Non si può morire di lavoro e di alternanza scuola-lavoro


Dopo Lorenzo Parelli, lunedì 14 febbraio la tragedia della morte del 16enne di Monte Urano Giuseppe Leonci. La Fiom Marche e “Dipende da noi” chiedono di “cancellare questo sistema omicida” e aderiscono alla protesta degli studenti in programma il 18 febbraio

E’ di una crudezza disarmante, ma purtroppo fotografa in maniera drammaticamente inappuntabile lo stato delle cose, il modo in cui il movimento politico regionale “Dipende da noi” apre il suo comunicato sulla tragedia di Giuseppe Leonci, il 16enne di Monte Urano morto lunedì 14 febbraio a Serra de’Conti in un infortunio sul lavoro nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. “In Italia di lavoro si muore. Tutti i giorni. Perciò l’alternanza scuola-lavoro per studentesse e studenti pare che debba comportare anche l’eventuale della morte, in modo che sia subito chiaro che cosa vuol dire lavorare in un’economia che per amore del capitale disprezza persone e distrugge la natura” scrivono il coordinatore e la coordinatrice regionale Roberto Mancini e Paola Petrucci.

Può sembrare un’affermazione sin troppo cruda, che dovrebbe provocare sconcerto. Purtroppo, però, è la drammatica descrizione di una realtà che sembra non fare più notizia, che dovrebbe essere tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali e di cui dovrebbero occuparsene in continuazione gli approfondimenti televisivi ma che, invece, sembra non interessare nessuno. E’ un dato di fatto che in Italia giornalmente si muore sul lavoro, i dati ufficiali del 2021 sono disarmanti, si viaggia ad una media di quasi 4 morti sul lavoro al giorno, per un totale di 1.404. E il nuovo anno si è aperto nello stesso drammatico modo, con la cronaca che praticamente quotidianamente racconta ogni giorni di morti per incidenti o infortuni sul lavoro. E non è un caso che anche la Federazione Impiegati Operai Metallurgici (Fiom) delle Marche sia sulla stessa identica linea di “Dipende da noi”.

La Fiom Marche – si legge in un comunicato stampa – nell’esprimere solidarietà e condoglianze alla famiglia di Giuseppe Lenoci, ritiene che quanto accaduto non sia né un incidente né una tragica fatalità, ma il risultato di un sistema in cui gli studenti vengono messi a lavorare nello stesso identico contesto in cui muoiono quattro lavoratori ogni giorno”.

Purtroppo è tutto drammaticamente logico, quasi inevitabile. In Italia di lavoro si muore, se gli studenti vengono messi a lavorare in quello stesso identico contesto in cui si verifica questa autentica strage è inevitabile che poi accada che anche gli studenti stessi possano morire. E per certi versi è solo una singolare casualità che siano accaduti uno dopo l’altro, nel giro di 10 giorni, due eventi così drammatici. Prima Lorenzo Parelli, il 18enne morto schiacciato in fabbrica, ora Giuseppe Leonci, morto in un incidente stradale mentre era impegnato in un apprendistato nell’ambito di un corso professionale di termoidraulica. E’ drammaticamente logico, purtroppo, ma di certo non inevitabile. E sia “Dipende da noi” che la Fiom Marche si pongono questo obiettivo.

Noi vogliamo cancellare questo sistema omicida – si legge nel comunicato di “Dipende da noi” – qui non c’è spazio per alcun riformismo, moderatismo o centrismo politico: questa logica di sfruttamento va abolita e basta. La morte di un altro studente a Serra de’ Conti, a 16 anni, è una nuova tragica conferma che le condizioni della sicurezza, per chi lavora come per chi studia, non sono affidabili e tutto questo viene preso come se fosse un destino o il frutto del caso. Invece si può e si deve cambiare radicalmente il modo di organizzare il lavoro e la scuola. Quest’ultima deve ritornare al suo vero compito: educare le persone e anche prepararle a superare ogni sistema iniquo, non ridurle a risorse umane per le pretese del sistema”.

L’organizzazione sindacale marchigiana dei metalmeccanici – aggiunge la Fiom – pensa che il modello di alternanza scuola lavoro e di stage debba essere totalmente rimesso in discussione, perché pur se pensato come formativo, è diventato uno strumento di pericoloso sfruttamento, che legittima un mercato del lavoro in cui le aziende competono al ribasso su sicurezza e salari, come se fosse normale lavorare gratis senza diritti. I governi che si sono susseguiti hanno grandi responsabilità e per questo i metalmeccanici marchigiani fanno un appello affinchè l’attuale modello dell’alternanza scuola-lavoro che ha prodotto tutto questo venga totalmente ripensato partendo dal presupposto che la scuola deve essere luogo di crescita e relazione e non palestra di sfruttamento, precarietà e morte”.

Inevitabilmente entrambi si schierano a fianco degli studenti che hanno già annunciato la mobilitazione. “Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia di Giuseppe – conclude il comunicato di “Dipende da noi” – e aderiamo alla protesta del movimento studentesco contro l’attuale politica di gestione della scuola, contro un governo che non tutela la vita e la sicurezza, contro questo modo iniquo di concepire sia lo studio e il lavoro, che nega il diritto all’uno e all’altro. Invitiamo tutte e tutti a partecipare alla giornata di protesta e di mobilitazione studentesca del 18 febbraio per arrivare presto all’abolizione delle norme attuali sull’alternanza scuola-lavoro, alla fine della repressione contro studentesse e studenti, a una autentica rinascita della scuola e alla realizzazione della sicurezza nel lavoro”.

La Fiom si schiera con le studentesse e gli studenti aderendo e sostenendo tutte le mobilitazioni da essi indette, a partire da quella del 18 febbraio che si svolgerà a Fermo” aggiunge la Fiom. Un sostegno che dovrebbe arrivare da tutte le sigle sindacali, le associazioni ma anche le scuole, il corpo docente e i cittadini comuni uniti nell’affermare che è inaccettabile morire di lavoro o, peggio ancora, di alternanza scuola – lavoro…

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