I “miserabili”


I “soliti noti” come Pillon, Paragone, Granato tra i parlamentari che non hanno boicottato l’intervento del presidente ucraino Zelensky in Parlamento. “Quell’assenza in aula è la manifestazione di mancanza di solidarietà pure davanti all’orrore” accusa Milena Gabanelli

Zelensky esprime solidarietà verso il popolo italiano che da 4 anni ha Pillon e Paragone come senatori”. Serve tutta l’amara ironia tipica dei social per riuscire a digerire l’indegno spettacolo andato in scena nel Parlamento italiano martedì 22 marzo in occasione dell’intervento del presidente ucraino. Che, non dovrebbe certo essere necessario precisarlo, non rappresentava certo se stesso ma un intero popolo che da quasi un mese è sotto attacco e sotto le bombe e i missili russi.

Per questo quei parlamentari che sono usciti dall’aula in segno di dissenso o che, per lo stesso motivo, hanno preferito non partecipare alla seduta parlamentare, hanno pesantemente offeso e gravemente mancato di rispetto al popolo ucraino. Una vergogna inaccettabile, che getta discredito e disonore su una compagine parlamentare già ampiamente screditata.

Ognuno è libero di pensare quello che vuole su Zelensky, ci mancherebbe – scrive Lorenzo Tosa – criticabili le sue idee e ancora di più i suoi toni, al di là delle logiche di una sacrosanta resistenza. Ma decidere di uscire dall’aula, come i Paragone, i Pillon e le Granato, voltando le spalle al Presidente democraticamente eletto di un Paese che da un mese è bombardato da un dittatore criminale non fa di voi dei dissidenti ma dei miserabili”.

Sulla stessa linea (che ovviamente condividiamo in pieno) Milena Gabanelli. Che, dopo aver ricordato chi sono gli autori di questa vergogna (“Bianca Laura Granato del gruppo misto, Gabriele Lorenzoni e Vito Petrocelli del M5S, Simone Pillon della Lega, Matteo Dell’Osso e Veronica Giannone di Forza Italia, Pino Cabras e altri 18 del gruppo l’Alternativa, Emanuele Dessì del Partito comunista, Michele Giarrusso e Gianluigi Paragone di Italexit”) rivolge loro un pesante atto di accusa.

Loro in Aula non c’erano ad ascoltare l’appello del leader di un Paese europeo che chiede aiuto perché da 27 ininterrotti giorni Putin sta bombardando, massacrando, riducendo alla fame, e con la prospettiva di ridurre in macerie il suo Paese – scrive la Gabanelli –  mentre ormai milioni di donne sono in fuga per salvare i loro bambini. Da liberi cittadini, e liberi deputati e senatori di un Paese libero, possono fare ciò che credono: c’è chi può permettersi di dire che le dittature sanguinarie sono belle, chi pensa che Putin abbia ragione, chi preferisce prendere le distanze da entrambe le parti. Il tempo del dibattito è finito e bisogna prendere una posizione: o condanni l’invasione, oppure l’appoggi. Qual è il messaggio che volete dare ai vostri elettori? Anche per chi fa tanti distinguo rifiutando di ascoltare Zelensky (l’aggredito) è implicito l’appoggio a Putin.

Avete tollerato, senza mai spendere una parola nemmeno di pietà, verso i giornalisti uccisi dal tiranno, verso gli avversari avvelenati, verso la legge che condanna fino a 15 anni di carcere chi esprime un parere contrario. E oggi quell’assenza in Aula è la manifestazione di mancanza di solidarietà pure davanti all’orrore. Ed è retorico chiedersi che cosa succederebbe a ciascuno di voi se foste cittadini russi, perché non correreste alcun rischio. Putin ama il popolo che guarda gli errori degli altri, quelli dell’Occidente, da lui definito “l’impero della menzogna”, ma dove vengono mandati a studiare i figli dei suoi fedelissimi”.

Una menzione particolare, secondo Milana Gabanelli, merita l’ex grillina Granato, già nota per la serie impressionante di sciocchezze raccontate a più riprese su covid e vaccini “Per Bianca Laura Granato, che non ha esitato a schierarsi a favore di Putin (lo ha dichiarato a Tommaso Labate), immagino che vivere in un Paese come l’Italia sia un inferno nessuno eventualmente le impedirebbe di andare a vivere nella dittatura russa” scrive la Gabanelli che, poi, per concludere si rivolge a tutti gli altri parlamentari.

Gli altri, quelli che sono tormentati dai dubbi, stanno dicendo ai loro elettori “calmi, non è detto lo zar sia poi così cattivo”. E tutti quegli altri? L’Aula era mezza vuota, nonostante fosse martedì. Dante gli ignavi li ha messi nell’Antinferno, perché li giudica indegni di meritare sia le gioie del paradiso, sia le pene dell’inferno, proprio perché non si sono mai schierati né a favore del bene, né del male”.

Due parole vale la pena spenderle su altri “fenomeni” come ad esempio Pillon che, purtroppo, conosciamo bene da tempo per le sue posizioni tardo medievali. Come gran parte del suo partito da tempo ha rapporti con la Russia e da tempo si sospetta che la sua fondazione sia stata finanziata proprio dai rubli russi. Quanto a Paragone, invece, ormai è una certezza, quando c’è l’opportunità di rendersi ridicoli e di fare “figuracce” l’ex direttore della Padania e l’ex grillino (non finiremo mai di ringraziare il M5S di aver portato in Parlamento lui e altri soggetti simili…) è sempre il primo. Ma se il suo comportamento, come quello degli altri parlamentari citati, è davvero inqualificabile, il comunicato stampa con il quale il suo gruppo motiva la propria decisione è ai limiti del demenziale.

Il gruppo Italexit per l’Italia – si legge nel comunicato – non si è recato in Parlamento ad ascoltare l’intervento di Zelensky perché il presidente ucraino non è un ambasciatore di pace”. Un vero genio chi ha pensato e scritto una simile idiozia, difficile capire se, come si suol dire, “ci è o ci fa”. Non esistono parole adeguate, invece, per commentare e definire i “deliri” di chi, come l’onorevole Grimaldo (M5S) e l’onorevole Dall’Osso (Forza Italia), avrebbe voluto che venisse invitato a parlare in aula anche Putin.

Quando uscirete dall’aula – conclude Lorenzo Tosa – ricordate che un gesto del genere, nella Russia di quel Putin che non siete neanche capaci di condannare non solo non rientrereste più in Parlamento ma non tornereste neanche più a casa. Pensateci. E un po’ vergognatevi, se conoscete questa parola”. Noi la conosciamo bene e ci vergogniamo molto più di un po’ di essere rappresentati in Parlamento da simili personaggi…

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