In nome del popolo sovrano…


Dopo la conferma di Mattarella, politici e parte dell’informazione sottolineano l’abisso che c’è tra il “palazzo” e i cittadini, che devono poter scegliere il Presidente della Repubblica. E che, secondo i sondaggi, se avessero potuto farlo avrebbero votato proprio Mattarella…

Tra le tante reazioni e conseguenze scaturite dalla conferma di Mattarella al Quirinale, un’attenzione particolare merita quella che, partendo dal presupposto (in parte condivisibile) che il Presidente della Repubblica deve essere espressione del sentimento degli italiani, mira a promuovere il presidenzialismo, l’elezione diretta del Capo dello Stato. Mettendo da parte tutte le implicazioni di carattere costituzionale che una simile iniziativa comporterebbe, chi spinge per questo cambiamento epocale muove dalla constatazione che ormai la classe politica italiana è distante e non è capace di interpretare il sentimento dei cittadini. L’emblema di questa distanza della politica dal paese reale sarebbe l’insulso teatrino andato in scena la settimana scorsa in occasione del voto per il Quirinale e la conseguente scelta di ripiego del bis di Mattarella.

Neanche a dirlo la più convinta sostenitrice della necessità dell’elezione diretta del Capo dello Stato è Giorgia Meloni che, appena rieletto Mattarella, ha subito rilanciato la proposta del presidenzialismo. Nella stessa direzione, anche se partendo da presupposti completamente differenti (avendo sostenuto e votato per la conferma di Mattarella), anche l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi, anche lui convinto che bisogna arrivare all’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Nei giorni successivi, poi, come era ampiamente prevedibile si sono scatenati i giornalisti e quella parte della stampa schierata con la destra, per la verità più che per appoggiare e rilanciare la proposta della Meloni dell’elezione diretta soprattutto per sparare a zero non solo e non tanto contro la classe politica italiana protagonista di un simile spettacolo, ma in particolare contro lo stesso Mattarella, Presidente scelto dalla politica e dai partiti in crisi irreversibile, per evitare le elezioni piuttosto che per l’interesse del Paese, e non in linea con il sentimento degli italiani.

Addirittura il co-direttore di Libero, Pietro Senaldi, intervenendo martedì 1 febbraio a “Dimartedì” (La7) ha lanciato durissime accuse nei confronti dello stesso Mattarella, sostenendo che non avrebbe mantenuto la parola (in realtà mai data) di non fare un secondo mandato, addirittura che la sua era tutta una strategia che in realtà mirava proprio alla rielezione, ovviamente non gradita agli italiani, senza ovviamente tralasciare il fatto che la sua conferma sarebbe contraria ai principi della Costituzione. Poco prima, sempre su La7 ma ad “Otto e mezzo”, non meno duro era stato il direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio che deve aver interpretato la rielezione di Mattarella come una sorta di gravissimo sgarbo personale.

Perché mai prima di ora, neppure ai tempi della sua (in gran parte condivisibile) “guerra” contro Berlusconi, si era visto un Travaglio così accigliato, incattivito e palesemente insofferente con il mondo intero come quello “ammirato” dalla Gruber. Dopo aver sconfessato le versioni di Letta, Salvini ma anche dello stesso Conte sul “pasticcio” della candidatura della Belloni, di fatto autoproclamandosi unico conoscitore della “verità” (chissà, magari non si sa bene in quale veste avrà partecipato anche lui all’incontro con i tre leader…), Travaglio, che non ha nascosto che avrebbe gradito l’elezione della Belloni, non si è limitato a criticare duramente il teatrino della politica andato in scena in quei giorni (ma anche nei mesi precedenti) ma anche lui ha parlato della distanza dal mondo reale, del fatto che Mattarella non è sicuramente il Presidente che volevano gli italiani, lasciando intendere anche lui che in qualche modo la Costituzione, se non proprio violata, sarebbe stata forzata.

Riassumendo e sintetizzando in maniera anche un po’ semplicistica, si potrebbe dire che la Meloni e altri esponenti politici, sostenuti da una parte dell’informazione, sulla scorta dell’elezione di un Presidente non scelto e non corrispondente ai desideri degli italiani bocciano e criticano (più i giornalisti e la stampa che la stessa Meloni, per la verità) Mattarella e rilanciano l’elezione diretta del Capo dello Stato. Detto che è semplicemente ridicolo parlare di una qualche violazione dei dettami costituzionale (la Costituzione non vieta in alcun modo la rielezione del Presidente della Repubblica), di fronte a simili posizioni prima di ogni altra considerazione viene da chiedersi chi avrebbero voluto come Presidente della Repubblica gli italiani.

