Redditi e pensioni basse, occupazione in crisi: peggiora la qualità della vita


Nell’annuale classifica del Sole 24 Ore  sulla qualità della vita la provincia di Ascoli perde ben 22 posizioni e scivola al 35° posto. E dai 90 indicatori presi in esame emerge il quadro di una provincia in affanno economicamente e per quanto concerne lavoro e servizi

La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana” sosteneva John Keats. Non che ce ne fosse bisogno, ma la conferma di quanto sia vero ciò che scriveva il poeta inglese è arrivata con l’annuale indagine e la conseguente classifica del “Sole 24 Ore” sulla qualità della vita nelle province italiane. Per la verità per la provincia di Ascoli è eccessivo parlare di sconfitta, visto che comunque si colloca al 35° posto (su 107). Ma di certo si tratta di un risultato negativo, non solo perché rispetto all’anno precedente perde ben 22 posizioni, ma anche perché nel complesso sono maggiori le criticità, rispetto agli aspetti positivi, che l’indagine evidenzia. E, soprattutto, i dati maggiormente negativi arrivano da quegli indicatori che sono determinati dall’opera dei vari enti locali (Comuni e Provincia).

Così, mentre negli ultimi due anni, quando la provincia di Ascoli aveva guadagnato diverse posizioni fino ad arrivare al 13° posto (2020), avevamo assistito ad una gara tra i sindaci di Ascoli e San Benedetto per cercare di rivendicare i propri meriti in quei risultati, ora che la situazione è peggiorata su quell’indagine è sceso il silenzio, nessuno degli amministratori locali si esprime. E sorvoliamo per decenza su quei quotidiani locali che, quando i risultati erano positivi, attribuivano i meriti al Comune di Ascoli, mentre ora di fronte alla perdita di così tante posizioni improvvisamente si sono ricordati che in realtà si tratta di un’indagine su base provinciale.

Tornando alla classifica del “Sole 24 Ore”, l’indagine prende in esame complessivamente ben 90 indicatori, suddivisi in 6 macro categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori): Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Demografia e salute, Giustizia e sicurezza, Cultura e tempo libero.  Per ciascuno dei 90 indicatori, mille punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e zero punti a quella con il peggiore. La classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore. Per il 2021 la provincia con la qualità della vita migliore risulta quella di Trieste che, con il punteggio di 580,89, precede di pochissimo Milano (580,59), con Trento nel terzo gradino del podio. Crotone (340,97) si conferma la provincia con la qualità della vita peggiore, preceduta da Foggia e Trapani.

Per quanto riguarda le Marche complessivamente si registra un netto peggioramento, con tutte e 5 le province che perdono molte posizioni. Al punto che non troviamo nessuna provincia marchigiana nelle prime 20 posizioni, mentre lo scoro ce ne erano ben tre (Ascoli, Ancona e Pesaro). La migliore è Ancona, al 30° posto (- 14 posizioni) con il punteggio di 509,76, seguita da Ascoli che si colloca al 35° posto (-22) con 505,57. Bisogna poi scendere fino al 51° posto (-21) per trovare Macerata, mentre Pesaro sprofonda al 56° posto (-38). Fanalino di coda regionale si conferma Fermo che, almeno, è la provincia che perde meno posizioni, scendendo al 69° posto dal 68° dell’anno passato.

Analizzando nel dettaglio i dati della provincia di Ascoli nei 90 indicatori delle 6 macro categorie, il quadro che emerge è se possibile decisamente molto più grigio. Quei dati trasmettono la fotografia di una provincia in grande difficoltà sia dal punto di vista economico (ad esempio con le retribuzioni medie annue e il reddito medio delle pensioni di vecchiaia peggiori delle Marche e decisamente al di sotto della media nazionale) che da un punto di vista dell’occupazione e della qualità del lavoro (addirittura al terz’ultimo posto per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro), ma anche dei servizi forniti ai cittadini.

Emblematico, a tal proposito, il fatto che negli indicatori che prendono in esame la qualità della vita per bambini, giovani e anziani la provincia di Ascoli risulta complessivamente tra le peggiori di tutto il paese, di gran lunga nella parte bassa della graduatoria. I dati migliori arrivano dalla macro categoria “Giustizia e sicurezza” con l’8° posto (perdendo comunque 4 posizioni) e da quella “Demografia e società” (14° posto), l’unica nella quale si registra un consistente miglioramento rispetto all’anno precedente (ben 24 posizioni guadagnate). Non a caso proprio in uno degli indicatori di quella macro categoria, “Laureati e altri diplomi terziari”, la provincia di Ascoli risulta addirittura la migliore d’Italia, con il 42,5% delle persone nella fascia d’età tra 25 e 39 anni in possesso di una laurea o di un diploma terziario.

Risultato discreto anche per quanto riguarda la macro categoria “Cultura e tempo libero” anche se con una perdita di 17 posizioni che fa scivolare la provincia di Ascoli dal 4° al 21° posto. In leggero miglioramento (7 posizioni guadagnate) ma 63° posto nella macro categoria “Ricchezza e consumi”, mentre in quella “Ambiente e sicurezza” scivola al 64° (-3 posizioni). Emblematico, in proposito, che la classifica non certo positiva in questa macro categoria è in larga parte determinata da alcuni indicatori (piste ciclabili, raccolta differenziata, trasporto pubblico, index smart city, tasso di motorizzazione, qualità dell’aria)  per i quali l’indagine ha preso in considerazione solo i dati del Comune capoluogo.

