Sicurezza delle scuole: cronaca di un fallimento annunciato


Scuole temporanee subito e ricostruzione entro 3 anni, aveva promesso in campagna elettorale il sindaco. Che nel corso del Consiglio comunale aperto sulle scuole ha ammesso che al momento non ci sono date certe e che, addirittura, si potrebbe arrivare oltre il 2026…

Il vergognoso show finale del sindaco Fioravanti, con attacchi indiscriminati e infondati, basati su autentiche invenzioni, ha trasformato un sonnolento Consiglio Comune aperto sulla sicurezza delle scuole cittadine in uno dei punti più bassi mai toccati negli ultimi 40 anni da un’istituzione comunale. Dell’inaccettabile follia finale del primo cittadino, con i suoi farneticanti “deliri”, ci occuperemo in altra sede. Prima di ogni altra considerazione e di qualsiasi necessario approfondimento su questa vergognosa pagina scritta da Fioravanti, è però fondamentale sottolineare ciò che è emerso da questo Consiglio comunale aperto per fare il punto sulla ricostruzione delle scuole cittadine, fortemente voluto dall’opposizione.

Il primo inequivocabile e più importante dato che emerge è che le previsioni più pessimistiche che abbiamo avanzato nei mesi e negli anni scorsi paradossalmente sono risultate addirittura sin troppo ottimistiche. Mentre sindaco, assessori e i loro stucchevoli megafoni (alcuni quotidiani locali) a partire dalla fine del 2019 periodicamente annunciavano l’improbabile apertura “a breve” di cantieri in questa o quell’altra scuola (e poi il primo cittadino ha avuto il coraggio di affermare che la sua amministrazione non ha mai fatto annunci…), sin da allora, come più volte sottolineato, era chiarissimo che nella migliore delle ipotesi i lavori sulle scuole oggetto del famoso finanziamento di 36 milioni di euro non sarebbero partiti prima del 2023.

Nelle ultime settimane indirettamente sindaco e amministrazione comunale avevano già fatto capire che in effetti prima di quella data sarebbe stato impossibile, non fosse altro per il fatto che, a proposito delle famose strutture temporanee dove ospitare gli studenti nel corso dei lavori, si è sostenuto che sarebbero servite a partire da settembre 2023. Ora, però, nell’intervento che ha aperto il Consiglio comunale Fioravanti ha candidamente ammesso che non ci sono certezze sui tempi, addirittura ipotizzando per alcuni di quegli interventi la data del 2026 (a 10 anni dal terremoto, un vero e proprio record negativo).

E a proposito della scelta delle cosiddette strutture temporanee, il sindaco ha affermato che al momento “abbiamo fatto solo ipotesi, dobbiamo essere cauti ad annunciare date. Quello citato è un programma indicativo, non abbiamo date certe, può essere settembre 2023 o gennaio 2024”. Solo per la cronaca, è giusto ricordare che nel suo programma elettorale (prima delle elezioni comunali del maggio 2019), Fioravanti si era impegnato a “mettere subito al sicuro, con il coinvolgimento di professionisti ed imprese, i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette”.

Secondo il vocabolario della lingua italiana l’avverbio “subito” significa immediatamente, “in pochissimo tempo”. Ed al di là di qualsiasi libera interpretazione, è difficile immaginare che 4 anni (ammesso che le scuole temporanee ci siano a settembre 2023) possa essere considerato qualcosa anche solo di vicino al concetto di “pochissimo tempo”. Per altro, sempre a proposito di promesse e proclami, nello stesso programma elettorale presentato nella primavera 2019 il candidato sindaco Fioravanti scriveva: “in 3 anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi, per far tornare gli studenti nel loro habitat e trasformare le nostre scuole in centri di esplosioni e del bello, dello studio, della cultura, del bel vivere, dello sport ed integrazione”.

Il prossimo maggio scadranno i 3 anni, non siamo neppure vicini a quello che era l’obiettivo fissato dal primo cittadino. Che, bisogna ricordarlo, non ha neppure la possibile giustificazione di essere a conoscenza della situazione che ereditava, visto che faceva parte della maggioranza dell’amministrazione Castelli (era il presidente del Consiglio comunale) che dal post terremoto del 2016 ha dovuto occuparsi del problema della sicurezza delle scuole.

