Premialità covid negate, Area Vasta 5 nella bufera


Programmati due presidi di protesta, il 25 davanti all’ospedale Mazzoni e il 27 gennaio al Madonna del Soccorso. Il sindacato degli infermieri si dichiara sconcertato e si appella ai sindaci di Ascoli e San Benedetto , la consigliera regionale Casini annuncia un’interrogazione

E’ difficile, anzi impossibile, non condividere lo sconcerto espresso dall’Organizzazione Sindacale Nursing Up Ascoli Piceno/San Benedetto del Tronto (sindacato degli infermieri italiani), così come non si può che solidarizzare e appoggiare la mobilitazione dei lavoratori dell’Area Vasta 5 che, come annunciato dal comunicato delle Rappresentanze sindacali, che proseguirà la prossima settimana, con due presidi in programma rispettivamente il 25 gennaio davanti all’ospedale Mazzoni e il 27 gennaio di fronte all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto.

Perché quello che sta accadendo nel mondo sanitario piceno è persino riduttivo definirlo un’indecente vergogna. In sintesi, l’Area Vasta 5 è l’unica nelle Marche a non aver pagato neppure un euro di premialità covid al personale impegnato nell’affrontare la pandemia e ha addirittura prelevato le risorse riservate al salario accessorio per pagare le indennità di malattie infettive al personale impegnato nelle aree covid. “Considerato che ad oggi le risorse del fondo accessorio del 2021 non sono sufficienti, la stessa Parte Pubblica ci ha informato che non potranno essere riconosciute tutte le indennità di novembre 2021 e che, se non verranno stanziate risorse aggiuntive, non saranno addirittura retribuite le indennità di dicembre 2021” si legge nel comunicato che le Rappresentanze sindacali ha diffuso dopo l’incontro di giovedì 20 gennaio convocato dal nuovo direttore di Area Vasta, dott. Esposito, “per un primo confronto inerente alle criticità dei lavoratori dell’AV5”.

Incontro che, evidentemente, non è stato per nulla rassicurante, visto che si è deciso di proseguire con le iniziative di mobilitazione. Quanto surreale e inaccettabile sia la situazione è ben spiegato nel durissimo comunicato del sindacato degli infermieri che, come anticipato, “rimane sconcertata alla luce di quanto emerso dall’incontro tra le delegazioni trattanti del comparto dell’Area Vasta 5 di giovedì 20 e in particolare dalla formale iniziativa attuata nel mese corrente dalla direzione sul dimezzato pagamento del salario accessorio riguardante le varie indennità

Dispiace ribadire nostro malgrado, come questa azienda non finisca mai di stupirci in senso negativo sulle tematiche di carattere contrattuale collettivo nazionale del lavoro – si legge nel comunicato del sindacato degli infermieri – da più di tre anni non sono retribuite diverse indennità spettanti, come l’infrasettimanale festivo, tempo di vestizione/svestizione ordinario e riconoscimento dei buoni pasto. L’Asur Area Vasta 5, oltre ad essere l’unica nelle Marche a non aver pagato un solo euro di premialità covid al personale impegnato a diverso titolo nella gestione della pandemia, ha attinto in modo improprio alle risorse riservate al salario accessorio di tutti i lavoratori splafonando il fondo, per pagare le indennità di malattie infettive al personale impegnato nelle aree Covid.

Adesso però questa nuova iniziativa ci lascia del tutto basiti e ha del surreale: nel mese di gennaio verrà pagato solamente il 50% delle già misere indennità contrattuali riservata a tutti i lavoratori (festivo, notturno, festivo notturno), mentre nel mese di Febbraio non verrà elargito nulla salvo rimpinguamento del fondo del disagio. Si consideri che al personale dipendente del comparto sanità che lavora durante un turno notturno, spetta una ridicola indennità di 19,18 euro lordi, ora ci verranno tolte anche le briciole, è l’ennesimo insulto alla nostra professione nonostante lo spirito di abnegazione che ci ha contraddistinto in questa pandemia con carichi di lavoro raddoppiati, riduzioni organiche, contagi elevatissimi da parte del personale, turni di servizio in base alle esigenze aziendali in diverse Unità Operative e chiusure di degenze ordinare con relativi accorpamenti per la gestione dei pazienti con diverse patologie. Incredibile.

La scrivente organizzazione sindacale, si auspica come espresso oggi durante l’incontro con il nuovo direttore di Area Vasta 5 Dott. Esposito  di evitare questo annunciato decurtamento dello stipendio di Gennaio che viola il CCNL e si appella pubblicamente ai politici locali, in particolar modo all’assessore regionale al bilancio Castelli, il sindaco di Ascoli Fioravanti, il sindaco di San Benedetto Spazzafumo e all’assessore alla sanità Saltamartini, affinchè non siano indifferenti alle criticità esposte e mostrino un vero impegno per risolvere al più presto questa questione inaccettabile di disparità di trattamento nei confronti dei dipendenti Asur Area Vasta 5 che dura da troppo tempo. Un servizio sanitario che si rispetti deve garantire efficienza ai cittadini con la presenza di professionisti adeguatamente valorizzati e giustamente retribuiti e anche il Piceno lo merita”.

Pieno appoggio alla mobilitazione del personale sanitario arriva dal segretario comunale del Pd Francesco Ameli e dalla consigliera regionale ascolana Anna Casini. “Erano anni che non si vedeva una mobilitazione simile – scrive Ameli – da tempo denunciamo l’abbandono dei lavoratori dell’Area Vasta 5. E’ folle pensare che la Regione non abbia ancora trovato fondi per liquidare le indennità contrattuale del personale sanitario del territorio, impegnato da due anni a combattere senza sosta la pandemia. Confido in una rapida risoluzione della problematica con un trasferimento di fondi dalla Regione all’AV5 al fine di porre immediatamente a questa disparità di trattamento territoriale”.

La nostra Area Vasta sarebbe inoltre l’unica delle Marche che ha deciso di fare questo bel regalo ai dipendenti che qualcuno ha definito barbarie nei confronti di coloro che, malgrado fossero sfiniti, hanno consentito di mantenere attivi i servizi (anche vaccinazioni e tamponi) – aggiunge Anna Casini – è una doppia vergogna perché chi lavora deve essere pagato e perché chi definiva “angeli” i sanitari, oggi ne calpesta i diritti. Dove sono gli assessori del Piceno che erano tanto interessati alla sanità in campagna elettorale e che una volta nominati sono scomparsi? Presenterò una mozione per chiedere al presidente Acquaroli di provvedere immediatamente per sanare questa scandalosa situazione”.

Sarebbe auspicabile che un concreto supporto arrivi da tutti gli esponenti politici del territorio, in particolare dai due sindaci e dai due Comuni principali, oltre ovviamente che dagli assessori regionali ascolani. Che in realtà dovrebbe soprattutto adoperarsi, insieme al governatore Acquaroli, per risolvere al più presto questa inaccettabile indecenza.

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