Regione in confusione, a rischio i 183 milioni di euro del Pnrr per la sanità


La Regione ha meno di  20 giorni di tempo per cambiare il documento con i progetti da ammettere a finanziamento perché alcuni degli interventi inseriti non sono ammissibili. L’appello dei segretari provinciali del Pd: “Si convochino i sindaci e il Consiglio regionale”

Probabilmente è esagerato (almeno si spera) sostenere che le Marche rischiano di perdere i fondi del Pnnr per la sanità come hanno paventato i segretari provinciali del Pd in una nota congiunta. Però di certo ancora una volta Acquaroli e la giunta regionale stanno dimostrando tutta la loro incapacità e inettitudine e hanno a disposizione meno di 20 giorni per evitare quello che sarebbe un disastro senza precedenti, visto che il termine ultimo per la presentazione dei progetti da ammettere a finanziato è inderogabilmente fissato al 28 febbraio e la bozza elaborata dalla Regione, in particolare dall’assessore Saltamartini, deve essere rivista e corretta perché alcuni degli interventi inseriti non sono ammissibili a finanziamento (giustamente, aggiungiamo, come vedremo).

Ovviamente, tanto per cambiare, la Regione e soprattutto Saltamartini hanno provato a scaricare le responsabilità su altri, parlando si “indicazioni aggiuntive” che sarebbero state comunicate dal ministero della salute solo nei giorni scorsi. “Il ministero ha dato indicazioni che vanno a modificare il quadro – ha provato a giustificarsi l’assessore regionale alla sanità – premesso che tra qualche anno scadranno le deroghe antincendio in alcuni plessi ospedalieri e gli interventi di adeguamento non erano stati finanziati, li avevamo previsti nel Pnrr Sanità. Ma nel corso della riunione dei giorni scorsi è emerso che l’adeguamento antincendio nelle strutture pre esistenti è un problema a carico delle Regioni. Quindi dobbiamo rivedere gli interventi e ricalibrare le spese”.

In realtà le linee base sono sostanzialmente rimaste le stesse e i criteri sono quelli presenti già nella “Proposta di ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e Province Autonome per i progetti del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza” presentata alle Regioni il 18 ottobre scorso. Non a caso, a differenza di quanto sostiene l’assessore Saltamartini, quasi tutte le altre regioni non hanno i problemi che invece stanno incontrando le Marche. Per altro basta leggere attentamente quella proposta di ripartizione ma anche tutti gli atti successivi per scoprire, ad esempio, che l’adeguamento antincendio nelle strutture pre esistenti non viene mai citato, quindi non era certo finanziabile, come per altro è sin troppo facile da capire.

Si cambi rotta e si convochino i sindaci ed un Consiglio regionale dedicato per rimediare agli errori di Saltamartini” chiedono in una nota congiunta i segretari provinciali del Pd (Ameli Ascoli, Falà Ancona, Fulvi Pesaro, Piermartiri Fermo, Sciapichetti Macerata).

Gli investimenti ottenuti grazie al governo nazionale e alle donne e agli uomini del Pd in Europa (mentre il partito di Acquaroli, FdI, flirtava con i sovranisti di Orban) per riqualificare gli ospedali e l’assistenza sanitaria territoriale della Regione Marche rischiano di esse persi a causa della sciatteria di questo governo regionale – prosegue la nota – grazie al Pmrr il governo ha assegnato alle Marche ben 182 milioni di euro, utili a rivoluzionare la sanità a partire da quella territoriale con case ed ospedali di comunità. Stupefacente pensare che la Regione Marche si sia accorta solo ora che gran parte degli interventi che avevano pensato di fare a patire da quelli antincendio, non possono rientrare tra quelli previsti dal Pnrr, segno che o si è politicamente incapaci o si è in malafede.

E’ sbalorditivo che dopo quasi due anni di governo regionale, la giunta Acquaroli non sia in grado di elaborare un piano strategico per la riforma dell’offerta di salute territoriale nelle aree vaste né sia in grado di programmare investimenti con i giusti canali di finanziamento. Se c’è bisogno di adeguamento delle strutture con fondi regionali, cosa stiamo aspettando? E perché la giunta Acquaroli ha tentato di “dirottare” fondi che devono servire per riorganizzare la sanità?”. La nota si chiude con un suggerimento ed un’ultima dura stoccata al governo regionale.

Si convochino subito le conferenze di area vasta e si dia seguito alle richieste del gruppo assembleare del Pd delle Marche con la convoca di un consiglio regionale dedicato – propongono i segretari provinciali –  Acquaroli e Saltamartini facciano fare i sindaci (a prescindere dal colore politico) sindacati ed associazioni di categoria di riferimento per far realizzare in tempi brevi una proposta condivisa e credibile. Solo così sarà possibile programmare in maniera adeguata e condivisa la riorganizzazione di offerta della salute. A questo punto non è più un problema di destra o sinistra, ma è l’unica soluzione di buonsenso.  Nelle Marche la sanità vive giorni bui saltano le visite programmate, tolgono i presidi territoriali delle guardie mediche, le assunzioni promesse non arrivano, gli stipendi non vengono pagati e gli ospedali scoppiano.

È grave che dinanzi a tutto ciò Acquaroli non sappia far altro che fregarsene dei problemi dei marchigiani preferendo il mutismo o quando è peggio gli interventi a testa bassa contro il governo nazionale come se l’ingresso in zona arancione della Regione Marche fosse un fatto non dovuto alla mala organizzazione sanitaria perpetuata dagli organi politici della destra. È ora che la giunta Acquaroli esca dal mondo fatato nel quale vive si assuma le proprie responsabilità, si occupi meno di poltrone e nomine politiche, e risolva i problemi del paese reale: quelli di noi cittadini marchigiani”.

Come anticipato in ballo ci sono oltre 180 milioni di euro (183.073.702,76 per l’esattezza) che, nella bozza presentata predisposta dalla Regione e ora da cambiare entro la fine del mese, prevedeva: 42.494.802 euro per la realizzazione di Case della salute, 23.178983 euro per il restyling degli ospedali di comunità, 48,417.444,49 euro per ospedali sicuri e sostenibili, 27.563.403,95 euro per grandi apparecchiature, 33.612.075,55 per digitalizzazione Dea I e II, 2.596.125 euro per le centrali operative territoriali, 1.066.071,88 euro per l’interconnessione aziendale, 1.450.742,83  euro per Device e 702.323 euro per infrastrutture tecnologiche.

Un’occasione unica e irripetibile per la nostra regione che sarebbe imperdonabile non sfruttare al meglio.

 

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