Per quanto singolare possa sembrare, soprattutto se si pensano agli “strali” lanciati dai vari Travaglio, Senaldi e company, è certo che se gli italiani avessero potuto votare avrebbe scelto… Sergio Mattarella. Non ci sono dubbi in proposito, non ci sono mai stati negli ultimi mesi, nonostante da tempo si fosse a conoscenza della volontà dello stesso Mattarella, e nei giorni e nelle settimane precedenti numerosi osservatori l’hanno sottolineato. Solo che ora fa comodo dimenticarlo, fingere che non sia così.

D’altra parte, pur ribadendo quello che da sempre sosteniamo, cioè che i sondaggi vanno presi con le dovute precauzioni, tutti i sondaggi di qualsiasi istituto di ricerca da mesi non lasciavano certo spazio a dubbi ed interpretazioni. Riportando sinteticamente la “fredda cronaca”, il 28 ottobre scorso il programma di Formigli “Piazzapulita” (La7) proponeva per la prima volta i risultati del sondaggio, effettuato da Index, sulla preferenza degli italiani per il Quirinale (che poi avrebbe riproposto ogni settimana) che non lasciava dubbi: in testa c’era Mattarella, dietro decisamente staccati la Cartabia e Draghi. E quel risultato si sarebbe consolidato di settimana in settimana. L’11 dicembre 2021, poi, secondo il sondaggio di Demopolis per “Otto e mezzo” il 56% degli italiani voleva ancora Mattarella al Quirinale, mentre oltre il 60% non voleva in alcun modo come presidente un tecnico ma un politico.

Pochi giorni dopo Bidimedia pubblicava l’esito di un proprio sondaggio secondo il quale, nella corsa alla Presidenza della Repubblica, la Cartabia superava di pochissimo (34% contro 32%) Mario Draghi nelle preferenze degli italiani. Sottolineando, però, che il nome di Mattarella non era stato proposto, in virtù della manifestata volontà del Presidente in carica, perché altrimenti non ci sarebbe stata partita, sarebbe risultato di gran lunga il preferito. Sempre Bidimedia, ad inizio anno, ha realizzato un nuovo sondaggio per diversi quotidiani   rispetto istituzionale – si legge nel comunicato di Bidimedia – abbiamo lasciato fuori dalla rosa il Presidente in carica Sergio Mattarella che, in caso contrario, sarebbe stato oggetto di un autentico plebiscito”. Pochi giorni dopo, esattamente il 14 gennaio, era la volta di Emg a diffondere i risultati di un sondaggio secondo il quale, in una rosa di 12 nomi proposti, quello di Mattarella era risultato di gran lunga il più votato, con ben il 48% delle preferenze. Nei giorni immediatamente precedenti all’inizio delle votazioni in Parlamento, ovviamente si sono intensificati i sondaggi. Il 19 gennaio secondo quello di Demopolis per “Otto e mezzo” il 58% degli italiani se avessero potuto votare avrebbero scelto come Presidente Mattarella. Nello stesso giorno altro sondaggio, questa da parte di Euromedia Research per “Porta a Porta”, ma risultato identico. In cima alla lista degli italiani nettamente Mattarella, molto dietro Draghi e Berluscomi. Infine il 20 gennaio scorso secondo il sondaggi di Youtrend per Sky per gli italiani il Presidente della Repubblica ideale sarebbe stato Mattarella, con addirittura il 65,9% di gradimento.

Ed è buffo che l’esito di quel sondaggio era stato pubblicato il giorno successivo anche dal “Fatto Quotidiano” che aveva sottolineato quanto apprezzato fosse dagli italiani il Presidente della Repubblica in carica. Il caos e l’indecoroso spettacolo a cui abbiamo assistito nella settimana dell’elezione del Capo dello Stato evidentemente devono aver così colpito Marco Travaglio da avergli procurato un improvviso vuoto di memoria, gli hanno fatto dimenticare che anche il suo giornale fino a pochi giorni fa sosteneva esattamente il contrario di quello che ora lui stesso afferma, cioè che Mattarella sarebbe stata la scelta più gradita dagli italiani.

Ancora più paradossale il fatto che chi oggi parla della volontà degli italiani, in quella tragicomica settimana ha proposto candidature che hanno riscosso zero gradimento da parte dei cittadini. La Meloni, ad esempio, prima ha puntato su Nordio, poi ha appoggiato la proposta di Salvini di candidare la Casellati che era agli ultimi posti del gradimento dei cittadini. Per Travaglio, Senaldi e C. l’ideale sarebbe stato eleggere la Belloni che compare solo in qualcuno dei sondaggi citati con non più dell’1-2% di gradimento.

In altre parole, ironizzando si può tranquillamente sostenere, dati alla mano, che, al contrario di quanto sostengono Meloni, Travaglio, Senaldi e altri, alla fine nel modo e nella forma più sbagliata, con l’indiscutibile pessima figura fatta dalla classe politica italiana, si è arrivati alla scelta più gradita dagli italiani. Un clamoroso paradosso, l’ennesimo di un sistema politico-mediatico che vive di surreali paradossi…

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