In Ucraina come in Siria, il ritorno de “l’antimperialismo degli idioti”


In questi giorni segnati dalla guerra in Ucraina è sempre più difficile distinguere la destra più estrema, da sempre filo putiniana, da una certa sinistra. In preda a quel tarlo che l’attivista di sinistra siriano-britannica Leila Al Shami  nel 2018 definiva “l’antimperialismo degli idioti”

“Cos’è la destra, cos’è la sinistra” cantava Giorgio Gaber nel 1994 quando ancora il populismo non era nato ma già si vedeva una certa perdita di identità dei due grandi schieramenti ideologici e la conseguente confusione politica. Ventotto anni dopo, in questi giorni segnati dalla guerra in Ucraina, se possibile “Destra-Sinistra” di Gaber è ancora più attuale perché, proprio in merito al conflitto, è sempre più difficile distinguere la destra più becera e estrema, da sempre filo putiniana, da una certa sinistra.

Che, in preda a quel tarlo che, in uno straordinario saggio del 2018 (il cui sunto potete leggere qui), l’attivista di sinistra e blogger siriano-britannica Leila Al Shami aveva definito “l’antimperialismo degli idioti”, è in stato a dir poco confusionario, ha perso ogni contatto e ogni riferimento con le proprie origini, con le proprie radici, con quelli che dovrebbero essere i propri fondamenti, i propri tratti distintivi. Una deriva che si era già ampiamente manifestata ai tempi della Siria e che era stata così ben descritta dalla fondatrice di Tahrir – Icn, rete di lotta contro le dittature.

Le tre grandi mobilitazioni della sinistra occidentale per la Siria – scriveva Leila Al Shami – sono avvenute sempre in occasione degli interventi degli Stati Uniti (nel 2011, nel 2017 e nel 2018). Eppure dal 2011 più di mezzo milione di civili siriani sono morti e il 94% di loro sono stati uccisi dall’alleanza siriano-russo-iraniana. Questa sinistra pro fascista sembra cieca nel riconoscere una forma di imperialismo che non sia di origini occidentali. Tutto ciò che accade è visto attraverso il prisma di ciò che significa per gli occidentali, solo gli uomini bianchi hanno il potere di fare la storia. Per questo ad oggi il discorso fascista e quello degli anti imperialisti di sinistra è virtualmente indistinguibile. Non c’è un movimento di massa che si schiera in solidarietà con le vittime che, invece, vengono diffamate, la loro sofferenza viene sfottuta o negata, messa in discussione da persone distanti migliaia di chilometri che crede arrogantemente di sapere cosa sia meglio”.

Una sovrapposizione, tra la destra più estrema e becera e questa parte di sinistra che Luigi Manconi ha sapientemente definito “sinistra autoritaria”, che è frutto del comune profondo sentimento anti americano. Che spinge entrambe a vedere tutto, ostinatamente e contro ogni evidenza, attraverso il prisma dell’imperialismo Usa. Al punto che, nonostante la storia e i fatti dimostrino tutt’altro, ritengono l’invasione dell’Ucraina un evento che affonda le radici non nel folle desiderio di ricostruzione la “Grande Russia” che da sempre muove Putin, ma negli errori dell’Occidente e della Nato.

Per questo non si schierano a fianco di un popolo aggredito e bombardato, che coraggiosamente non si arrende e combatte portando avanti una guerra di resistenza e di libertà. Parole che, in una sinistra degna della sua storia e delle sue radici, dovrebbero provocare un fremito ed un’immediata e convinta adesione. Invece in questa “sinistra autoritaria”, che non ha più alcun legame con le sue origini e ormai è sempre più uguale all’estrema destra, quelle parole provocano un imbarazzato senso di fastidio. Perché c’è popolo e popolo, non conta l’ideale di libertà, il principio di autodeterminazione, è importante chi sia l’oppressore.

Così massimo appoggio e condivisione concreta per la lotta contro invasori e oppressori occidentali, o comunque filo occidentali, dei campesinos, dei vietcong, dei palestinesi. Ma non a quello ucraino, un popolo che questa pseudo sinistra non sente come affine, che lotta e resiste contro un oppressore non occidentale, che addirittura è sostenuto dall’odiata America. E, allora, se gli Stati Uniti stanno con Kiev, gli ucraini devono necessariamente avere qualche colpa, altrimenti nello schema “terzointernazionalista” che non ha mai abbandonato questo modo di pensare, i conti non tornerebbero più. E per farli tornare ancora meglio si costruisce una realtà virtuale e parallela e si modella la storia a proprio piacimento, saltando interi periodi storici fondamentali e fingendo di dimenticare fatti che invece sono assolutamente decisivi e determinanti.

Cancellato come se non fosse mai esistito, ad esempio, il memorandum Budapest (che pure è determinante per comprendere quanto sta accadendo), così come le provocazioni, le minacce e, soprattutto, le violazioni commesse dai russi. Dimenticata la rivoluzione arancione e la conseguente feroce e violenta campagna terroristica, attuata sin dal 2005, dalle milizie russe “anti arancione” costituite da Dugin (l’ideologo di Putin), così come l’incessante propaganda russa (ideata e promossa da Dugin stesso) che invitava a sterminare gli ucraini. Riscritta in maniera farsesca e mistificatoria la rivolta del popolo ucraino conosciuta con il nome di “Euromaidan”, così come l’occupazione russa della Crimea e ancor più le vicende in Donbass.

