffa”. Il problema è che la giunta Acquaroli, dopo le promesse e i proclami fatti in campagna elettorale, per quanto riguarda la sanità praticamente non ne ha azzeccata una, brancola perennemente nel buio.

Per altro qualcuno dovrebbe avvisare il governatore marchigiano e il sempre più impresentabile assessore regionale alla sanità (che è riuscito in quella che sembrava un’impresa impossibile, cioè far rimpiangere i suoi predecessori che, pure, non erano certo stati così efficaci ed efficienti…) che la campagna elettorale è terminata da un pezzo, che alle viste non ci sono elezioni regionali e che, quindi, sarebbe il caso di smetterla di insistere sulla “propaganda” e magari iniziare a fare qualcosa di concreto. Invece, come dimostra l’ennesimo eclatante annuncio delle ore scorse, Acquaroli e la sua giunta continuano a vivere in una sorta di mondo virtuale nel quale un problema così complesso come quello dei Pronto Soccorso si può risolvere d’incanto con iniziative singolari e quasi comiche, come la nomina di un non meglio precisato Bed Manager o mettendo a disposizione dei pazienti opuscoli ed erogatori di bevande e cibo (che, per altro, da sempre ci sono in quasi tutti i Pronto Soccorso della regione…), senza dover spendere neppure un euro.

L’esempio più evidente di questo sconfortante distanza che separa gli amministratori regionali dalla realtà, sempre più difficile, con cui sono costretti quotidianamente a fare i conti i cittadini marchigiani in campo sanitario (soprattutto nella nostra provincia) si è avuto nelle ore scorse. Quando, mentre Acquaroli e la sua giunta si autocelebravano per un presunto “rafforzamento del vero capitale del sistema sanitario, le risorse sanitarie”, all’ospedale di Ascoli andava in scena la tradizionale chiusura, con annesso accorpamento, di reparti per mancanza proprio di “risorse sanitarie”. Così, mentre nel mondo virtuale degli amministratori regionali, l’assessora Giorgia Latini annunciava con enfasi “l’incremento storico di borse di studio e contratti di formazioni” e autocelebrava la Regione che investe “sui professionisti che fanno la qualità delle nostre strutture ospedaliere”, proprio in una di quelle strutture iniziava il solito inverecondo balletto estivo.

La Direzione Medica Ospedaliera dell’Area Vasta 5 comunica che, al fine di consentire le dovute ferie al personale, oltre che gestire le criticità organizzative derivanti dalle sopravvenute assenze per malattia relative agli infermieri ed OSS, ha predisposto congiuntamente al Dipartimento Medico ed all’ufficio infermieristico, il temporaneo accorpamento della UOC di Medicina Interna con la UOC Nefrologia e Dialisi” si legge nelle stesse ore in un comunicato dell’Area Vasta 5 che evidenza in maniera sin troppo emblematica ed eloquente la distanza infinita che c’è tra il mondo virtuale degli Acquaroli’s boys e la vita reale, soprattutto nel sempre più derelitto sud delle Marche.

Dove risuona in maniera sempre più beffarda lo slogan “mai più Cenerentola delle Marche per la sanità” su cui si è basata la campagna elettorale degli esponenti del centrodestra ascolano che ora, in un imbarazzato quanto indecoroso silenzio, assistono a questo vergognoso scempio, con il Piceno che definire “Cenerentola” delle Marche è decisamente riduttivo, umiliato dalle “cervellotiche” scelte della giunta regionale, preso in giro dalla surreale e farsesca promessa di un ipotetico, quanto impercorribile, ospedale di primo livello ma su due plessi, costretto intanto a fare i conti con una realtà disarmante, con due plessi che messi insieme probabilmente non fanno neppure un ospedaletto di secondo livello, quasi quotidianamente alle prese con disagi e disservizi di ogni tipo. Come, appunto, quello che si è verificato un paio di notti fa al Pronto Soccorso di San Benedetto (con i pazienti in attesa addirittura trasferiti in ambulanza ad Ascoli). O come quello che si verificherà nei prossimi giorni all’ospedale di Ascoli con l’accorpamento di quei reparti contro il quale, purtroppo inutilmente, già monta la protesta degli utenti. A rendere più grave e disarmante la situazione è il fatto che la provincia di Ascoli di fatto non è rappresentata come dovrebbe, non è difesa come ce ne sarebbe bisogno nelle istituzioni regionali.

Sugli assessori piceni nella giunta regionale (Latini e Castelli) è meglio stendere un velo pietoso, quanto ai consiglieri regionali (Antonini e Assenti) una volta conquistata la poltrona in Regione sembrano persino essersi dimenticati del territorio da cui provengono. Non molto meglio va con i sindaci, in particolare con i sindaci dei due comuni più grandi della provincia (Ascoli e San Benedetto) che sono poi anche quelli dove ci sono i due ospedali (anzi, i due mezzi ospedali…). Quello di Ascoli Fioravanti da quando la Regione è governata dalla sua stessa parte politica non “fiata” più, la sanità picena sembra non interessargli, così come la sorte dell’ospedale cittadino.

D’altra parte in questi 2 anni ha ampiamente dimostrato come per lui vengano prima di ogni altra cosa gli interessi del proprio partito, della propria parte politica, piuttosto che quelli dei cittadini ascolani, della città di cui è alla guida. Al punto che accetta senza proferire parola qualsiasi penalizzazione, qualsiasi umiliazione il Piceno deve subire in campo sanitario. Probabilmente se, per assurdo, la Regione proponesse di demolire ed eliminare l’ospedale del capoluogo piceno, il primo cittadino ascolano non direbbe nulla, accetterebbe in silenzio come ha accettato in questi 2 anni qualsiasi “schifezza” regionale.

Quanto a quello di San Benedetto, Spazzafumo, è solo un pochino più attivo e presente del suo collega ascolano ma in concreto, a parte qualche post polemico sui social (che ovviamente lasciano il tempo che trovano), poco o nulla sta facendo anche lui. Qualcosina in più provano a farlo i consiglieri regionale dell’opposizione. La capogruppo del M5S, Marta Ruggeri ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere conto della carenza di personale nel Pronto Soccorso di San Benedetto sottolineando come “a nulla è servito il piano di potenziamento dei Pronto Soccorso approvato dalla giunta regionale”.

Un’altra interrogazione su quanto accaduto nei giorni scorsi a San Benedetto è stata presentata anche dalla consigliera regionale del Pd Anna Casini. Che, insieme al segretario provinciale del suo partito, Francesco Ameli, ha anche chiesto ai due sindaci di Ascoli e San Benedetto di attivarsi immediatamente per convocare al più presto la conferenza dei sindaci di Area Vasta 5 “per addivenire alle troppe problematiche sanitarie che il nostro territorio ha”.

Ovviamente speriamo di sbagliare, ma la sensazione è che se dipende da Fioravanti allora la Conferenza dei sindaci può attendere…

bookmark icon