In assoluto, però, il risultato peggiore arriva dalla macro categoria “Affari e lavoro” con la perdita di ben 34 posizioni che fanno scivolare la nostra provincia al 77° posto. Da segnalare, infine, che tra le novità dell’edizione 2021 c’è anche la presenza di un paio di indicatori che riguardano la situazione determinata dal covid. Dai quali emerge come la provincia di Ascoli ha subito un impatto minore (o forse sarebbe meglio dire più contenuto) rispetto alla maggior parte delle province italiane, come si evince dai dati sui casi di covid riscontrati (42,59 ogni 1000 abitanti) e dalle conseguenze riscontrate nella pratica sportiva. Di seguito un’analisi dei risultati della provincia di Ascoli nelle 6 macro categorie oggetto dell’indagine.

Ricchezza e consumi: 63° posto (+7)

(Ancona 48° – Pesaro Urbino 54° – Macerata 60° – Fermo 77°)

Redditi medi bassi, i peggiori della regione e di gran lunga sotto la media nazionale, mercato immobiliare in difficoltà, qualche patema anche per le attività commerciali e per le famiglie. Questo è il quadro complessivo che emerge dai 15 indicatori di questa macro categoria. In particolare emerge come la retribuzione media annua è la peggiore delle Marche (64° posto), appena 17.820, 30 euro, quasi 2 mila euro in meno rispetto alla media nazionale. Addirittura peggiore è il dato relativo al reddito medio pensione di vecchiaia (83° posto), anche in questo caso quasi 2 mila euro in meno rispetto alla media nazionale. Significativi anche i dati relativi al mercato immobiliare, con il 91° posto per quanto riguarda il prezzo medio vendita delle case ed il 71° nell’indicatore “Assorbimento mercato residenziale” a cui fa da parziale contraltare il 2° posto per quanto concerne canoni di locazione (300 euro).

Affari e lavoro: 77° posto (-34)

(Macerata 44° – Fermo 50° – Ancona 59° – Pesaro Urbino 68°)

Il quarto posto per quanto riguarda le startup innovative e l’ottavo nell’indicatore “quote export sul pil” sono gli unici raggi di sole in un quadro decisamente grigio che vede la provincia di Ascoli all’ultimo posto delle Marche e tra le peggiori in Italia in quasi tutte gli altri indicatori, in particolare per quanto riguarda il tasso di occupazione, i giovani neet (che non lavorano e non studiano), l’imprenditorialità giovanile, le nuove imprese. Detto del dato sconfortante relativo agli infortuni sul lavoro (105° posto con la media di 22,5 ogni 10 mila occupati), significativo è il 103° posto per quanto concerne il numero di ore di cassa integrazione autorizzate, 365,34, quasi tre volte di più rispetto alla media nazionale (135,70). Da segnalare infine il dato relativo alle strutture ricettive, con il 27° posto (grazie alla costa) per quanto riguarda il numero di posti letto ma il 97° per quanto concerne la qualità delle strutture stesse

Giustizia e sicurezza: 8° posto (-4)

(Ancona 17° – Pesaro Urbino 23° – Fermo 39° – Macerata 49°)

Se è in grave affanno per quanto riguarda il lavoro e la situazione economica generale, Ascoli può almeno consolarsi perché si conferma una provincia tranquilla, con un basso indice di criminalità (29° posto con 2.406,40 delitti denunciati ogni 100 mila abitanti) e complessivamente dati sui vari reati più che positivi. Le uniche eccezioni riguardano il riciclaggio, 83° posto con 3,88 denunce ogni 100 mila abitanti (2,70 la media italiana), i furti di auto, 73° posto con 47 ogni 100 mila abitanti) e le denunce per la scomparsa di under 18, 70° posto con 13,21 ogni 1.000 minori. Negativo anche il dato relativo alla capacità di riscossione dei Comuni (65° posto)

Demografia e società: 14° posto (+24)

(Ancona 13° – Macerata 37° – Pesaro Urbino 57° – Fermo 58°)

Quella di Ascoli è una provincia con una speranza dei vita alla nascita tra le più alte dell’intero paese (8° posto con 83,30 anni) ma un tasso di natalità molto basso (76° con 6,10 ogni mille abitanti, il peggiore delle Marche). I dati maggiormente positivi arrivano, però, dal numero di laureati, in assoluto il più alto d’Italia (42,5% nella fascia di età 25-39 anni), dal numero di diplomati (17° posto con il 70,10% sempre tra 25 e 39 anni) e dal numero complessivo di anni di studio (12° posto con una media di 11,1 anni). Negativo è invece il dato relativo all’emigrazione ospedaliera, con il 75° posto e una percentuale del 12,5% di gran lunga alla media del resto del paese.

Ambiente e servizi: 64° posto (-3)

(Macerata 10° – Pesaro Urbino 22° – Ancona 53° – Fermo 56°)

E’ l’unica macro categoria nella quale i dati relativi ad alcuni indicatori riguardano esclusivamente il comune capoluogo e, a parte la qualità dell’aria (31° posto), i risultati che ne scaturiscono sono tutti negativi. In particolare per quanto riguarda l’indicatore “I city rank”, l’indice di smart city, (71° posto) e le piste ciclabili, 78° posto con 1,98 metri ogni 100 abitanti, ben al di sotto della media nazionale (9,16). Male anche la qualità della vita, calcolata su 12 differenti parametri, per quanto riguarda i bambini (57° posto), i giovani (70° posto) e gli anziani (78° posto).

Cultura e tempo libero: 21 posto (-17)

(Ancona 42° – Macerata 51° – Pesaro Urbino 61° – Fermo 80°)

Il numero di spettacoli (6° posto con 38,68 ogni 1000 abitanti) e la presenza elevata di palestre e piscine, bar e ristoranti ma anche di librerie consentono alla provincia di Ascoli di risultare la migliore delle Marche in questa specifica macro categoria. Discreto anche il dato sulla spesa dei Comuni per la cultura (43° posto), negativo quello relativo al patrimonio museale (76° posto).

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