In testa c’è sempre il solito binario, Stati Uniti contro il resto del mondo, un dogma intorno al quale costruire ogni storia, a prescindere dai fatti, che è lo stesso che spinge l’estrema destra. Che, però, quanto meno si dimostra più coerente. Perché è da sempre convintamente filo putiniana, con i suoi uomini da anni in Ucraina a combattere a fianco della Russia nei vari gruppi mercenari filo nazisti come i “Lupi di Putin” o il gruppo “Wagner”, ed è attivissima a supporto della propaganda russa, con decine e decine di pagine che si richiamano più o meno apertamente al fascismo che dialogano e si ritrovano sul social di Putin, una sorta di Facebook denominato “VKontakte”. E ovviamente in questi giorni quelle pagine alimentano e rilanciano la propaganda filo russa con post che narrano la guerra vista da Mosca, con gli ucraini e la Nato nel ruolo di “cattivi” e veri responsabili della guerra stessa e un “demone” chiamato Stati Uniti che è il vero motore di quella immane tragedia umanitaria.

L’aspetto più surreale è che per giustificare questa deriva, la sinistra prende a pretesto la situazione del Donbass (ma basterebbe leggere l’annuale rapporto di Amnesty International per scoprire che la realtà è completamente differente), la presunta denazificazione dell’Ucraina, la storia del battaglione Azov filo nazista. Fingendo di non rendersi conto del paradosso della presunta denazificazione condotta da mercenari filo nazisti e, soprattutto, del fatto che in concreto il vero regime nazista è quello russo di Putin.

Queste poche righe, mentre la mia città è sotto attacco dell’artiglieria, sono rivolte ad una parte della sinistra occidentale – scriveva pochi giorni fa lo storico socialista ucraino, attivista di Social movement organization Taras Bilous – quella che a gennaio parlava di aggressione Nato in Ucraina ma non è capace di vedere l’aggressione russa, che ha taciuto e tace sulle violazioni commesse dalla Russia, che ha sopravvalutato il peso dell’influenza dell’estrema destra in Ucraina ma non si è accorti dell’estrema destra russa ed ha evitato di criticare la politica conservatrice, nazionalista e autoritaria di Putin. Parte della responsabilità di ciò che sta accadendo ricade su di voi. Lo stesso atteggiamento di quella sinistra in Siria, che si è solamente opposta all’interferenza occidentale ignorando le gravi responsabilità russe, così ben descritto nel saggio di Leila Al Shami, lo stiamo vedendo ripetersi nell’analisi dell’attacco all’Ucraina”.

Con l’aggravante, almeno nel nostro paese, che, pur di sostenere la propria folle posizione, quella parte di sinistra sembra aver perso ogni controllo, tra deliri, vaneggiamenti, violenti e immotivati attacchi personali, mistificazione della realtà. Come nel caso del presidente dell’Anpi (una vergogna per l’associazione nazionale partigiani avere un presidente come Pagliarulo…) che addirittura ha messo in discussione gli orrori russi a Bucha, O come Michele Santoro che, in un farneticante intervento a “Piazzapulita” (La7), criticava gli inviati di guerra che mostrano gli orrori della guerra stessa (vaneggiando una sorta di “occhio non vede, cuore non duole”…), proprio lui che nel 1995, all’epoca della guerra nell’ex Jugoslavia, con straordinari reportage aveva (giustamente e coraggiosamente) mostrato il dramma che stavano vivendo i civili slavi.

Ma il culmine della “follia” l’ha raggiunto l’ex portavoce di “Potere al popolo” che da settimane in tv continua a trovare ogni giustificazione possibile a Putin e alla Russia e che ora non ha trovato di meglio che prendersela con Roberto Saviano. Che, giustamente, aveva invitato la sinistra a “non cercare alibi alla guerra di Putin, non dare spazio a giustificazioni per lo stato mafioso di Mosca, riconoscere i crimini commessi dalla Russia e non spostare lo sguardo altrove facendosi cassa di risonanza della bassa propaganda di Mosca”. E per farlo ha preso a pretesto la vicenda Assange, definendo Saviano, in maniera sprezzante, “addetto stampa Nato”, perché non avrebbe preso posizione “sull’infame carcerazione del prigioniero politico Assange”.

Per lui e per tutti quelli come lui – scrive Comaschi su facebook – che spadroneggiano sui mass media spiegando che siamo in guerra per la democrazia, non sono alfieri della libertà, sono addetti stampa Nato”. Una ripicca e accuse gratuite, fingendo di ignorare che da anni Saviano si occupa e denuncia la situazione di Assange, basterebbe ricordare la lunga intervista alla compagna dello stesso Assange, Stella Moris, effettuata nel dicembre scorso.

Davvero difficile, praticamente impossibile, riconoscersi in una sinistra simile che, di fatto, ormai da tempo è quanto di più lontano possa esserci dalla sinistra. Molto più semplice e naturale, invece, riconoscersi nelle parole pronunciate da Liliana Segre in vista del 25 aprile: “Canterò “Bella ciao”, pensando al popolo ucraino che “ha trovato l’invasor”. Il popolo ucraino è stato aggredito e la sua resistenza va sostenuta. La pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori”.

Sarebbe bello e significativo festeggiare il prossimo 25 aprile in linea con il pensiero della Segre…

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