Quindi non ci possono essere dubbi in proposito, dopo aver trascorso oltre due anni e mezzo a fare annunci e proclami, nel momento in cui l’amministrazione comunale e il sindaco Fioravanti sono stati costretti a fare concretamente il punto della situazione, il risultato che ne è scaturito è inequivocabile: un clamoroso fallimento. Fioravanti in campagna elettorale aveva fissato l’obiettivo per quanto riguarda la sicurezza delle scuole, lunedì scorso in Consiglio comunale ha candidamente ammesso che non riesce neppure ad avvicinarsi a quello obiettivo. Se non è un fallimento questo…

L’altro aspetto importante che ha caratterizzato il Consiglio comunale aperto di lunedì 21 febbraio è l’incomprensibile rimozione delle principali e reali cause che poi hanno portato a questo disastroso risultato. Nel suo intervento iniziale il sindaco ha sostenuto di voler ripercorrere quanto avvenuto e raccontare la storia di quello che è accaduto in tema di sicurezza delle scuole dal suo insediamento in poi. Un evidente e incomprensibile “non senso” perché chiunque si è occupato di questo delicatissimo tema dalla crisi sismica del 2016 in poi sa perfettamente che i ritardi e le difficoltà attuali sono in larghissima parte conseguenza della disastrosa gestione fatta in quegli anni dall’allora sindaco Castelli. Che, da autentico “cuor di leone”, si è ben guardato dal partecipare al Consiglio comunale aperto.

Basterebbe pensare, ad esempio, che, a proposito delle strutture temporanee, sarebbe stato sufficiente, dopo le violente scosse dell’agosto e dell’ottobre 2016, certificare la situazione di scarsa sicurezza degli edifici scolastici cittadini per ottenere il finanziamento per le strutture scolastiche temporanee. Come hanno fatto diversi comuni marchigiani più o meno direttamente colpiti dall’emergenza sismica. Come ha fatto, senza andare troppo lontano, il vicino Comune di Folignano che già nell’ottobre 2019 ha potuto inaugurare la scuola provvisoria di Piane di Morro.

Nel capoluogo piceno, però, dopo le violente scosse di agosto e ottobre 2016 il sindaco Castelli, invece di prendere atto seriamente della situazione critica, ha continuato a ripetere che andava tutto bene, che non c’era bisogno di nulla, ripetendo la sconcertante “barzelletta” che “lo sciame tellurico ha rappresentato un vero e proprio collaudo per le scuole della nostra città, superato brillantemente”. Lo stesso Castelli in quegli anni, mentre la Provincia di Ascoli così come tanti altri Comuni del “cratere”, nel 2017 e 2018 finalmente si sono decisi ad adeguarsi alle norme sul tema, infischiandosene di quelle stesse norme non si è neppure preoccupato di avviare le verifiche di vulnerabilità sismica che, poi, sono state effettuate solo nel 2021, con i risultati sconfortanti e preoccupanti che hanno evidenziato lo scarsissimo livello di sicurezza di quasi tutti gli istituti cittadini.

Senza dimenticare il “colpo di grazia” finale, l’assurda ostinazione nel perseguire un improbabile project financing che, sin dalla sua presentazione, era chiaro a tutti che non poteva essere utilizzato, perché in palese contrasto con la normativa vigente. E’ emblematico il fatto che, mentre a maggio 2020 la giunta Fioravanti, con colpevole e inaccettabile ritardo, finalmente decideva di mettere da parte quell’improponibile project, solo un paio di mesi dopo il commissario straordinario per l’emergenza forniva i dati sullo stato di attuazione dell’ordinanza del luglio 2017 (quella che appunto aveva stanziato i 36 milioni di euro per le scuole comunali del capoluogo piceno) che evidenziavano come il 70% di quegli interventi erano stati completati o quanto meno avviati.

In altre parole, se nel 2016 il Comune di Ascoli avesse avuto un sindaco più avveduto e più concretamente interessato alla sicurezza dei suoi ragazzi, non ci sarebbe ora il bisogno di preoccuparsi delle strutture temporanee e gli interventi di demolizione e ricostruzione delle scuole cittadine, se non terminati, sarebbero comunque in uno stadio decisamente più avanzato.

Nonostante siamo già nel 2022 – commenta amaramente il segretario comunale del Pd Ameli – constatiamo che ad oggi non ci sono né luoghi né date certe sulla ricostruzione delle scuole e come affermato dal sindaco siamo ancora sul campo delle ipotesi dei trasferimenti. E’ stato emblematico vedere genitori, sindacati, insegnanti e dirigenti scolastici fare domande sul proprio futuro al Sindaco, dopo che quest’ultimo aveva parlato di percorsi “condivisi” con le scuole. Nonostante il grande lavoro dei tecnici comunali a partire da quelli dell’ufficio sisma e dell’ufficio gare, il Comune è politicamente arenato dopo aver perso oltre due anni dietro un project financing che tutti sapevano fosse irrealizzabile a causa di norme non modificabili.

Due anni nei quali Castelli e Fioravanti hanno preso in giro cittadini, bambini ed imprese. La cosa più preoccupante è che il sindaco ha di fatto confermato che nel 2026 e cioè a 10 anni dal sisma, ad Ascoli Piceno non avremo tutte le scuole in sicurezza e continueremo a mandare i nostri bambini in strutture che di certo non brillano in come testimoniato dai risultati delle analisi di vulnerabilità sismica, e che chi subirà i problemi di mala organizzazione saranno bambini che all’epoca del sisma non erano ancora nati!

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